AttualitàBlogIn evidenza

L’IRAN NON AVRÀ MAI L’ARMA NUCLEARE ? se lo chiede il MONDO !

In risposta a questa decisione l’Iran ha cominciato a ridurre gradualmente i suoi obblighi previsti dall’accordo e dopo la crisi scatenata dalla morte del generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid aereo statunitense all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020, il Paese asiatico ha annunciato di essere pronto a un arricchimento di uranio, che segnerebbe la fine del patto.

A rischio accordo nucleare, Iran ricomincia ad arricchire uranio

Il Piano d’azione congiunto globale, comunemente noto come accordo sul nucleare iraniano, è un accordo internazionale sull’energia nucleare in Iran che è stato raggiunto a Vienna il 14 luglio 2015 tra l’Iran, il P5+1 e l’Unione europea.

Teheran, 5 nov. (askanews) – L’Iran ha dato il via ad una nuova fase, la quarta, del disimpegno dall’accordo sul nucleare, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati quasi due anni fa.
Il presidente Hassan Rohani in un discorso in diretta sulla tv di Stato ha annunciato che Teheran ricomincerà ad iniettare uranio in 1.044 centrifughe e riattiverà 60 centrifughe avanzate nella centrale di Fordow, a sud di Teheran, violando i termini del Piano d’azione congiunto globale, nome ufficiale dell’accordo sul nucleare.
Lo stop all’arricchimento dell’uranio nello stabilimento di Fordow era uno dei punti cardine dell’accordo, in cambio del quale Teheran aveva ottenuto la cancellazione delle sanzioni. Ma il passo indietro degli Stati Uniti a maggio 2018 e il ripristino delle sanzioni hanno spinto l’Iran a riprendere gradualmente il suo programma nucleare.

A rischio accordo nucleare, Iran ricomincia ad arricchire uranio – Video Virgilio

https://video.virgilio.it/guarda-video/a-rischio-accordo-nucleare-iran-ricomincia-ad-arricchire-uranio_bc6100631115001

Accordo sul nucleare iraniano, cosa prevede il patto: la scheda

Frutto di uno sforzo diplomatico durato 21 mesi, il documento è stato siglato a Vienna il 14 luglio 2015. Presenti i ministri degli Esteri di Teheran, Pechino, Parigi, Berlino, Mosca, Londra, Washington e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue

Firmato nel 2015 con il fine di limitare e tenere sotto stretto controllo le attività della Repubblica islamica dell’Iran in campo atomico, l’accordo sul nucleare ha coinvolto le grandi potenze mondiali.

È stato il frutto di uno sforzo diplomatico durato 21 mesi e conclusosi a Vienna il 14 luglio 2015. In quell’occasione i i ministri degli Esteri di Teheran, Pechino, Parigi, Berlino, Mosca, Londra, Washington e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue sottoscrissero l’accordo.

Tuttavia, nel maggio del 2018, gli Stati Uniti hanno annunciato l’uscita dal patto.

Proprio gli Usa, in quell’occasione, hanno reintrodotto pesanti sanzioni economiche nei confronti di Teheran.

In risposta a questa decisione l’Iran ha cominciato a ridurre gradualmente i suoi obblighi previsti dall’accordo e dopo la crisi scatenata dalla morte del generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid aereo statunitense all’aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020, il Paese asiatico ha annunciato di essere pronto a un arricchimento di uranio, che segnerebbe la fine del patto.

I passi successivi all’accordo

Il 20 luglio 2015 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato una risoluzione in cui ha recepito l’intesa con una cornice temporale decennale.

Il 16 gennaio 2016 sono state rimosse le sanzioni economiche e finanziarie di Ue, Onu e Usa legate al nucleare, dopo che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) aveva verificato il rispetto degli impegni da parte iraniana

I punti chiave del documento

In base all’accordo di 100 pagine siglato nel 2015, uno dei punti fondamentali riguarda le scorte di uranio arricchito.

Nello specifico, entro il 2025 si dovrà scendere dai 10 mila chili in possesso nel 2015 dalle autorità di Teheran a 300 chili, con una riduzione del 98%. Prevista una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67%. Altro aspetto dell’accordo coinvolge le centrifughe: il loro numero sarà ridotto di due terzi, passando da 19 mila a poco più di 5 mila. Di queste ultime oltre mille saranno riconvertite per la produzione di isotopi per uso medico, utilizzati soprattutto nella lotta contro il cancro. Per quanto riguarda gli ispettori, quelli dell’Aiea avranno accesso costante ai siti nucleari iraniani, anche quelli militari. Infine, il punto sulla Commissione di controllo: un organo con tutti i membri dell’accordo, Iran compreso, ne monitora l’implementazione e si occupa di potenziali problemi e dispute. Il lavoro è coordinato dall’Alto rappresentante Ue.

(L-R) High Representative of the European Union for Foreign Affairs and Security Policy Federica Mogherini and Iranian Foreign Minister Mohammad Javad Zarif attend a final press conference of Iran nuclear talks in Vienna, Austria on July 14, 2015. AFP PHOTO / JOE KLAMAR (Photo credit should read JOE KLAMAR/AFP/Getty Images)
Cosa prevedeva l’accordo sul nucleare iraniano
Da questa intesa, il presidente americano Donald Trump ha annunciato l’uscita l’8 maggio 2018 ripristinando le sanzioni contro l’Iran. In poco più di un anno e mezzo, gli altri firmatari dell’intesa hanno negoziato con Teheran

Dalla riduzione del numero delle centrifughe alle ispezioni nei siti militari, ecco i punti chiave dell’accordo sullo sviluppo del nucleare iraniano, raggiunto a Vienna il 14 luglio del 2015.

Da questa intesa, il presidente americano Donald Trump ha annunciato l’uscita l’8 maggio 2018 ripristinando le sanzionicontro l’Iran. In poco più di un anno e mezzo, gli altri firmatari dell’intesa hanno negoziato con Teheran che dall’anno scorso ha avviato una uscita a tappe dagli impegni presi.

Quella di oggi era la quinta fase di disimpegno dall’intesa, l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani ha portato Teheran ad accelerare l’uscita.

CENTRIFUGHE E ARRICCHIMENTO URANIO:

L’Iran si impegnava a ridurre il numero delle centrifughe da 19mila a 5.060, impegnandosi a mantenere questo livello per 10 anni. L’arricchimento dell’uranio è prevista solo nella struttura di Natanz.

A Fordow – il sito costruito in una montagna per prevenire eventuali attacchi – ne erano rimaste altre 1.044 ma non erano state più usate per l’arricchimento dell’uranio fino a pochi mesi fa.

Teheran ha inoltre accettato una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67%; per lo stesso periodo di tempo non conserverà più di 300 chili di uranio a basso livello di arricchimento.

ISPEZIONI NEI SITI:

Era una delle “linee rosse” per l’ayatollah Ali Khamenei. In base all’accordo, le ispezioni nei siti non sono automatiche né immediate. Il meccanismo prevede che Teheran possa appellarsi a un tavolo arbitrale composto da rappresentanti del proprio Paese e del 5+1, che votano a maggioranza.

SANZIONI:

Non appena l’Aiea certifica l’implementazione dell’accordo da parte dell’Iran, verranno revocate tutte le sanzioni Onu, Usa e Ue contro Teheran. Se l’intesa sarà violata, è previsto che le sanzioni rientrino in vigore entro 65 giorni

EMBARGO SULLE ARMI:

L’embargo sulle armi vige fino al 2020; otto anni in caso di tecnologia legata ai missili balistici.

*

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti