A RIONERO ANNIVERSARIO ECCIDIO NAZI-FASCISTA
Ricordati i 18 cittadini trucidati a colpi di mitragliatrice e celebrata la “giornata dello Statuto”
La Storia purtroppo ci ha consegnato vicende terribili che leggiamo sui libri o, quando accadute più di recente, ascoltiamo da chi le ha vissute. In quegli occhi, in quelle parole, in quei libri però c’è tutta la tensione e l’orrore di quei momenti. Tutto allora appare più vicino, più concreto, meno astratto. Con questa consapevolezza è importante ricordare, per non lasciar andare nell’oblio, quello che è il nostro passato, anche quando fa più male.
Ed il Comune di Rionero in Vulture non dimentica ogni anno di celebrare le vittime dell’eccidio nazifascista, così «l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con le sezioni locali “Combattenti e Reduci” e “A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia”, e la sezione di Potenza “A.N.G.S. Granatieri”, ha inteso onorare i caduti del 24 settembre 1943 e celebrare la Giornata dello Statuto», invitando i concittadini alle celebrazioni che si sono tenute ieri mattina ed hanno visto la proiezione e la mostra fotografica presso le Scuderie di Palazzo Fortunato, nel pomeriggio.
Ricostruire la vicenda dell’eccidio di Rionero in Vulture del 24 settembre 1943 significa, innanzitutto, per poterlo meglio comprendere, collocarlo all’interno della situazione storica della Basilicata all’indomani dell’8 settembre, giorno dell’annuncio dell’armistizio con gli Alleati.
La situazione economica è intanto peggiorata. I centri rurali, ma anche gli stessi capoluoghi Potenza e Matera, sono ormai chiusi in una povera autarchia alimentare.
A Maschito, dove nasce una “Repubblica Contadina e Antifascista” dopo la partenza dei tedeschi e anche Irsina si ribella dopo la partenza delle truppe germaniche, sfogando la rabbia popolare contro i fascisti locali. In questo contesto di aperta confusione, di assenza di autorità istituzionale, di rinnovato protagonismo della rabbia popolare, pronta a sfogarsi contro i simboli del vecchio potere, si svolgono i tragici fatti di Rionero.
Già dall’11 settembre si era fermato in paese un reparto tedesco in ritirata. Il 16 settembre la popolazione rionerese, per paura della distruzione dei magazzini di viveri, cosa che avvenne in seguito, assalta gli stessi magazzini ubicati nei pressi del Rione Sant’Antonio, portando via sacchi di farina, di riso ed altri generi alimentari. I tedeschi intervengono sparando sulla folla. Alla fine sul selciato resta Antonio Cardillicchio, di 17 anni, colpito mentre tenta di trascinare un sacco di farina. Perdono la vita anche due donne: Maria Petroso ed Elisa Giordano Carrieri che resta intrappolata nei magazzini e perisce nel successivo incendio. Pochi giorni dopo, il 24 settembre, nei pressi del Calvario, alla periferia del paese, un contadino, Pasquale Sibilia, svegliato di soprassalto dalle grida della figlia, esce di casa imbracciando un fucile. Vede un sergente dei paracadutisti che sembra gli stia rubando una gallina e gli spara, ferendolo di striscio. Il militare risponde al fuoco colpendo all’inguine il Sibilia. Parte la dura rappresaglia. Il capitano dei paracadutisti, autorizzato dall’ufficiale tedesco, fa rastrellare 16 giovani che, insieme al Sibilia, portato su una barella, vengono trucidati a colpi di mitragliatrice. Uno soltanto, Stefano Di Mattia, creduto morto perché svenuto, sfugge al massacro giacendo sotto i corpi dei compagni. Ogni anno Rionero ricorda Emilio Buccino, Antonio Di Pierro, Pasquale Di Lucchio, Pietro Di Lucchio, Marco Grieco, Michele Grieco, Donato Lapadula, Giuseppe Libutti, Angelo Mancuso, Donato Manfreda, Giovanni Manfreda, Pasquale Manfreda, Antonio Santoro, Gerardo Santoro, Giuseppe Santoro e, naturalmente, Pasquale Sibilia.
Sul posto venne poi eretta una stele monumentale sormontata da una fiaccola bronzea a perenne memoria. Il 29 settembre 2003, in occasione del sessantesimo anniversario, l’allora Presidente della Camera dei deputati Casini, giunse a Rionero per onorare i trucidati e donare al comune la medaglia al merito civile: «Centro occupato dalle truppe tedesche, durante l’ultimo conflitto mondiale subì violente rappresaglie e rastrellamenti che provocarono la morte di diciotto concittadini inermi. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche».