Potenza Calcio: «il sindaco deve intervenire»
Numerosi i tumulti sportivi che si sono verificati in questa ultima settimana per la prima squadra di calcio del capoluogo.
Numerosi i tumulti sportivi che si sono verificati in questa ultima settimana per la prima squadra di calcio del capoluogo. A occuparsi delle vicende sportive della società non solo Presidenti e tifosi, ma anche consiglieri comunali. A tenere i fari accesi sulla vicenda e chiedere l’intervento del sindaco è Alessandro Galella, di Fratelli d’Italia: «Chi vuole comprare una società di calcio. Chi vuole vendere una squadra di calcio. Chi gestisce un club con quasi cento anni di storia. Chiunque esso sia dovrebbe avere ben presente prima di ogni altra cosa che ad una maglietta di calcio sono legati gli stati d’animo di migliaia di persone. Non si tratta di vendere o acquistare un bene, – prosegue il consigliere Galella – ma di decidere di rappresentare e gestire la passione viscerale di migliaia di persone oltre che un pezzo di storia di una città. Per questo non possono esistere questioni d’orgoglio, né tanto meno scaramucce infantili. Bisogna avere la consapevolezza che ogni parola pesa quintali e che oltre ogni interesse personale bisogna agire per assicurare e tutelare la storia della maglia e le migliaia di tifosi. E’ ora di abbandonare atteggiamenti degni delle peggiori liti fra marito e moglie e si dia inizio a un confronto serio e pacato per dare al Potenza Calcio il meglio possibile. Immediatamente». Lo sport che ha sempre visto l’aiuto delle precedenti amministratori richiama ora una denuncia da parte del consigliere, che sottolinea: «E’ assurdo che il Sindaco non si sia immediatamente interessato alla questione e spero che al più presto decida di recitare il ruolo di tutore dei tantissimi tifosi che sono anche cittadini – conclude Galella – Il Potenza calcio deve tornare a essere un bene da tutelare anche da parte della politica, semplicemente perché è una passione che nel capoluogo di regione unisce migliaia di persone da oramai tanti decenni».