Fierro: «Giù le mani dalla Basilicata»
A capo chino e con un’idea fissa in testa si continua a lavorare: istituire una Grande Lucania. Si è riunito
A capo chino e con un’idea fissa in testa si continua a lavorare: istituire una Grande Lucania. Si è riunito a Potenza nei giorni scorsi il direttivo del movimento che porta avanti questa scelta. L’idea è quella di fare un referendum che vada a ridisegnare i confini territoriali di quella antica regione che comprendeva gli antichi territori della Magna Grecia e che oggi è divisa tra Puglia, Basilicata, Campania e anche dalla Calabria. Terre dallo Jonio al Tirreno. «Vogliamo recuperare – ha sostenuto Gaetano Fierro – un’identità comune della Magna Grecia che comprenda territori storicamente comprendenti la grande Lucania sulla base di affinità culturali ed economiche. Fino a ora 17 Comuni del Cilento hanno deliberato per una consultazione referendaria che deve essere ratificata dai consigi comunali». Durante l’incontro si è anche parlato della nascita di un comitato civico, spogliato da formazioni politiche ma che vuole far leva sul mondo dell’associazionismo e sui movimenti popolari. Nessuna preclusione ai partiti ma, come sottolineato da Fierro, un’apertura che prenda le mossa dal basso: dai cittadini. I componenti del gruppo stanno inoltre lavorando per la realizzazione di una grande assemblea interregionale per presentare il progetto. E per evitare lo smantellamento della Basilicata i promotori dell’inziativa stanno pensando all’istituzione del Parco del Mediterraneo «una riforma a costo zero che unifichi parchi del Pollino e della Val d’Agri con quello del Cilento». Per Fierro bisogna abbassare le mani sulla prepotenza di calare dall’alto scelte che non vedono il conforto dell consultazione referendaria. L’iniziativa di ridurre le Regioni dimostra estemporaneità e pochezza di contenuti storici e antropologici «ma questo è il meno. Il vero dato preoccupante che emerge è che la proposta Ranucci ha incontrato il favore del Senato e del Governo». Comunque è bene fare un passo indietro e ricordare le parole dei rappresentanti politici della Basilicata. L’allora segretario regionale del Pd, Antonio Luongo, riferendosi all’opposizione di Speranza, Folino e Antezza ebbe a sostenere: «La circostanza dimostra come, nella sapiente azione guida del gruppo dei deputati più consistente del Parlamento italiano, Roberto Speranza sappia tenere insieme gli strategici interessi nazioanli e l’affermazione della peculiare dignità del popolo lucano». La proposta Ranucci è osteggiata un po’ da tutti. Il segretario regionale della DC-Libertas, Giuseppe Potenza, commentando la riforma di Raffaele Ranucci (PD) affermò: «siamo di fronte ad una nuova visione di federalismo regionalista che rimette in discussione l’esistenza stessa della Regione Basilicata.Si prenda atto della nuova fase di scontro Regioni-Stato che si profila e ci si attrezzi a fronteggiarla. Per noi – disse potenza – non può bastare la “santa alleanza” delle piccole Regioni o la “chiamata alle armi” dei parlamentari delle stesse magari a rischio di seggio. Serve un Patto di Comunità che il cartello delle associazioni datoriali “Pensiamo Basilicata” propose qualche tempo fa e che si è perso per strada. E’ il concetto di comunità che richiama la questione sociale (il lavoro, i giovani e la famiglia), l’imprenditoria che crea occupazione e non pensa solo al profitto, la sanità pubblica nel suo servizio alla persona, la tutela e lo sviluppo dell’ambiente, l’etica della politica». Secondo Potenza, sono questi i capisaldi di un nuovo patto di corresponsabilità tra politica e cittadini, attraverso un dialogo coraggioso tra le varie sensibilità politiche ovviamente a cominciare da quella cattolica».