Cronaca

Il Tribunale decide sull’ospedale Don Uva: non è fallito

Il Tribunale di Trani, con provvedimento del 10 ottobre 2016, esaminata la documentazione allegata ai ricorsi e le dichiarazioni rese

Il Tribunale di Trani, con provvedimento del 10 ottobre 2016, esaminata la documentazione allegata ai ricorsi e le dichiarazioni rese dal Commissario Straordinario all’udienza del 14 luglio 2016, ha dichiarato improcedibili i ricorsi proposti – nel 2012 dalla Procura della Repubblica e nel 2013 da Cofely Italia SpA – per il fallimento della Casa della Divina Provvidenza. La decisione del Tribunale è motivata dall’ammissione alla procedura di Amministrazione Straordinaria da ultimo prorogata fino al febbraio 2017, a seguito di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico. Lo rende noto la direzione della stessa Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. Il Collegio ha ritenuto che l’ammissione alla procedura di Amministrazione Straordinaria, finalizzata alla cessione dell’azienda, precluda qualsiasi pronuncia in ordine alla chiesta dichiarazione di fallimento divenuta improcedibile. «Il fallimento è stato scongiurato solo grazie all’ammissione dell’Ente alla procedura di Amministrazione Straordinaria, ma restano ancora tante difficoltà. Dall’esito della procedura di cessione dipenderanno le sorti finali dell’Opera voluta da Don Pasquale Uva». Così l’avv. Bartolomeo Cozzoli, Commissario Straordinario della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza in Amministrazione Straordinaria. La Procura della Repubblica di Trani, destinataria di numerosi esposti in merito alla scandalosa gestione dell’Ente, nell’aprile 2012 ha chiesto il fallimento dell’Ente Religioso e da quel momento la lunga e complessa indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari della Guardia di Finanza, ha messo in luce l’innumerevole serie di reati che hanno portato al su richiamato clamoroso crac da oltre 500 milioni di euro, di cui oltre 350 sono rappresentati da debiti nei confronti dello Stato. Una vicenda che interessa non solo la casa madre della Divina Provvidenza a Bisceglie, ma anche le strutture di Potenza e Foggia. Con questa decisione uno spiraglio sulla vertenza Don Uva potrebbe finalmente riaprirsi.

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