IL PUNTO DI PETRULLO: RENZI DA OBAMA
Il clamore mediatico che ha accompagnato il viaggio di Renzi negli Stati Uniti o è provinciale assai o i media
Il clamore mediatico che ha accompagnato il viaggio di Renzi negli Stati Uniti o è provinciale assai o i media non hanno davvero niente di più serio da dire. Va bene la cronaca del viaggio o degli appuntamenti, magari pure tutti storici, ma arrivare a raccontarci i particolari del menu o la passeggiata naturalistica sul prato delle due first lady è francamente troppo. Sembra la visita di un suddito, con tanto di famiglia allargata al seguito, baciato dalla fortuna alla corte del re. E’ come se a un quisque fosse capitato di stringere la mano al papa e sentirsi anche raccontare una storiella, con benedizione finale, come puntualmente è avvenuto. L’immagine di esseri inferiori, baciati dalla meritata fortuna di essere oggetto di attenzione da parte di un mezzo padrone del mondo–in uscita, comunque, e quindi totalmente depotenziato- ha esaltato testate e inviati, cronisti e pubblicisti. La notizia dell’anno, suvvia. L’Italia che va, l’Italia che piace, L’Italia che da del tu agli Stati Uniti. Visibilio.
Quanto, poi, al consenso di Obama alla riforma costituzionale, cioè la benedizione finale, forse unico scopo del viaggio, beh, qua si ferma l’orologio. Posso capire una opinione tecnica del tipo “apprezzabile la decisione di differenziare l’approvazione di una data legge da un’altra; rimarchevole la specificità di un articolo della grande carta che regolamenta le diverse opzioni di formazione delle leggi; lodevole il linguaggio usato, perché pur sempre tecnico, risulta ben accessibile anche a uno come me che in italiano dice solo ciao, spaghetti e Matteo. Oppure ottima la scelta di abolire il bicameralismo perfetto, ci faccio un pensierino anche per gli stati uniti, perché noi finora abbiamo fatto senza”. Ma Obama si è limitato a dare il suo semplice OK alla riforma senza commenti, segno evidente che è stato solo un gesto di solidarietà comprensibile nei confronti di un suddito molto deferente e che fa comodo da parte di un ormai ex. Comunque sia, pur senza valigia di cartone, i viaggi degli italiani negli stati uniti, sono sempre viaggi della fortuna. Ci vai per tornare coi dollari o con una pacca sulla spalla del presidente americano uscente novello sponsor del sì al referendum. Ho letto, poi, di testimonianze tutte italiane di critica alla presenza, al viaggio, della moglie di Renzi, rea di aver marinato la scuola per la gita dai padroni del mondo. Credo che ragioni di protocollo superiori abbiano imposto la sua presenza e basta. E per quanto riguarda la sua assenza da scuola voglio sperare che abbia goduto di un congedo straordinario e non abbia intaccato le ferie. Diamine, è andata a rappresentare quella parte dell’italia al femminile che si barcamena fra il lavoro e gli impegni di casa, come stirare e fare la spesa. Come? La moglie di Renzi non stira e non fa la spesa?, e che donna italiana è? Niente niente a casa Renzi vigono davvero le pari opportunità e Renzi si fa pure il letto al mattino? Sai cosa c’è, non ci credo mai.