ASSUNZIONI FACILI AL PARCO DELLA VAL D’AGRI «SCOPERCHIATA LA PENTOLA»
L’iniziativa del Movimento 5 Stelle sulle assunzioni all’Ente Parco Nazionale Val d’Agri-Appennino Lucano ha l’indiscusso merito di aver scoperchiato una
L’iniziativa del Movimento 5 Stelle sulle assunzioni all’Ente Parco Nazionale Val d’Agri-Appennino Lucano ha l’indiscusso merito di aver scoperchiato una “pentola” dove in ebollizione e da tempo non ci sono i meccanismi, tutti ancora da chiarire, di chiamata a lavoro del personale. Ad affermarlo è il Csail in una nota a firma del portavoce Filippo Massaro. «Le anomalie segnalate dai “grillini” – continua la nota – riconducono ad una situazione generalizzata caratterizzata da profonda delusione tra gli abitanti dei comuni del Parco in relazione alle aspettative create, dopo anni di finanziamenti pubblici, sia per tutelare l’area-cuscinetto delle attività petrolifere che ne fanno l’unico Parco al mondo circondato da trivelle che riferite alle aspettative di sviluppo e di nuova occupazione tra i numerosissimi diplomati e laureati illusi di trovare qui un lavoro, magari collegato ai flussi turistici. Sarebbe il caso di avere un bilancio attendibile». Secondo Massaro, il programma Estate nel Parco si è risolto nel solito giro limitato di escursionisti che in media si fermano anche meno di una giornata e dei picn nic dei ragazzi con qualche lezione di educazione ambientale. «Poco, troppo poco – sostiene Massaro – per giustificare un apparato amministrativo e tecnico e finanziamenti statali e comunitari oltre che in parte regionali. A noi non piace solo il fatto denunciato dal M5S che il Parco sia stato trasformato da strumento di custode e tutore della biodiversità e delle ricchezze ambientali dell’area ad agenzia di collocamento al servizio di qualcuno, quanto piuttosto che le amministrazioni comunali interessate non facciano nulla per raddrizzare la baracca. Non a caso di recente gli organi dirigenti del Parco con il plauso all’intesa in materia di controlli ambientali siglata al ministero dell’Ambiente ammettono, tacitamente, di essere impotenti su questo terreno. La verità è che questo – conclude Massaro – si conferma come il Parco del petrolio vale a promuovere visite a pozzi, trivelle e Centro Oli di Viggiano, chiamando l’Eni, che pure dovrebbe essere impegnato a finanziare progetti di salvaguardia ambientale e dare conto dei milioni di euro impegnati a compensazione dei danni al territorio, a gestirlo direttamente».