IL PREMIER A #POTENZA FA UNA RIUNIONE PD A PORTE CHIUSE
Matteo Renzi arriva a Potenza in stile “top secret”. È stato un ingresso in sordina quello nel cine-teatro Don Bosco.
Matteo Renzi arriva a Potenza in stile “top secret”. È stato un ingresso in sordina quello nel cine-teatro Don Bosco. Come se non bastasse, l’incontro a porte chiuse, più che una manifestazione per promuovere il sì al referendum è sembrata una riunione del partito democratico a livello regionale. La visita di Renzi oggi a Potenza non si è dimostrata una campagna referendaria aperta a cittadini e istituzioni, bensì un incontro ristretto tra la cerchia degli eletti del Pd. Cittadini e studenti lasciati fuori dal teatro e la stampa tenuta il più lontano possibile dal Premier, tanto che qualcuno, anche se accreditato e in possesso del pass stampa, è rimasto fuori senza poter svolgere il proprio lavoro. Affollata la manifestazione di protesta di cittadini, studenti, associazioni e attivisti contro le politiche del Governo, in particolare per “dire No” al Referendum, “Per la difesa della Basilicata, dei diritti e della democrazia”. Questi gli striscioni presenti in piazza ad attendere il Premier. Non si sono lasciati intimorire dal consistente plotone di forze dell’ordine schierato per difendere Renzi e hanno continuato a manifestare per tutto il tempo in cui il Premier all’interno del teatro faceva un soliloquio con la casta politica lucana. In prima fila De Filippo, Pittella, Mollica, Margiotta e anche il sindaco di Viggiano, della valle del petrolio Amedeo Cicala. Un discorso preimpostato e con le stesse battute che questa mattina alle 9 ha fatto anche nel teatro Duni di Matera, tanto che qualche politico che lo ha accompagnato nel tour lucano applaudiva ancora prima che finisse la battuta. Tant’è che il presidente del Consiglio ha detto: «Prima di applaudirmi fatemi finire». Renzi ha sottolineato: «Qualunque sia il voto per il referendum vorrei ricordare ai tanti elettori che questo “No” rischia di diventare un “No” per sempre al cambiamento». Peccato che queste parole Renzi avrebbe dovute spiegarle alle tante persone presenti in piazza che poi in realtà sono i veri elettori chiamati a scegliere o meno le sorti di questa riforma. Un pensiero non so lo nostro, tanto che una signora seduta in platea gli ha detto di scendere in piazza, dove non gli sarebbe accaduto nulla, perché tutti quei giovani rimasti fuori erano lì solo per dire la propria opinione. In una giornata come questa l’unica riflessione che ci viene da fare e che il Pd nonostante la sua pessima organizzazione non è riuscita a spegnere la voce dei tanti giovani lucani che meritavano di essere ascoltati.