CONCORSI TAROCCATI AL COMUNE, E’ TUTTO PRESCRITTO
D’amelio Vincenzo, Piemontese Emilia e Longobardi Annamaria, tutti e tre già contumaci, non erano oggi presenti in aula. Erano imputati
D’amelio Vincenzo, Piemontese Emilia e Longobardi Annamaria, tutti e tre già contumaci, non erano oggi presenti in aula. Erano imputati per aver in concorso ed intenzionalmente procurato ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, nella circostanza di un pubblico concorso. Precisamente erano imputati in qualità di Presidente della Commissione di esame, D’Amelio, e di componenti della stessa, la Piemontese e la Longobardi, di aver truccato la prova orale del concorso, indetto nel gennaio 2009, tramite cui il Comune di Pescopagano ha poi assunto 2 dipendenti, con rapporto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato, precisamente Elisa Pace, figlia di un assessore, e Carmine Porreca. Per ciò che riguarda i fatti l’accusa ha sostenuto che le domande di concorso erano chiuse in busta per ciascun candidato ma le buste non furono sorteggiate, venendo così assegnate e consegnate ai candidati sulla base di una scelta arbitraria del Presidente della Commissione. Di fatti come si evince dai documenti “dopo l’estrazione a sorte della lettera iniziale col cognome del candidato che per primo sarebbe stato esaminato e quindi, dopo aver avuto la contezza dell’ordine con sui i candidati sarebbero stati chiamati a sostenere la prova, non procedevano immediatamente allo svolgimento del previsto colloquio, ma impiegavano un congruo lasso di tempo per approntare le buste chiuse contenenti le domande da porre a ciascun candidato durante la prova stessa». Sempre secondo l’accusa, le risposte dei due candidati furono determinanti per ottenere i punteggi più alti nella graduatoria finale. Così risultò nella graduatoria al primo posto Elisa Pace, con un punteggio di 26/30 ed al secondo Carmine Porreca che ottenne una votazione 25/30. Il contratto di assunzione presso il Comune di Pescopagano venne stipulato, dai due interessati, rispettivamente in Venosa il 14/1/2009 ed in Pescopagano il 20/4/2009. Questi ultimi due dati temporali ancora oggi, a distanza di sette anni, hanno costituito oggetto di disputa -tra il P.M. e difese- su quale delle due date fosse da stabilire come inizio del reato. Ad ogni modo, questa mattina, il collegio presieduto dal Presidente Aldo Gubitosi ha dichiarato l’impossibilità di procedere in sede processuale, poiché intervenuti i termini della prescrizione.