LE RAGIONI DEL SI’ E DEL NO A CONFRONTO
Con gli incontri di oggi abbiamo inaugurato i forum sul progetto di riforma costituzionale. Ospiti della redazione l’onorevole Giuseppe Moles,
Con gli incontri di oggi abbiamo inaugurato i forum sul progetto di riforma costituzionale. Ospiti della redazione l’onorevole Giuseppe Moles, commissario regionale di Forza Italia, che il prossimo 4 dicembre voterà per il NO, e il consigliere regionale lucano del Pd, Vito Santarsiero, per il SI’. L’onorevole Moles ha evidenziato: «Noi votiamo per il no perché si tratta di una riforma confusa, pasticciata e pericolosa. Non è vero che fa risparmiare, come non è vero che cancella il Senato. Il Senato resta, ma verrà eliminato il diritto di eleggere i componenti direttamente dagli elettori, diventando un dopolavoro per i nostri consiglieri regionali. Non vi sarà alcun risparmio visto che il secondo ramo del Parlamento rimane. Bastava fare una legge costituzionale che avrebbe eliminato il Senato e un’altra per il Cnel. Non si semplifica nemmeno il processo legislativo perché in realtà crea dieci diversi iter per fare le leggi. Rimane una riforma pericolosissima perché chiunque sia segretario di un partito che vince le elezioni avrà il controllo totale sulla Camera dei Deputati e sul Senato, sull’elezione del Capo dello Stato e sui giudici della Corte Costituzionale. L’unica cosa che comporta la riforma è l’eliminazione del diritto di voto per i senatori». A fare da contraltare a queste ragioni è intervenuto al forum di Cronache il consigliere del Pd Santarsiero che ha sottolineato: «Voto SI’ perché non si cambia la prima meravigliosa parte della nostra Costituzione, quella dei diritti e dei valori. Voto SI’ perché con una sola camera il nostro sistema sarà più dinamico, innovativo e competitivo. Si coglie così l’obiettivo auspicato anche dai padri costituzionalisti di snellire le procedure. Un’altra ragione favorevole è perché si rafforza la partecipazione popolare. Il contributo dei cittadini nella vita costituzionale nell’era moderna è sempre più determinante. Con questa riforma si raggiunge un altro traguardo storico quello della istituzione del Senato delle autonomie. Il Senato avrà il compito di far sentire la voce dei territori a Roma, di rappresentare meglio gli interessi delle regioni di appartenenza e di poter favorire i processi di sviluppo locale. Avremo la possibilità di utilizzare meglio i fondi europei permettendo così al Sud di guardare con maggiore fiducia al suo futuro. Ai parlamentari che sostengono l’incostituzionalità di questo Parlamento dico che si sarebbero dovuti dimettere per prima loro».