IL PUNTO DI PETRULLO: ANDIAM, ANDIAM, ANDIAM A INAUGURAR….
Per i politici e surrogati è sempre tempo di cerimonie. Tagliano nastri, inaugurano esercizi, commemorano una vittima, tutto pur di
Per i politici e surrogati è sempre tempo di cerimonie. Tagliano nastri, inaugurano esercizi, commemorano una vittima, tutto pur di esserci sempre e comunque. Ieri è toccato allo stadio Viviani, l’altro ieri la Commissione delle Pari Opportunità si è ricordata di Grazia Gioviale ed è stato restituito il giusto nome a quei giardini che fino a qualche settimana fa erano diventati da i Giardini di Grazia Gioviale, i Giardini di via dell’Unità d’Italia. Il Sindaco aveva negato la toponomastica cittadina in preda a una amnesia tanto improvvisa quanto feroce, mentre il Comitato invece vivacchia generalmente in uno stato di amnesia costante. Io ho sempre ritenuto il taglio dei nastri et similia, da parte, delle Autorità, una esibizione vanitosa, uno sperpero di immagine, una manifestazione di potere. Ma, che vuoi, è più forte di loro. Devono sempre essere presenti, in prima fila, all’ inaugurazione del dopo lavoro ferroviario come alla prima partita di campionato, dal funerale come al matrimonio, rimpiangendo pure talvolta di non essere il morto o lo sposo che, in certi momenti, ottengono più attenzione delle loro autorevoli persone. La riservatezza, la modestia, il non voler apparire, sono caratteristiche che non gli appartengono, e, sebbene in tanti subiscano il fascino di atteggiamenti eleganti anziché sfacciati, loro preferiscono la faccia tosta, il sorriso stampato e la mano tesa a stringere quelle di tutti. I politici, nella loro smania di apparire, infine, e tornando all’argomento di prima, sono onniscienti: fanno da relatori anche alle presentazioni dei libri, quali critici di alto bordo o raffinati letterati, soprattutto quando queste celebrazioni avvengono la sera prima del referendum. La par condicio, si sa, è una idea appena abbozzata, e il silenzio del giorno prima si può subdolamente violare, ma fin quando in tanti si preoccuperanno di dare luce a un evento con l’intervento delle stelline politiche, casomai anche pregandoli in ginocchio, la nostra libertà viaggerà ben lontana dalle nostre vite. Diciamo una vita parallela che non si incrocia mai con la quotidianità. Troppi grazie devono i lucani a quei mostri che hanno creato e che si chiamano politici, belve fameliche, onniscienti, appunto, onnipresenti, riappunto, e, grazie anche a noi, onnipotenti. Cambiando argomento, bisognerà pur mettersi d’accordo; per Renzi e Violante, sulle estrazioni, decide la Regione, per D’Alema, Folino e tanti altri, decide lo Stato. Eppure basta prendere la Carta come riformata e leggerla. Non sembrano esserci dubbi di sorta: la produzione e il trasporto dell’energia è materia devoluta allo Stato, e comunque c’è la clausola di supremazia. Quindi? La lettura che ne danno Renzi e Violante è una lettura fantasiosa, capace di modificare il significato delle parole a dispetto della ragione. Basterebbe, però, chiedere a cotanti coraggiosi interpreti dove sta scritto che rimane di competenza regionale la materia relativa alle materie prime, per farci due risate nel vedere come non riuscirebbero a trovare l’articolo giusto. Poi, in un rigurgito di sincerità, Violante ha anche detto che comunque con la riforma le cose non cambiano da come stanno messe ora, ammettendo, quindi, che noi sul petrolio non decideremo una cippa. Ma sta cominciando una nuova settimana, quella che terminerà col voto. Sarà una settimana di passione, per noi e la Costituzione. Riuscirà il duo Boschi-Verdini a dimostrare che i padri costituenti non avevano capito quasi niente?