IL PUNTO DI PETRULLO. ADDIO SENATO? FORSE, MA È PRONTO IL SENATICCHIO
E quindi domenica sarà un giorno che dicono speciale. Il mio auspicio è che siano tutti consapevoli di quello che faranno
E quindi domenica sarà un giorno che dicono speciale. Il mio auspicio è che siano tutti consapevoli di quello che faranno nel segreto dell’urna, come si dice, ma per dare una chiave di lettura diversa della questione, proviamo a porci delle domande a bruciapelo senza arzigogoli di mezzo. E quindi: 1) vogliamo che uno dei legislatori lucani, alias consiglieri regionali, di quelli cioè che sono stati capaci di votare 26 leggi su 27 senza prevederne la copertura, sia anche legislatore nazionale, sebbene con capacità contingentate? Se sì, si deve votare sì, se no, si propenda per il no. 2) vogliamo, esimi cittadini, che i nostri senatori, secondo il calendario anticipato dai sostenitori del si, cioè due o tre volte al mese, si rechino a Roma a godersi un po’ di ponentino, con un piatto di abbacchio scottadito per compagnia? Se sì, votiamo sì, se no, votiamo no. 3) Vogliamo noi, cittadini con diritto di voto, consentire che i nostri senatori godano della immunità parlamentare, ove mai attinti da procedimenti penali del tipo di rimborsopoli o roba del genere? Se sì, si scriva sì, se no, si scriva no. 4) Vogliamo noi, lucani votanti, essere rappresentati da un consigliere regionale o da un sindaco, cioè da un politico di professione, già impegnato nel fare leggi senza copertura in zona, ovvero scegliere diversamente noi chi debba rappresentare la Basilicata a Roma? Se ci va bene un politico già impegnato votiamo sì, se vogliamo sceglierlo, votiamo no. 5) Vogliamo che una legge, tipo la Fornero venga pubblicata in un nano secondo in meno di quello che è occorso per pubblicarla con due camere? Se sì si voti sì, se no, si voti no. 6) Vogliamo, cari lucani, vedere lunedì prossimo un Renzi sazio e soddisdatto, sorridente e irridente verso gli avversari? Se sì, sia sì, se no, sia no. 7) Vogliamo, corregionali lucani, che la nostra vita e quella dei nostri figli siano scandite da istituzioni progettate dal duo Boschi-Verdini, noti costituzionalisti, da tutti i paesi del mondo invidiatici? Se sì, sia sì, se no, sia no. 8) Vogliamo davvero che il nostro territorio non ci appartenga, delegando il suo futuro e quindi il nostro con una delega in bianco al governo? Se sì, sappiamo di dover votare sì, se no, votiamo no. 9) e infine, vogliamo lucani di Potenza, che il duo Dario e Rocco possa in ipotesi calcare la scena anche a Roma, uno come senatore e l’altro come suo fido scudiero, per una infinità di nuove avventure da raccontare anche in technicolor? Se sì, sia sì, se no, sia no. Ora non ci resta che aspettare l’esito delle votazioni. Lunedì potrebbe essere un altro giorno, un giorno nuovo, che vinca il sì o che vinca il no. Mi verrebbe da concludere con un vinca il migliore, ma temo che non ci sia davvero un migliore. Credo che ci dobbiamo adattare a una formula del tipo vinca il meno peggio, aggiungendoci un “che Dio ce la mandi buona” e un sempreverde “in bocca al lupo” rivolto a noi italiani e non a chi prova eternamente a dividerci, provando anche a farci sbranare fra di noi. Un’arena moderna e noi gladiatori buoni solo per far divertire il popolo dei nostri politici che, fra una indagine per corruzione, un’altra per voto di scambio e un’altra ancora per omicidio colposo da crollo di ponti e roba varia, deve pur trovare un momento di svago.