«LA BASILICATA CONTINUA A BOCCIARE LA VECCHIA POLITICA»
«Il forte No della Basilicata alla riforma costituzionale di Renzi conferma per l’ennesima volta in pochi anni che anche
«Il forte No della Basilicata alla riforma costituzionale di Renzi conferma per l’ennesima volta in pochi anni che anche i lucani sono sempre più liberi e non si fanno più condizionare dalle pressioni della vecchia politica. E’ ormai chiaro che si è sviluppato un blocco sociale e culturale di cittadini autonomi che di volta in volta sono pronti ad esprimersi sulle singole questioni senza farsi più condizionare da capibastone o filiere elettorali del passato». È quanto dichiara l’eurodeputato dell’M5S Piernicola Pedicini secondo il quale «la dimostrazione l’abbiamo avuta sia dallo straordinario risultato di questo referendum che, l’anno scorso, dall’esito del referendum sulle trivelle, quando la Basilicata è stata l’unica regione italiana che ha superato il quorum del 50 per cento. In entrambi i casi, i massimi esponenti della vecchia politica lucana – aggiunge – che si trovano rispettivamente al vertice della Regione Basilicata, che fanno parte del governo Renzi e che hanno un ruolo apicale al Parlamento europeo hanno subìto una sonora e netta bocciatura. Marcello Pittella, governatore della Basilicata, Filippo Bubbico e Vito De Filippo, vice ministri, e Gianni Pittella presidente del gruppo S&D a Bruxelles, i quattro migliori alleati lucani di Renzi, per la seconda volta e nonostante i posti di potere che coprono, hanno perso in malo modo. La sconfitta è ancora più evidente se si considera che, domenica scorsa, sono stati bocciati nei propri comuni di residenza: a Lauria il No ha conquistato il 62 per cento, a Montescaglioso il 66 e a Sant’Arcangelo addirittura il 70». Pedicini evidenzia: «Per queste ragioni, bene hanno fatto i consiglieri regionali del M5S della Basilicata Leggieri e Perrino a chiedere le dimissioni di Pittella. Sarebbe un atto dovuto e necessario, in linea con le dimissioni di Renzi. Invece, fa effetto leggere una dichiarazione del presidente della Regione in cui, dopo un preambolo in politichese, anziché prendere atto della volontà dei cittadini, ha scritto che il voto è stato “un’occasione di cambiamento sprecata… e che continuerà a lavorare con forza e determinazione, ancor di più nel senso della innovazione, del cambiamento e dell’ascolto dei segnali che i nostri cittadini ci consegnano”. Pittella e tutto il Pd dovrebbero rendersi conto che la Basilicata è pronta a fare a meno di loro e che i cittadini sono pronti a conquistare il governo della Regione. La vittoria del popolo e della democrazia dell’altra notte sono inequivocabili. L’elemento più significativo riguarda la forte affluenza alle urne, ben il 63 per cento. Basti ricordare che alle elezioni regionali del 2013 votò solo il 47 per cento dei lucani. E questo nonostante ci fosse un’accesa competizione tra i pittelliani, che avevano vinto le primarie, e i lacorazziani che, dopo la scoppola alle primarie, dovevano dimostrare la loro forza tramite le preferenze. Da allora al referendum – conclude Pedicini – l’affluenza alle urne dei lucani è cresciuta di ben 16 punti. Un segnale chiarissimo di una Basilicata, silenziosa, preziosa e vitale, che alle regionali del 2013 non aveva ancora trovato con chi identificarsi, ma che agli ultimi due referendum ha fatto sentire la sua convinta partecipazione per dire no a chi voleva colpire la democrazia e il bene comune. Questa sarà la Basilicata che, insieme al M5S, è pronta a lanciare la sfida alla vecchia politica per vincere le prossime competizioni elettorali».