TRA ROMA E POTENZA IL VERO FRECCIA ROSSA CORRE SULL’ASSE POLITICO DEL PD
Roma – Potenza e ritorno a massima velocità. Ma il Freccia rossa non c’entra nulla. Sono gli intrecci della politica
Roma – Potenza e ritorno a massima velocità. Ma il Freccia rossa non c’entra nulla. Sono gli intrecci della politica tra capoluogo lucano e Capitale che corrono addirittura a doppio binario. Se non triplo. Dalle parti di via Anzio a Potenza, il nome di Gentiloni scorre sulle labbra di tutti. Perché le ore frenetiche per il governo nazionale si trasferiscono pari pari anche in Basilicata. Innanzitutto per le nomine dei sottosegretari e dei viceministri. C’è il tema degli uscenti: il viceministro Filippo Bubbico e il sottosegretario Vito De Filippo. Due pezzi da Novanta della realpolitik lucana: di ieri, oggi e probabilmente anche domani. La riconferma quasi in blocco della squadra di ministri dell’ex Premier Renzi, depone a favore della riconferma dei due ex governatori anche nella nuova squadra che sta componendo in queste ore il neo presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. C’è chi addirittura parla dei soliti “fortunati”; ossia dei soliti che di riffa o di raffa non cadono mai dalla sella. Ma fino alla chiusura dei giochi qualche spiraglio rimane aperto ancora per il senatore di Ncd – Area Popolare, Guido Viceconte. La logica interna al partito centrista di Angelino Alfano sarebbe collegato al riequilibrio di forze tra esponenti delle due Camere. Nell’esecutivo uscente infatti prevaleva in maniera netta la compagnie dei deputati rispetto ai senatori. In ogni caso il nodo tra poche ore dovrebbe essere sciolto definitivamente. In un senso o nell’altro. Detto questo l’asse Roma – Potenza è incandescente non solo per la questione delle nomine del governo che pure solleticano da sempre la curiosità dei frequentatori più o meno istituzionali del Palazzo. In primo piano c’è sempre il tema legato alle diverse e agitate anime interne al Pd. Attesa importante c’è per la Direzione del Partito democratico nazionale di domenica prossima. Matteo Renzi, che si dimetta o no da segretario nazionale, aprirà la fase dei congressi. Insomma da domenica a sera il Pd sarà in piena campagna elettorale a sole due settimane dalla chiusure delle urne del Referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. E si fanno già previsioni. In buona sostanza da quanto si è appreso, il congresso per la scelta del nuovo segretario (con la probabilità che Renzi succeda a se stesso assolutamente non in calo, anzi) dovrebbe essere fissato dopo la metà di febbraio 2017. E come in passato, nello stesso giorno dovrebbero essere aperti i banchetti delle Primarie anche per l’elezione del segretario regionale. Insomma tra un paio di mesi si dovrebbe conoscere finalmente (dopo oltre un anno di vuoto politico anche imbarazzante) il successore di Antonio Luongo, scomparso un anno fa e precisamente l’8 dicembre 2016. I nomi in campo sono sempre gli stessi: da Mario Polese a Salvatore Margiotta fino a Piero Lacorazza. Ovviamente c’è tempo per capire meglio chi sarà in corsa per guidare il Pd sia a livello locale e sia a livello nazionale. Tranne poi se non dovesse addirittura esserci la scissione che pure tra quelli della minoranza Dem di Basilicata, assolutamente “devoti” a Roberto Speranza è motivo di discussione e previsione. Vi terremo aggiornati.