CONDANNATI I VERTICI DELLA “FERRIERA” A #POTENZA
Il Tribunale di Potenza ha condannato a un mese di reclusione Federico Pittini e Marco Minini, nell’ambito del processo sull’inquinamento
Il Tribunale di Potenza ha condannato a un mese di reclusione Federico Pittini e Marco Minini, nell’ambito del processo sull’inquinamento atmosferico dello stabilimento dell’ex “Sider Potenza”, l’impianto conosciuto in città come “la ferriera”. Pittini e Minini sono rispettivamente il legale rappresentante della Ferriere Nord e il procuratore della fabbrica lucana. Il Giudice ha accolto le richieste presentate, circa un mese fa, dal Pm di Potenza, Vincenzo Lanni, nella precedente udienza. La condanna fa riferimento al solo capo d’imputazione relativo alle emisioni, con l’assoluzione, invece, per il capo d’imputazione sulla qualità dell’aria anche, per la società. A luglio del 2014, quando la struttura venne posta sotto sequestro, i due dirigenti detenevano già da dieci anni la proprietà del laminatoio potentino. Il sequestro fu l’epilogo di un’ inchiesta sulle emissioni in atmosfera avviata nel 2012, coordinata dalla Procura di Potenza e svolta dai carabinieri del Noe, Nucleo operativo ecologico. Molte erano state le segnalazioni, inoltrate agli organi competenti, dei cittadini riguardo l’inquinamento atmosferico che si riteneva derivasse dalle attività della Sider. I più attivi nelle proteste e maggiormente preoccupati per la propria salute e per quella dell’ambiente, in particolare erano i residenti delle zone limitrofe alla stabilimento, come quelli della cosìddetta “Cittadella” a Bucaletto e quelli del rione Betlemme. In seguito, grazie alle indagini, ci furono anche conferme dai successivi accertamenti tecnici. Sotto accusa erano finiti in particolare gli impianti di aspirazione giudicati insufficienti a garantire l’eliminazione o quantomeno il contenimento della presenza di diossina, di idrocarburi e di altre emissioni in atmosfera. Sin dal principio era stato escluso dagli inquirenti il disastro ambientale. Poi a luglio del 2016 fu disposto dal Tribunale del capoluogo il dissequestro dell’impianto.
La Procura aveva preso la decisioni in seguito allo studio dei report, consegnati dall’azienda, sui livelli di emissioni dopo le modifiche all’impianto.