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LA PROVINCIALOTTA MINI CENSURA REGIONALE

Provo quasi imbarazzo a dover scrivere di un’azione di censura. Avvenuta nei confronti di un quotidiano, il nostro. Sarebbe troppo

Provo quasi imbarazzo a dover scrivere di un’azione di censura. Avvenuta nei confronti di un quotidiano, il nostro. Sarebbe troppo facile indossare le vesti delle vittime e chiedere solidarietà. Non è così. L’imbarazzo in realtà nasce dal modo e dalla forma: un uso quasi privatistico di uno strumento istituzionale. A pensarci bene non si tratta nemmeno di una censura ma di un atto di arroganza superficiale. Un eccesso di provincialismo misto a presunzione. E’ accaduto ieri, infatti, che le notizie del nostro quotidiano sono state “oscurate” dalla rassegna stampa che quotidianamente l’ufficio comunicazione della Regione redige a uso e consumo degli addetti ai lavori dello stesso ente, dei gruppi con- siliari e dei consiglieri regionali. Giunta compresa. Uno strumento a cui i giornali locali (e non tutti) aderiscono anche rinunciando a qualche copia venduta per cortesia istituzionale e per offrire l’opportunità a tutti di leggere gratuitamente le notizie del giorno in tempo quasi reale. Ora ieri le nostre notizie sono state “oscurate” perchè un giornalista – impiegato regionale ha deciso arbitrariamente che non meritavano la pubblicazione sul “prestigiosissimo” fascicolo di fotocopie redatto ogni mattina. Bontà sua: non ci offendiamo di non piacere a tutti e forse nemmeno a molti. Ci mancherebbe. La libertà di opinione è una ricchezza che va tutelata come dovrebbe essere difeso anche il lavoro di ciascuno. Non a giorni alterni. Ci risolleva in ogni caso l’affetto dimostratoci dal direttore dell’Ufficio stampa della Regione, Nino Grasso, che ignaro della vicenda oltre a dirsi sorpreso ha assicurato il ripristino della normale pubblicazione anche delle nostre notizie. Belle o brutte che siano. Come è giusto che sia.

Salvatore Santoro

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