CERVERIZZO AL PM: «SPERANZA LO INCONTRAVO PER AMORE DELL’EIPLI. LE MAZZETTE? ERANO PRESTITI»
LE EVOLUZIONI DELL’INCHIESTA Proseguono in queste ore gli interrogatori di garanzia degli undici arrestati nell’inchiesta Eipli su mazzette e appalti
LE EVOLUZIONI DELL’INCHIESTA
Proseguono in queste ore gli interrogatori di garanzia degli undici arrestati nell’inchiesta Eipli su mazzette e appalti truccati. L’altro giorno ha risposto, in carcere a Potenza, alle domande del Pm Savoia, titolare delle indagini, e del Gip Spina, Giuliano Cerverizzo. Che è considerato il dominus della “cricca” malavitosa. Gli inquirenti nelle carte – che il “Roma” ha potuto visionare – a più riprese parlano di “metodo Cerverizzo”. Questi ha inteso rispondere alle domande rigettando le accuse. Come quelle che lo descrivono come incassatore e gestore di un giro ragguardevole di mazzette. Cerverizzo avrebbe sostenuto che non erano tangenti ma prestiti ricevuti da imprenditori amici. Avrebbe parlato anche dei rapporti intrattenuti con la politica. Il gruppo criminoso a un certo punto, come sostenuto dagli inquirenti, voleva far fuori il Presidente dell’Eipli, Antonio Lerario, imponendo al suo posto la nomina di Gaetano Di Noia, già capo di gabinetto dello stesso ente, indagato e colluso con Cervirizzo in numerose oscure vicende di questa inchiesta. Non negando i contatti, Cerverizzo avrebbe riferito che si trattavano per lo più di sue millanterie verso terzi al fine di incrementare il tenore della propria reputazione. Insomma quelle che per gli inquirenti erano mazzette, sarebbero prestiti e le pressioni con i politici amici, millanterie. Dalle intercettazioni emerge che la cricca voleva piazzare Di Noia all’Ente, facendo fuori Pittella, per favore l’amico Speranza. Nel progetto il terzo incomodo: Taddei che pure ambiva al posto. Ma alla fine non se ne fece nulla. Renzi avocò a se la questione. Di nomi eccellenti ce ne sono tanti
nell’intercettazioni, tra cui: Fitto, Bubbico e D’Alema. Ma Cerverizzo nega. Ne parlava, a sua detta, con il fratello e gli amici per fare lo “spaccone”. Non può negare però, perché c’è traccia per tabulas negli atti d’inchiesta, l’amicizia e gli incontri con Speranza. La tesi difensiva è che, i fratelli dell’Eipli, seriamente preoccupati del destino dell’Ente avrebbero chiesto l’intercessione dell’amico Roberto Speranza. Attenzionati dagli inquirenti anche gli appalti indetti dal Comune di Potenza. Casi in cui è coinvolto sia Giuliano Cerverizzo che più direttamente suo fratello Fabrizio, il quale per le gare di ristrutturazione e riqualificazione del campo scuola e dello Stadio Viviani aveva ricevuto dal Comune l’incarico diretto di tecnico/progettista. Per entrambe i bandi è avrebbe truccato l’appalto. Nei dati probatori raccolti dagli inquirenti a sostegno dell’impianto accusatorio, si riscontra il coinvolgimento diretto nella questione del rifacimento del manto erboso del campo sportivo, per i quali furono stanziati 532mila euro. Nel caso del Viviani, come emerge dall’intercettazioni allegate all’ordinanza firmata dal Gip Spina, sarebbe accaduto proprio questo. Cerverizzo da un lato era il tecnico incaricato dal Comune, dall’altro faceva gli interessi delle ditte che volevano aggiudicarsi i lavori, come la Tennis Tecnica, che ricevette poi l’incarico di esecuzione dei lavori. Già all’epoca il tutto risultò strano. Un insolito ribasso, solo del 4 per cento. Alla luce dei fatti emersi, ora come allora, pronte sono giunte le reazioni della politica. Il consigliere comunale Vigilante già all’epoca fece un’interrogazione sull’anomalo ribasso perché dalla comparazione con la media ribassi di tutte le altre gare comunali, emergeva che le precedenti in genere calavano, con maggior vantaggio per il comune, almeno, del 33 per cento. L’anomalia fu ancor più “particolare” , a detta di Vigilante, se si considera che l’agente di commercio a Potenza della Tennis Tecnica è Piero Calò, consigliere comunale a Potenza. Vigilante torna sull’argomento oggi alla luce anche delle vicende giudiziarie raccontate dal Roma. Lo fa presentando un’interrogazione, che riportiamo in pagina, di cui è primo firmatario insieme al collega Giuzio di Fratelli d’Italia. Per questa mattina gli stessi hanno indetto anche una conferenza stampa dal tema: «Etica e morale comune di Potenza, questa sconosciuta» nella quale approfondiranno la questione. Sulla questione registriamo anche l’intervento del consigliere comunale Giampaolo Carretta, Pd, il quale ci ha dichiarato: «Una vicenda che merita chiarezza. E’ mia intenzione presentare un’interrogazione. Intanto farò , ai sensi della legge 241, una richiesta di accesso agli atti per capire bene la questione di atti e documenti». Intervengono sul tema anche altri due consilieri Pd, Sileo e Lovallo, dei quali riportiamo anche per essi la nota in pagina. Il metodo “Cerverizzo”, come lo definiscono gli inquirenti, avrebbe colpito, quindi, all’Eipli, come al Comune di Potenza. Esso aveva prassi ben collaudate come raccontano i Pm: il ricorso alle perizie di variante e il concordare preventivamente i criteri del disciplinare di gara con i soggetti delle imprese che si voleva agevolare per vincere la gara. Una vera e propria fortuna per la cricca poiché facevano lievitare a dismisura i costi dei lavori preventivamente i criteri del disciplinare di gara con i soggetti delle imprese che si voleva agevolare per vincere la gara, raccontano gli inquirenti.
LE REAZIONI DELLA POLITICA CITTADINA
Dure prese di posizione della politica cittadina sulla vicenda Viviano. Tra i primi a rilasciare dichiarazioni ufficiali i consilgieri Pd Sileo e Lovallo che in una nota congiunta hanno dichiarato: «Quanto è assolutamente grave, nuoce oggettivamente alla città ed impone un serio momento dì riflessione e chiarimento pubblico. Più volte e da più parti era stata contestata e segnalata la prassi di procedere con l’ attribuzione di incarichi diretti a progettisti esterni, senza alcuna forma di selezione. Il risultato è stato quello che tale discrezionalità ha finito per favorire gravi forme di illegittimità amministrativa. Sarebbe gravissimo se fossero confermate le indiscrezioni giornalistiche, che parlano di condotte finalizzate ad indirizzare progetti ed appalti ad evidenza pubblica». I consiglieri dem proseguoni precisando che: «Altrettanto gravi, come riferito dalla stampa, sarebbe la mancanza di adeguati controlli di chi era deputato a farlo, per garantire la trasparenza degli atti amministrativi. Come assolutamente gravissime vanno considerate le interferenze di alcuni amministratori negli atti e nelle procedure di gara, ove materializzatesi, come riportato sulla stampa locale. L’Istituzione Comune deve essere tutelata e salvaguardata ed essere per i cittadini garanzia di legittimità e trasparenza, come occorre tenere ben separata la gestione amministrativa dal potere-dovere di indirizzo politico». Sileo e Lovallo, stando alle politiche, ricordano inoltre che: «Non può, inoltre, non farsi notare, come le opere oggetto dell’indagine siano state finanziate con una rimodulazione di fondi, che originariamente aveva previsto la realizzazione della scuola primaria nel quartiere Macchia Romana, ancora priva di tale fondamentale struttura, dalla enorme valenza socio-culturale». Infine chiedono urgenti chiarimenti al sindaco: «con una rituale interrogazione consiliare, una specifica audizione in commissione del sindaco, perché possa puntualmente riferire su tutte le procedure tecnico-amministrative messe in essere dall’Amministrazione, e sui provvedimenti che si intendano adottare ognuno per le proprie competenze».
Non meno duro il commento del consigliere Antonio Vigilante: «Fummo facili profeti! Con il collega Savino Giannizzari, diversi mesi fa, chiedemmo approfondimenti sull’affidamento dei lavori per la messa in funzione degli impianti polisportivi dello stadio Viviani, risalenti a febbraio 2016 per un importo totale di oltre 532mila euro. Ci sembrava quantomeno inopportuna la presenza di un consigliere comunale di maggioranza tra gli agenti commerciali della ditta che poi vinse l’appalto. Ma soprattutto, ci sembrava anomalo il ribasso di quella gara rispetto alle altre, circostanza sospetta che avrebbe certamente richiesto una verifica, da parte del Comune, sul comportamento dei tecnici comunali che si erano occupati dell’appalto. Per fortuna, contrariamente al Sindaco, la procura ha ascoltato la nostra denuncia». «Oggi, alla luce dei fatti emersi dalle indagini della Procura – prossegue Vigilante – chiediamo al sindaco: se è vero, come sostengono gli inquirenti, che l’ing. Cerverizzo era così vicino alla ditta (di cui il consigliere Calò è agente commerciale) da avere addirittura “truccato” l’appalto per favorirla, come mai l’amministrazione scelse proprio lui per gestire quest’appalto? L’ingegnere Cerverizzo, scelto dal Comune, aveva particolari esperienze curriculari, era un esperto in impiantistica sportiva? Da quello che apprendiamo dalla stampa, no di certo! Dobbiamo allora credere che aveva solo buone amicizie in Comune?». Domande «inquietanti» secondo Vigilante che «sono la conseguenza della mancanza di trasparenza tenuta finora dal sindaco De Luca. A tali domande, crediamo, il sindaco deve dare una risposta, smettendo di trincerarsi dietro le solite scuse e pubblicando, finalmente, i criteri di selezione del progettista incaricato, cosa che al tempo, nonostante le richieste dell’opposizione, non è stata fatta». Conclude Vigilante: «Torniamo a ripetere un concetto che riteniamo fondamentale: se si vuole che i cittadini tornino a credere nella politica, bisogna fugare qualsiasi occasione che possa alimentare dubbi in merito alla correttezza e all’imparzialità dell’amministrazione».
Del medesimo tenore anche le dichiarazioni del consigliere Giuseppe Giuzio che ha detto: «Le notizie di stampa sull’ultima inchiesta che vedrebbe coinvolti professionisti ed imprenditori su una presunta organizzazione volta alla corruzione, turbativa d’asta e truffa aggravata, crea non poco sconcerto in chi crede che la Pubblica Amministrazione dovrebbe essere un luogo in cui ricercare le giuste ricette per la realizzazione con trasparenza dell’interesse generale. Preoccupa e dispiace leggere che in questa inchiesta sia caduto anche l’appalto dei lavori dello stadio Viviani affidato dal Comune di Potenza. Un appalto che per le modalità di assegnazione già all’epoca destò non poche critiche e che da quello che si ha modo di apprendere dalle cronache ora crea anche altri diversi interrogativi». Giuzio vuole «vederci chiaro sulle modalità di affidamento dell’incarico conferito all’ing. Cerverizzo. Sarebbe veramente inaccettabile se si scoprisse che lo stesso fosse stato scelto per chiamata diretta senza una specifica selezione, almeno, per titoli e competenze. Per tale ragioni proporremo una interrogazione volta a fare luce proprio sulle modalità con cui è stato scelto l’ing. Fabrizio Cerverizzo, il ruolo svolto dallo stesso nell’appalto dei lavori allo stadio Viviani e i rapporti pregressi intercorsi tra lo stesso e il comune di Potenza. Conclude Giuzio:«Trasparenza e rispetto delle regole sono elementi fondamentali per raggiungere quel risanamento etico e morale che dovrebbe essere tra i principi assoluti dell’azione politica amministrativa di ogni Pubblica Amministrazione».
LE REAZIONI DELLA POLITICA REGIONALE
«Il vero petrolio della Basilicata è l’acqua, una risorsa sicura, pulita, rinnovabile. Dalla Basilicata affluisce l’acqua anche alla Puglia e alla Calabria. Si tratta di una risorsa non negoziabile e come tale non possiamo correre il rischio che il nostro sistema acqua si interrompa. La Basilicata deve tornare in pieno possesso della gestione delle acque, anche se in maniera condivisa con le altre Regioni che ne fruiscono». Ad affermarlo è stato il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica, intervendendo sulla vicenda Eipli di cui ci siamo occupati in questi giorni.
«Fermo restando che sono un garantista – ha precisato Mollica – e senza voler entrare nel merito della vicenda relativa agli appalti legati all’attività dell’Eipli, oggi al centro di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Potenza, mi preme oggi portare all’attenzione del governo regionale che bisogna accelerare sul riordino del sistema acque. Bisogna dare concretezza all’ultimo accordo di programma firmato lo scorso luglio tra la Regione e l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, oggi ministro, e che prevede la costituzione di una società partecipata da Governo e Regioni del Mezzogiorno per la gestione dell’acqua all’ingrosso e delle opere di approvvigionamento accorpando e superando la coesistenza dei due attuali soggetti, Acqua spa ed Eipli».
A parere di Mollica: «Un soggetto unico, affidabile e dotato di adeguato know-how quale strumento unico di regolamentazione dei trasferimenti idrici pone alla base lo strumento della razionalizzazione e dell’unitarietà di azione tra Regioni. Solo così si potrà andare nella direzione di un progetto strategico di aggregazione della gestione idrica nel Mezzogiorno, a partire dalla Basilicata e dalla Puglia, nell’ottica di favorire la valorizzazione di competenze e risorse comuni». Conclude il presidente: «Si sarebbe dovuto realizzare lo scorso 31 dicembre, come sollecitato dalla stessa Corte dei Conti, ma non perdiamo tempo nel farci domande sul perché non si sia stato fatto. Bisogna superare visioni campanilistiche e conflitti personali. È arrivato il tempo di passare dalle parole alle buone pratiche. Il progetto di una gestione unica dell’approvvigionamento idrico nel distretto idrografico può offrire una via di uscita. Oggi l’obiettivo è la salvaguardia dei nostri bacini idrici, per giungere ad una leale visione di sviluppo economico e sostenibilità ambientale, e soprattutto tenuta della coesione sociale tra le popolazioni interessate. Obiettivi vitali tanto per la Basilicata quanto per la Puglia».