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CONSIGLIO REGIONALE: VOLANO STRACCI TRA LACORAZZA E PERRINO

E a un certo punto l’aula del Consiglio regionale ieri, poco prima delle 14, si è trasformata in un a

E a un certo punto l’aula del Consiglio regionale ieri, poco prima delle 14, si è trasformata in un a specie di Saloon con il consigliere regionale del Pd, Lacorazza e quello del Movimento 5 Stelle, Gianni Perrino che hanno iniziato a lanciarsi accuse e invettive reciproche.
Solo la sospensione dei lavori dell’assemblea, decisa con fermezza dal presidente Mollica ha evitato che la questione degenerasse ancora.
Rissa dialettica scoppiata all’improvviso dopo la risposta a una doppia interrogazione dell’assessore alle Infrastrutture e mobilità, Nicola Benedetto. Eppure i due consiglieri erano mossi dallo stesso scopo: capire cosa intende fare la Regione sugli stipendi dei dipendenti del trasporto pubblico. Ma alla fine ha prevalso, evidentemente, la “pancia” e Lacorazza e Perrino hanno dato vita a uno scontro verbale violentissimo.
Dapprima sul modo di intendere le proposte in Consiglio ma subito dopo hanno trasceso su un confronto politico degno dei “peggior bar di Caracas”.
Ha innescato la “miccia” Lacorazza dicendo di non aver capito la risposta di Perrino invitandolo poi a stare sul merito e non sulla propaganda. Cosa che ha fatto scattare Perrino che ha controreplicando accusando Lacorazza di far parte «di una forza politica (…) che hanno spudoratamente e schifosamente (…) votato l’inserimento, in costituzione l’articolo 81 del pareggio di bilancio in costituzione. E questa è una vergogna. È questa la vera vergogna di questo partito e dei suoi attori (…) di votare una schifezza del genere e poi a livello locale di cercare in tutti i modi, arrampicandosi sugli specchi (…)».
Tutto a voce alta fino alla risposta di Lacorazza: «(…) adesso non si pagano i lavoratori del Cotrab perché il Pd ha votato il pareggio del bilancio in costituzione. Viva l’Italia, viva la Repubblica! Collega Perrino, questa è polemichetta che può fare verso altri». Detto questo i due mentre Mollica sospendeva i lavori hanno continuato a urlarsi addosso tra chi parlava di vergogna e chi invitava a fare meno teatro.

SalSan

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