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“Uno, nessuno e centomila”, i tanti ruoli di Giovanni Petruzzi

Ma quanti Giovanni Petruzzi ci sono in Basilicata che si occupano di politica e comunicazione? Almeno un paio. C’è da

Giovanni Petruzzi

Ma quanti Giovanni Petruzzi ci sono in Basilicata che si occupano di politica e comunicazione? Almeno un paio. C’è da giurarci.
Perchè uno sicuramente è quello che è impiegato nel gruppo consiliare del Partito democratico della Basilicata a via Verrastro. Ed è sicuramente lo stesso che è referente (coordinatore o una cosa del genere) della mozione congressuale regionale del Partito democratico di Andrea Orlando che vede come punte di diamante in Basilicata il capogruppo regionale Pd, Roberto Cifarelli, il sindaco di Lavello, Sabino Altobello (ex presidente di Provincia e assessore regionale) e l’ex sindaco di Matera e parlamentare Salvatore Adduce. Oltre ovviamente allo stesso Petruzzi che non ha scelto la scissione ma è rimasto nel Pd del “nemico” Renzi come tanti che pure non condividono dell’ex premier e dell’ex segretario nazionale neppure il colore delle camicie. Quello che firma e invia le note per ricorrere contro le operazioni congressuali se poco poco c’è qualcosa che non viene fatta nella maniera statutaria.
Poi c’è un altro Giovanni Petruzzi, il fedelissimo del compianto Antonio Luongo (quello che Vincenzo Folino definì Sancho Panza) che ha combattuto a “mani nude” da dentro il Pd per il no al Referendum dello scorso 4 dicembre formando pure un’associazione che promosse a Potenza insieme all’ex democristiano Peppino Molinari la visita elettorale di Ciriaco De Mita per fare campagna contro il renzismo “spinto”. Questo Giovanni Petruzzi è quello che poi, quando Roberto Speranza ha fatto la scissione insieme a Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, ha lasciato il Pd per dare nuova linfa alla sinistra lucana e pure nazionale. Lo stesso che ancora responsabile della comunicazione del Pd il giorno dei risultati elettorali della Provincia di Potenza rimase così male della non elezione del consigliere uscente Gerardo Nardiello che lanciò anatemi contro “i figli di papà” che evidentemente tradirono perchè di riffa o di raffa i conti non tornavano. Ed è il Giovanni Petruzzi che, ora tolta la casacca dem da esperto di comunicazione, evidentemente, scrive e invia le mail per l’ex segretario provinciale del Pd, Antonello Molinari e comunica per il neo movimento politico Articolo 1 Democratici e progressisti le nuove adesioni e aggiorna l’elenco degli scissionisti. L’ultima in ordine di tempo è l’adesione di Vincenzo Viola che ha lasciato il Pd da segretario di circolo di Missanello per entrare nel nuovo partito della sinistra ex dem.

La mail inviata dalla redazioni da Petruzzi con il comunicato stampa di Mdp

Insomma esiste un caso di omonimia. Due Giovanni Petruzzi che sono stati compagni nel Partito democratico e che poi uno è rimasto dipendente dem alla Regione e macina chilometri per l’affermazione congressuale di Orlando, novello Davide contro il Golia Renzi mentre l’altro ha seguito il cuore rimasto sempre comunista e nostalgico della stagione Ds – Pci e ora con grande impegno lavora per la costruzione di questo nuovo partito di sinistra. Non si può che augurare a entrambi i massimi successi politici e professionali. A meno che non siano poi la stessa persona. A quel punto ci sarebbe un risparmio e gli auguri andrebbero fatti a uno soltanto. Ma se poi fosse però la stessa persona sarebbe corretto? Forse no.
Ma come si fa a dirlo? In fondo il Pd più che un partito è diventato una scialuppa: si sale e ci si scende quando uno vuole. E poi pure se si scende mica è detto che non deve mantenere i privilegi ottenuti come fanno ben altri “calibri” a Roma. E se invece non scende mica deve per forza essere “fedele alla linea” e non flirtare con quelli che hanno sbattuto la porta. Fatti del Pd e di Petruzzi ovviamente.

Noi facciamo un altro mestiere e raccontiamo i fatti. E così abbiamo pure verificato. Le mail che riceviamo non lasciano dubbi. C’è un solo Giovanni Petruzzi che di giorno lavora per il Pd alla Regione, di pomeriggio fa campagna congressuale per Orlando e di sera lascia la tessera a casa e scrive a dipendenza degli scissionisti. Un solo dubbio: ma con tutti questi passaggi in un giorno (esperto di comunicazione, funzionario del Pd, promotore di Orlando, addetto stampa di Mdp, moralizzatore, etc etc) non gli viene il mal di testa? Per molto meno altri hanno avuto grosse crisi di identità.

SalSan

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