Mio nonno ebbe due fratelli e una sorella. La sorellina non la conobbe mai, perché morì di poliomielite prima che
Mio nonno ebbe due fratelli e una sorella.
La sorellina non la conobbe mai, perché morì di poliomielite prima che lui nascesse.
Un altro fratello, quello a cui lui era più affezionato, morì qualche anno più tardi.
Si punse con un pennino.
E morì di tetano.
Ma non è che la famiglia di mio nonno fosse particolarmente sfortunata, eh, il tasso di mortalità infantile in Italia, tra la fine dell’800 e il primo decennio del ‘900 era più o meno quello: moriva più di un bambino su tre.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, solo nel decennio 2011/2020, i vaccini avranno evitato nel mondo 25 milioni di morti.
Una media di due milioni e mezzo di vite all’anno.
Ora, credetemi, capisco tutto: capisco la diffidenza nei confronti dell’industria farmaceutica, dei politici e via dicendo, sul serio.
Ma i dati sono dati.
E i dati e le proiezioni dicono che le multinazionali potrebbero guadagnare fino a 30 volte di più se, anziché produrre vaccini, vendessero i farmaci per curare le malattie che i vaccini prevengono.
Non vi fidate delle multinazionali, non vi fidate dei politici, se non volete farlo, fidatevi dei numeri.
Ora, purtroppo, mio nonno è morto.
Ma credetemi: sono sicuro che, se fosse venuto a sapere che, un giorno lontano, qualcuno si sarebbe messo a contestare quei vaccini che, se fossero stati disponibili quando era un bambino, avrebbero permesso a sua sorella e a suo fratello di seguitare a vivere e a giocare assieme a lui, vi avrebbe guardato perplesso, dall’alto del suo metro e sessanta scarso, e vi avrebbe risposto così:
“Vi ci vorrebbe una guerra, a voi”.
E avrebbe avuto ragione.
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