IL GIORNO DELLE NUVOLE di Dino De Angelis
INTERVISTA SCOMODA con Dino De Angelis autore di “Il giorno delle nuvole” Di Domenico Leccese La giornalista
INTERVISTA SCOMODA con Dino De Angelis autore di “Il giorno delle nuvole”
Di Domenico Leccese
La giornalista Angela Di Maggio, riporta a caldo una sua riflessione:
“Tra suggestioni, emozioni, interpretazioni, poesia, arte, storie e musica, si è dispiegata una piacevolissima serata. Dino De Angelis e Teresa Lettieri si sono presi cura degli ospiti in una location accogliente e dal profumo inebriante. “Il giorno delle nuvole“, l’ultimo libro di Dino, sta affrontando la sfida del crowfounding, la nuova frontiera dell’editoria.
Il primo Step è stato superato alla grande. Adesso si prosegue. Un pezzettino del suo sogno lo ha condiviso con i suoi amici/lettori.
Dino ha mostrato gratitudine verso chi ha acquistato a “scatola chiusa”, ma noi gli siamo grati per la magia che ci ha regalato. Sempre superlativo Gianni Mercury. Grazie”
Sollecitato, da quanto riportato sopra, ho deciso di approfondire con Dino De Angelis cosa c’è oltre l’incontro del 29 giugno.
CHI È DINO DE ANGELIS?
Difficilissimo autodefinirsi. Lo faranno per me le poche cose che ho realizzato. Quello in uscita “Il giorno delle nuvole” è il mio terzo libro pubblicato; prima di questo progetto, ne ho pubblicato altri due: un noir di fantasia che trae spunto dalla vicenda di Elisa Claps, dal titolo “Senza Occhi”, e una raccolta di racconti sull’universo femminile dal titolo “Donne che spostano il traguardo”.
Ho scritto poi una commedia teatrale sul quartiere di Bucaletto rappresentata in vari teatri regionali con la regìa di Pio Baldinetti “La sposa di Bucaletto” e, per chi volesse conoscermi meglio senza andare in libreria, sul mio blog personale (www.dinodeangelis.it ) c’è un racconto scaricabile gratuitamente “Sul bordo della notte”.
Praticamente sei un appassionato di STORIE vere o inventate?
Da molti anni ho una malattia per qualunque tipo di storia (vera o inventata che sia), eda qualche anno con un musicista, Gianni Mercuri, effettuo incontri di storie raccontate in musica in cui parliamo non solo di testi famosi (il nostro primo spettacolo era basato su “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad), ma anche di vita vera (la nostra ultima esibizione a Guardia Perticara, durante la “Notte dei borghi romantici”, era il racconto della storia d’amore tra John Lennon e Yoko Ono).
ROMANZO DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE ?
Uscirà ufficialmente in tutte le librerie nel prossimo mese di novembre il mio ultimo romanzo “Il giorno delle nuvole” scritto come un monologo in stile teatrale che vuole essere, innanzitutto, un omaggio a quei paesi abbandonati che costituiscono una delle principali peculiarità del paesaggio italiano.
Sono da sempre un grande appassionato di “paesi fantasma”, ne ho visitato diversi in Basilicata e nelle regioni limitrofe, e li trovo tutti dotati di un fascino intramontabile ed estremamente misterioso. E anche in questo progetto letterario, prima della storia di uomini, c’è la storia dei luoghi, di echi lontani di voci che hanno lasciato dentro quelle mura, quelle piazzette e quei minuscoli vicoli, piccole ma meravigliose vite intrise di lentezza.
Di questi piccoli borghi la Basilicata ne ospita diversi, taluni divenuti famosi come la splendida Craco vecchia, ormai mèta di turisti e visitatori da tutto il mondo dopo la consacrazione a set cinematografico naturale, ma ve ne sono altri meno famosi eppure molto suggestivi, tra i quali il borgo di Campomaggiore Vecchia.
Il giorno delle nuvole non è solo un romanzo, avete anche girato dei video in Basilicata?
Sì, ho sempre l’abitudine di accompagnare i prodotti con un video promozionale. booktrailer del libro è girato in uno di questi borghi sconosciuti ai più, Taccone, piccola frazione di Irsina, provincia di Matera, nelle cui case abbandonate e rimaste aperte, si respira ancora l’esistenza di chi ci ha passato una parte della propria vita. E nelle immediate vicinanze della Basilicata, in provincia di Salerno, ricordiamo ancora dei borghi altrettanto suggestivi e facilmente raggiungibili, come il paesino di Romagnano al Monte e Roscigno vecchia.
Caro DINO, siccome questa intervista deve essere scomoda, allora cerchiamo di renderla effettivamente tale, qual è lo scopo finale che ti ha spinto a girare e studiare Borghi Antichi, non ti bastava fare una chiacchera con me nel Borgo Antico Portasalza di Potenza, che ha necessità di essere meglio valorizzato?
Figurati, a Portasalza sono legato da motivi familiari (mia madre è nata lì), ma per fortuna non è un borgo abbandonato, viceversa lo studio dei borghi che sono davvero abbandonati per ragioni geologiche o economiche, mi ha portato ad approfondire in quali maniere si possono restituire a vita nuova queste meravigliose architetture lasciate a se stesse, e diciamo subito che non mi piace molto che nella nostra regione, tranne il caso di Craco, non si faccia molto per riportare a nuova vita i paesi fantasma.
Prendo spunto proprio da una riqualificazione di uno di questi borghi, Bussana Vecchia, in provincia di Imperia, un borgo abbandonato a seguito di eventi sismici, che si è nel tempo ripopolato da artisti locali e non, che lo hanno fatto rivivere fino al punto da creare un vero e proprio “villaggio degli artisti”.
Ed in Basilicata qualche esempio concreto tipo Campomaggiore Vecchio?
Esatto. Sotto questo punto di vista credo che anche uno dei nostri borghi abbandonati ed estremamente suggestivi (ad esempio, perché no, proprio Campomaggiore Vecchia, peraltro già sede di spettacoli ed eventi una tantum) possa avere lo stesso destino, ovvero quello di diventare una sede permanente di mostre di artisti provenienti da ogni angolo della regione. Mi sembra un ottimo modo di creare un “attrattore a costo zero”, riportare il borgo a nuova vita e – perché no? – creare una economia basata su piccole forme di accoglienza (bar, trattorie), per lo meno durante tutto l’arco della stagione estiva, soprattutto in coincidenza dell’evento “BasilicataMatera2019”.
DINO, COSA è LA CULTURA PER TE?
Colgo l’occasione per rispondere alla domanda sulla cultura facendo un piccolo paragone, se mi è consentito, proprio con le strutture a cielo aperto tipiche dei paesini abbandonati. Vedo la cultura come un palazzo con porte e finestre aperte proprio come lo sono quelle di questi paesi fantasma. L’esempio di condivisione che ci viene da Matera 2019 ci insegna che fare cultura vuol dire in primo luogo non chiudersi dentro una stanza a progettare, ma aprire le porte e far confluire ogni possibile “vento” dall’esterno che può apportare al progetto quelle innovazioni, quella diversità e quel grado di condivisione che sono le uniche cose in grado di rendere lo stesso progetto credibile e sostenibile.
Praticamente non sopporti come me la cultura preconfezionata?
No, pertanto, non sono attratto da quelle forme di cultura preconfezionata, partorita dalla mente di uno o di pochi e proposta e gestita come se fosse oro colato. Prima di essere partecipato, ogni processo culturale deve essere condiviso, aperto, con un confronto su più piani e su più aspetti.
TORNANDO a “Il Giorno delle Nuvole” ci spieghi cosa è in realtà un LIBRO in CROWDFUNDING ?
Il crowdfunding è un nuovo modo di finanziare progetti, coinvolgendo tutti i potenziali interessati, che diventano così una specie di “soci finanziatori” del progetto stesso. E non è usato soltanto per l’editoria, ma sta diventando un nuovo modo di finanziare l’economia e mandare avanti progetti in campi disparati, culturali e non.
In ogni caso, la piattaforma che ho scelto per pubblicare il libro (Bookabook edizioni, Milano) inserisce sulla sua piattaforma solo i testi che superano una selezione; successivamente, per essere pubblicata, l’opera deve raggiungere anche di un certo numero di prevendite (150).
Il tuo essere stato sempre un vero sportivo ti ha aiutato in questa partita non di basket e/o pallacanestro (richiamando una vecchia battuta a tutti nota) ?
Il mio passato sportivo mi spinge sempre con piacere ad affrontare le sfide, e quella di mettermi in gioco coinvolgendo un pubblico potenziale mi è sembrata veramente una sfida interessante e molto stimolante.
In tutta onestà ti aspettavi di VINCERE in meno di 20 giorni?
Onestamente no, non pensavo di raggiungere l’obiettivo delle 150 copie prenotate in così poco tempo (19 giorni di campagna, con una media di quasi 8 copie prenotate al giorno), ma questo risultato lo devo condividere con quegli amici che mi hanno dato una mano in prima persona, coinvolgendo, a loro volta i loro contatti più prossimi e permettendomi di raggiungere l’obiettivo in tempi rapidi.
Le modalità di consegna del tuo LIBRO ?
Chi ha prenotato il libro lo riceverà al proprio domicilio a fine campagna, che prevede un iter di 180 giorni, per cui le prevendite sono ancora in corso (scadenza: 24 novembre). Per chi invece non lo avesse ancora fatto e volesse sostenere il progetto può prenotare la propria copia, dopo essersi registrati sul sito dell’editore, alla pagina del libro: https://bookabook.it/prodotto/giorno-delle-nuvole/
Prima quando parlavamo di cultura dicevi di una casa aperta e non chiusa, illustraci meglio questo aspetto.
Beh, tenendo conto di come mi sono espresso nei confronti di un qualunque processo culturale, ogni volta che devo immaginare una nuova iniziativa, essa prende forma solo attraverso il contributo sostanziale di un certo numero di persone alle quali mi rivolgo per condividere le fasi dell’iter: dall’idea iniziale alla sua fase esecutiva. L’ho sempre fatto per le cose elaborate in passato e continuo a farlo anche per questa piccola creatura che a breve verrà alla luce.
In questo TUO progetto hai coinvolto tante/i amici comuni perché?
Proprio per quello che dicevo prima, per condividere un progetto dal suo concepimento fino alla realizzazione. Ecco come nascono le collaborazioni con Teresa Lettieri, scrittrice a sua volta ed appassionata lettrice che ha curato la prefazione del libro, con Rossella Capobianco che ci ha ospitato per questa prima uscita del libro nel suo locale assolutamente originale e innovativo (Basile Experience) e nel quale certamente organizzeremo altri eventi a tema, con la pittrice Marilena Trisolini a cui ho affidato il (delicato) compito di realizzare le copertine, con Gianni Mercuri e Donato Colangelo per quanto riguarda la realizzazione del booktrailer che fa da apripista all’uscita del romanzo. E poi una serie di altre figure a me vicine alle quali ho affidato il testo in anteprima per una prima analisi, una supervisione e, in definitiva, un giudizio di merito sulla qualità dell’opera: non mi innamoro di una cosa soltanto perché è nata dalla mia fantasia, ma soltanto se supera il “crash test” di una serie di lettori acuti e critici che mi aiutano moltissimo nel migliorare un po’ tutto l’impianto del progetto.
Pubblicato sul quotidiano ROMA a pagina 16 del 5 luglio 2017
Domenico Leccese