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INTERVISTA SCOMODA alla Dott.ssa URSULA FRANCO sul caso

PERCHÈ LA PROCURA DI BENEVENTO NON ARRESTA MARIUS UNGUREANU? Abbiamo sentito la criminologa Ursula Franco, consulente della difesa dei fratelli

PERCHÈ LA PROCURA DI BENEVENTO NON ARRESTA MARIUS UNGUREANU?

Abbiamo sentito la criminologa Ursula Franco, consulente della difesa dei fratelli Ciocan, avv. Giuseppe maturo e avv. Salvatore Nicola Verrillo. (di Domenico Leccese)

Dottoressa Franco, la sua dichiarazione a Urbanpost ha fatto scalpore tanto che è stata ripresa dalla stampa romena, ci può riferire esattamente che cosa ha detto alla giornalista Michela Becciu?

Ecco il testo originale: Riguardo a certe presunte indiscrezioni trapelate giorni fa sulla stampa scandalistica vorrei precisare che la povera Maria Ungureanu non si è mai confidata con nessuno riguardo alle violenze che subiva e che era suo padre Marius Ungureanu ad abusare di lei. Secondo le risultanze delle indagini, infatti, Maria fu abusata un’ultima volta, poche ore prima di morire, mentre si trovava in casa con entrambi i genitori, inoltre, l’unico dato riferibile ad una violenza sessuale è lo sperma del padre repertato dai RIS su una maglietta appartenente alla bambina e sulla copertina del suo lettino. Per quanto riguarda la maglietta, sia al momento del sequestro che in seguito, i genitori della Ungureanu hanno riferito a chi indagava che quel capo d’abbigliamento era in uso esclusivo alla povera Maria. Aggiungo che, ormai da più di un anno sostengo che durante l’annegamento, che fu semplicemente un evento accidentale, Maria Ungureanu si trovava in compagnia di un’amica più grande di lei, il suo nome è agli atti, Maria aveva un appuntamento con lei per una passeggiata già dal giorno precedente e proprio lei cercò poco prima di morire. Nessuno vide le due ragazzine entrare nel giardino con la piscina perché, sapendo che non avrebbero potuto entrarci, vi sgattaiolarono di nascosto. Dopo l’incidente, l’amica di Maria fuggì perché, proprio a causa di una sua leggerezza, intervenne un fatto gravissimo del quale temette di dover rispondere non solo alle autorità ma anche ai propri genitori. La testimone presente durante l’annegamento di Maria, quando è stata interrogata ha capito che gli inquirenti erano disinteressati ai suoi movimenti del 19 giugno 2016 ed erano invece molto indaffarati nel cercare di incastrare i Ciocan sulla base di un assurdo convincimento del magistrato inquirente, si è pertanto limitata a raccontare i fatti del giorno precedente, fatti che non hanno alcuna rilevanza né riguardo alla morte né riguardo alle violenze che la Ungureanu subiva, l’amica ha descritto un quadro riferibile semplicemente ad una caduta dalla bicicletta, nulla di più. Ciò che mi preoccupa è che l’autore delle violenze non sia neanche indagato e sia pertanto libero di reiterare.

Sono mesi che lei afferma che era il padre Marius Ungureanu ad abusare di Maria, perché la Procura di Benevento non l’ha ancora indagato e arrestato?

È la stessa domanda che mi pone la famiglia Ciocan, purtroppo è difficile che una Procura cambi rotta, in questo caso, le nostre istituzioni, non solo hanno permesso che venissero lacerate le vite di due ragazzi estranei ai fatti ma, per oltre un anno, hanno lasciato libero di reiterare l’autore delle intollerabili violenze subite dalla piccola Maria.

A fine ottobre verrà discusso in Cassazione il ricorso della procura che chiede ancora l’arresto di Daniel e Cristina Ciocan, che può dirci?

Tempo e soldi dei contribuenti persi, la soluzione del caso è agli atti e non ha nulla a che vedere con quella prospettata dalla Procura e dalle cd parti civili, non siamo solo noi a dirlo ma anche il GIP Flavio Cusani e i tre guidici del Tribunale del Riesame di Napoli.

Dottoressa, grazie per la sua disponibilità e buon lavoro.

Buon lavoro a voi.

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