BOB VIGNOLA, DA PICCOLO EMIGRANTE LUCANO A STAR DI HOLLYWOOD
di Leonardo Pisani Fu un vero divo dell’epoca, sia come, attore che come regista. Prolifico, con una quantità di film
di Leonardo Pisani
Fu un vero divo dell’epoca, sia come, attore che come regista. Prolifico, con una quantità di film recitati e gitati da capogiro. Siamo nel periodo del cinema muto, quando ancora si girava con la telecamera fissa. Ma il cinema era già diventato un fenomeno di massa oltre l’Atlantico. Dalla Parigi dei Lumiere la nuova patria della settima arte era Hollywood, Mecca di quel grande cinema che ha fatto della nostra realtà un sogno. Tra le sue affascinanti e carismatiche stelle, ne troviamo una tutta italiana, anzi tutta lucana. Un attore e regista, il quale si è trovato a lavorare in pellicole da primati: partecipò al primo film sulla vita di Gesù con il ruolo di Giuda Iscariota, era il 1912 e fu un campione d’incassi, e come regista diede inizio al cinema vampiresco, con The Vampire (1913), che precede il più conosciuto film a episodi “Les Vampires” di Louis Feuillade, racconta il fenomeno delle vamp, della femme fatale, di colei che strega la sua preda e la irretisce, trama che ad esempio rivedremo anni più avanti, in capolavori più famosi di Murnau come Nosferatu (1922) e come Aurora (1927). Una pietra miliare nell’epoca del muto e tutt’oggi, tra i cinefili appassionati, rimane una delle figure cardine del cinema delle origini.
Ma la storia inizia in un piccolo borgo delle montagne lucane, dove era nato il 5 agosto 1882 e registrato all’anagrafe come Rocco Giuseppe Vignola, Poi l’emigrazione con la famiglia negli Stati Uniti all’età di tre anni, crescendo nella zona settentrionale di New York. Al mondo del cinema, anzi nella storia del cinema è conosciuto come Bob Vignola. Il lucano appartiene a qual gruppo d’italiani fondamentali all’epoca del muto, conosciute anch’esse a livello internazionale: Rodolfo Valentino, Lyda Borelli, Francesca Bertini per citare alcuni attori famosi. Enrico Novelli, in arte Yambo, con il cortometraggio “Un Matrimonio Interplanetario” (1910); il grande Nino Oxilia conosciuto per “Rapsodia Satanica” (1917), e Anton Gulio Bragaglia con l’opera d’arte futurista “Thais”(1917), per citare almeno tre registi fondamentali e alcuni dei loro film più influenti del filone misterioso, fantascientifico, esoterico e drammatico . La sua Trivigno lo ricorderà con un’inedita e interessante presentazione documentario “Robert Vignola, da Trivigno a Hollywood”, ideato e prodotto da effenove srls. Un lavoro è stato realizzato dopo un’accurata e difficile ricerca di materiale storico su Vignola, recuperato dialogando con istituzioni, enti ed esperti negli Stati Uniti e in Europa. Una ricerca che, tra l’altro, andrà avanti.
Il documentario di effenove sarà presentato in anteprima a Trivigno il 28 agosto alle 20 in piazza Plebiscito. Cinema ed emigrazione, Lucania e Usa saranno i protagonisti del dibattito che anticiperà la visione sempre in piazza Plebiscito alle 18,30.
Dialogheranno il sindaco di Trivigno, Michele Marino, il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace, la storica del cinema Giuliana Muscio e il presidente della Giornate del Cinema Muto di Pordenone, Livio Jacob. Per l’occasione, in piazza Plebiscito sarà allestita un’esposizione di macchine del cinema muto, curata dalla Cineteca Lucana di Oppido Lucano.
La presentazione del documentario di effenove è il primo appuntamento di un progetto più ampio di recupero del personaggio di Vignola e di attenzione sul cinema muto, cui con effenove partecipano il Comune di Trivigno, la Lucana Film Commission, le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, la Regione Basilicata. ,
«Questa prima giornata dedicata alla figura di Robert Vignola – spiega il sindaco Marino – è solo il primo passo di un percorso di valorizzazione che porteremo avanti». L’amministrazione trivignese ha, infatti, avviato il dialogo con il prestigioso festival friulano coordinato da Jacob, in prospettiva di un “gemellaggio” con Pordenone.
Che altro dire su Vignola? Sulle nostre pagine del Roma, già ne parlammo anche con la collaboratrice Roberta Gambaro che lo descrive così: « Vignola, dunque, fu protagonista di grandi momenti di cinema, in numerosissimi film come attore, produttore e regista; la Hollister, fu attrice scelta per molti suoi film, sia nel filone vampiresco, come in “The Vampire’s Trail” e in “The Devil’s Dansant”, entrambi del 1914, sia nei ruoli drammatici di pellicole epico-avventurose e drammatiche, come ad esempio in “The Mistery of The Yellow Sunbonnet”. Ma altre stelle furono protagoniste nei film di Vignola: Rodolfo Valentino come comparsa in “Seventeen” e Clark Gable con un cameo in “Declassé”.
Il cinema muto, purtroppo, ebbe i giorni contati. Come un metafora della vita stessa, il cinema cambia non in base alle esigenze del pubblico ma stravolgendo le sue abitudini e trascinandolo con sé.
Con l’avvento del sonoro, Vignola ben presto si dovette adattare a quell’innovazione. Produsse film di scarso successo fra il pubblico ma giudicati ottimi dalla critica, come i drammatici “Broken Dreams” (1933) premiato al Festiva di Venezia, meglio conosciuto come “Sogni Infranti”, e “A Scarlet Letter” (1934)».
Gli anni ’30, dunque, vedranno la fine non solo dell’epoca del muto ma anche la storia del nostro Vignola, che si ritirerà dalla sua prolifica attività di stella del cinema.