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PARTE DOMANI L’UDIENZA PRELIMINARE SUI MALTRATTAMENTI ALL’ASILO DI VIA IONIO

di Maria Fedota POTENZA. Si svolgerà domani l’udienza preliminare, davanti al Gup Rosa Maria Verrastro, che dovrà decidere sui presunti

di Maria Fedota
POTENZA. Si svolgerà domani l’udienza preliminare, davanti al Gup Rosa Maria Verrastro, che dovrà decidere sui presunti maltrattamenti e percosse ai danni di alcuni bambini dai tre ai cinque anni: con questa accusa tre maestre della scuola materna “Il Delfino”, di via Ionio a Potenza, sono finite nei guai e dovranno difendersi anche da una richiesta di risarcimento danni. Problemi che investono pure la dirigente scolastica, accusata di non aver denunciato immediatamente all’autorità giudiziaria alcuni comportamenti violenti di cui sarebbe venuta a conoscenza.
Spetterà dunque al Tribunale di Potenza chiarire meglio i contorni di questa vicenda.
Il Gup Verrastro, nella stessa udienza dovrà decidere sull’opposizione alle archiviazioni presentate dai genitori esclusi come persone offese. Lo scorso 31 marzo 35 genitori avevano presentato richiesta di costituzione di parte civile, e gli avvocati di alcune famiglie hanno chiesto anche la citazione del Miur come responsabile civile per tutti i genitori dei bambini coinvolti nei maltrattamenti.
Gli avvocati Gerardo Bellettieri e Christian Scalese, che difendono alcune delle famiglie parte offesa nella vicenda affermano: «Inutile dire che le famiglie cercano soltanto la verità. Hanno voglia di capire cosa sia successo realmente ai loro figli. Ci auguriamo non solo un udienza preliminare celere ma che il Gup accolga il ricorso di tutte le famiglie».
I fatti. Le maestre Sara Pantone di Pomarico, e le potentine Carmen Bonomo e Gina Caricati sono accusate di aver esercitato in modo sistematico violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei bambini affidati alla loro cura e custodia, come scrive il Pm, Veronica Calcagno, nell’avviso della conclusione delle indagini preliminari «infliggendo loro inutili sofferenze fisiche e morali».
«In particolare, li strattonavano ripetutamente, li trascinavano afferrandoli con forza per le braccia o per il grembiule, talvolta facendoli cadere a terra». C’era chi «li colpiva con schiaffi al volto, alla testa, gridava, li minacciava di violenze, li umiliava e li offendeva con espressioni ingiuriose, senza ragione di rimprovero». Per questi reati le pene sono aggravate perchè commesse ai danni di minori e la pubblica accusa punta sul fatto che si tratti di reati abituali. La Pm descrive le scene nel dettaglio: una maestra avrebbe colpito i ba,bini con schiaffi alla testa , sul sedere e sulle mani, «talvolta li colpiva con calci», inveendo e minacciando di ferirli con giocattoli a forma di martello. Un clima terribile quello descritto dal pubblico ministero, in grado di ferire indelebilmente l’anima di questi bambini. «È stato grazie al coraggio di due madri – ci spiega l’avvocato Bellettieri- che si è dato il via a tutta l’inchiesta. Dopo essersi accorte del cambiamento d’umore dei propri bambini e di alcuni lividi sul braccio. Solo grazie a loro sono scattati gli accertamenti del Nucleo investigativo dei carabinieri di Potenza, che per un mesetto hanno posizionato le telecamere all’interno della scuola materna».
Scatti d’ira, minacce, schiaffi, punizioni e violenza fisica: l’accusa entra nei dettagli del sistema punitivo che avrebbero adottato le tre maestre.
Il 21 settembre 2016 le insegnanti sono state sospese, ma per due di loro Gina Cariati e Carmen Bonomo, che hanno presentato ricorso al Tribunale del riesame, è stata annullata la misura interdittiva di sospensione dal servizio di insengnante applicata dal Gip. Un provvedimento che è stato interpretato dalla difesa come una «riabilitazione».
Per i legali delle famiglie, come ci spiegano Bellettieri e Scalese, anche i bambini che hanno assistito alle presunte violenze e alla collera sfogata in quel modo avrebbero subito una forma di violenza psicologica: sarebbero stati impauriti e costretti a vedere scene violente. «Tali fatti hanno minato la serenità familiare – sottolinea l’avvocato Scalese- e provocato un turbamento psichico anche nei genitori. Noi punteremo proprio su queste violenze che se anche non sono fisiche rimangono indelebili nella mente dei più piccoli».
Insomma, domani si potrebbe rivedere la scena vista già lo scorso 17 luglio con tanti genitori presenti all’udienza in Tribunale. Ora la parola passa ai giudici.

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