«LA REGIONE NON CI HA COINVOLTI, PER QUESTO LA LEGGE È STATA BOCCIATA»
POTENZA. Ritornano a riaccendersi i fari sulle energie rinnovabili, dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo
POTENZA. Ritornano a riaccendersi i fari sulle energie rinnovabili, dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato di impugnare la legge della Regione Basilicata che a settembre a provato a reintrodurre delle limitazioni all’installazione di impianti di mini eolico, dopo che il Tar aveva annullato le linee guida per l’inserimento degli impianti nel paesaggio approvate ad aprile con una delibera della Giunta. Questa volta a parlare è l’Ame Basilicata, l’associazione degli imprenditori che si occupa di energie rinnovabili. «Avevamo ampiamente previsto questa impugnativa e se da un lato non possiamo nascondere un senso di soddisfazione per una possibile normalizzazione nel settore, dall’altro lato viviamo con grande imbarazzo questo ripetersi di insuccessi per l’amministrazione regionale che nell’ultimo anno sul tema delle rinnovabili e della tutela del paesaggio è spesso approssimativa e soccombente. La Legge Regionale numero 21 del 2017 riprendeva buona parte delle disposizioni previsti nelle Dgr 175/2017 e 284/2017 già impugnate davanti al Tar Basilicata e annullate dallo stesso Tar. Il percorso della Legge Regionale 21/2017 è stato rapidissimo, con un’approvazione effettuata in circa un mese con convocazioni straordinarie sia del Consiglio Regionale che della Terza Commissione Consiliare, come se la produzione di energia da fonte rinnovabile in impianti di piccola taglie fosse più inquinante e pericolosa per la comunità regionale rispetto alla gestione dei rifiuti, all’estrazione di Idrocarburi, alla protezione dei bacini e delle falde acquifere, agli impatti sulla salute dei cittadini». I “vincoli” sul mini eolico che la Regione aveva messo per regolamentare il settore finiscono nuovamente sotto accusa, «Una accelerazione legislativa – spiega la portavoce di Ame Basilicata, Carmen Galgano- giustificata dalle esigenze dei cittadini, che non ha avuto alcun confronto a livello istituzionale con gli operatori del settore, ma una banale caccia alle streghe che porterà ad un nulla di fatto. Scelte fatte non per il bene dei cittadini e delle comunità, bensì per le esigenze elettoralistiche di qualche politico locale che, non essendo stato in grado di governare a tempo debito le vicende del minieolico nella sua città, oggi si erge a censore cavalcando e fomentando i cittadini organizzati in comitati per difendere una manciata di voti, rifuggendo il confronto oggettivo con gli stakeholders coinvolti. Siamo venuti a conoscenza che l’Assessore all’Ambiente ed Energia Pietrantuono preannuncia il ricorso alla Corte Costituzionale sulla base del fatto che non si comprende se la scelta di regolamentare il grande eolico non possa valer anche per il mini eolico. Queste affermazioni potrebbero essere accettate se formulate al bar o in Piazza Prefettura, ma un assessore regionale non può esprimersi in questo modo su un tema così delicato, come se non conoscesse pienamente il perimetro delle competenze della regione». «Tecnici, imprenditori, maestranze, tutti gli operatori lucani del settore delle rinnovabili – continua Galgano- sono convinti della necessità di provvedere ad una regolamentazione delle attività connesse alla realizzazione e all’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, nel rispetto della collettività e dell’ambiente per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile e per la sicurezza, il benessere delle persone, il corretto utilizzo delle risorse e la qualità della vita. La tutela del paesaggio e la salvaguardia dell’ambiente e della salute non significano solo impatto visivo, ma anche qualità dell’aria, protezione del suolo e del sottosuolo, tutela delle acque e utilizzo razionale e consapevole delle risorse. La regione Basilicata sta puntando alla realizzazione di un’economia a basse emissioni di carbonio anche grazie ad interventi di efficientamento energetico e produzione da fonti rinnovabili anche a valere sui fondi Fesr e Fsc. In uno scenario di questo tipo, da un lato si dice di voler puntare decisamente sulle rinnovabili e dall’altro si fa di tutto per inibire e ostacolare gli interventi di piccola taglia (piccoli fotovoltaici, minieolici, miniidro, piccoli impianti a biomassa) che sono quelli che vedono maggiore ricaduta economica e ambientale sul tessuto locale». «Per questo invitiamo il Presidente Pittella e l’Assessore Pietrantuono ad un cambio di passo nella politica energetica regionale, alla definizione di una Strategia Energetica Regionale. Suggeriamo di pensare al futuro della Basilicata attivando percorsi virtuosi di governance e pianificazione (Piano Energetico, Piano Paesistico, ecc.) nel confronto con le parti interessate e di non farsi “tirare per la giacchetta” da chi, approfittando del proprio ruolo istituzionale cerca scorciatoie e forzature procedurali inusuali, promuovendo azioni contro il settore delle rinnovabili non per il bene della comunità ma per il proprio tornaconto elettorale. Il mondo delle rinnovabili lucane continuerà a vigilare sulle attività rimane a disposizione di istituzioni e cittadini, di amministratori e parti sociali per un vero confronto tecnico ed economico sulle scelte da compiere per lo sviluppo integrato», conclude la portavoce di Ame Basilicata, Carmen Galgano.