Vitantonio Carriero ci descrive le cascate di San Fele
Un po’ di Bradano ancora invisibile ai turisti (purtroppo). Pubblico queste foto dopo essermi imbattuto e letto su tripadvisor i
Un po’ di Bradano ancora invisibile ai turisti (purtroppo).
Pubblico queste foto dopo essermi imbattuto e letto su tripadvisor i commenti di alcuni visitatori che lamentavano di aver visto poco dei salti d’acqua del Bradano poiché la maggior parte del torrente non è visitabile.
L’impercorribilità del torrente insomma, è la lamentela principale su tripadvisor.
Che dire, questo passa il convento e se dopo anni di arrivi turistici, il torrente non è ancora percorribile, un motivo c’è ed facilmente indivduabile nella assoluta incapacità amministrativa di questo sindaco che dopo anni non è riuscito a mettere su nemmeno uno straccio di idea per valorizzare questo luogo.
Tuttavia, quello a cui assitiamo è un susseguirsi di presenze turistiche sempre in aumento a fronte di una assoluta incuranza da parte dell’amministrazione.
Suppongo che questo fatto sia davvero la dimostrazione della forza attrattiva delle cascate di San Fele.
È davvero singolare infatti, notare che quanto più l’ottusità amministrativa di questo sindaco abbia favorito il disinteresse e l’assenza di una qualsivoglia programmazione dello sviluppo delle cascate di San Fele, tanto più le presenze turistiche siano aumentate.
Certo, merito dell’Associazione ma la grande bellezza dei luoghi (cascate e boschi che le circondano, mulini e gualchiere) ha fatto il resto.
Sembra impossibile che un’amministrazione possa disinteressarsi di questi luoghi e di un fenomeno turistico così rilevante ma purtroppo è così e quello che è peggio, è che non sembra esserci nulla all’orizzonte se non qualche sporadico progettino.
MAI una pianificazione complessiva, MAI una visone d’insieme eppure, è proprio di questo che abbiamo bisogno.
Abbiamo bisogno di pianificare l’intero percorso del torrente. Ciò vuol dire che dobbiamo renderlo percorribile innazitutto (ciò che non è visibile è come se non esistesse turisticamente parlando).
Abbiamo bisogno di recuperare la storia dei luoghi e cioè la storia del torrente Bradano e il ruolo che ha avuto nei secoli passati nell’economia sanfelese con i suoi mulini e con le sue gualchiere.
È questo un punto fondamentale per programmare qualsiasi sviluppo: Non si può programmare quello che non si conosce e soprattutto quando si agisce alla cieca si corre il rischio di far danni.
Dobbiamo recuperare i mulini e le gualchiere e questo non solo a fini turistici ma anche immaginare altri utilizzi innovativi.
In altri termini: a) bisogna recuperare un paio mulini e almeno la gualchiera sul Uattniere per destinarla ad uso turistico e didattico; b) bisogna recuperare gli altri mulini e destinarli alla produzione di energia idroeletrica.
Abbiamo bisogno di legare quella che è la cultura sanfelese, a cominciare dai prodotti tipici, alle presenze turistiche attuali ed a quelle (speriamo sempre maggiori) di domani. Non è possibile che le nostre produzioni siano solo marginalmente sfiorate dai tanti turisti che arrivano. Sono tanti i modi per valorizzare le nostre produzioni tipiche che non starò a farne un simposio in questo già lungo post. Tuttavia, a dispetto di un disciplinare, il DECO, ad oggi adottato in Consiglio comunale sui prodotti tipici sanfelesi, dopo tre anni ancora non un passo è stato fatto né per implementare il DECO stesso nè per coinvolgere produttori locali. E pensare che a me, oltre che implementare un paniere di prodotti tipici mi sarebbe piaciuto recuperarne (anche se solo a fini dimostrativi) anche altri.
Penso ad esempio alla re-introduzioni di grani antichi come la Saragolla lucana che era coltivata anche in altura, sulla Correa soprattutto. Ecco, per finirla qua, è un passo necessario in qualunque pianificazione che le produzioni tipiche (quelle attuali e quelle recuperabili) interagiscano con un fenomeno turistico di questa portata.
Mi fermo qua, ovviamente questo e tanto altro ancora ci sarebbe ancora da dire e fare, ma qualunque siano i nostri intenti non si può che partire dallo studio del luogo e dalla sua percorribilità.
Abbiamo bisogno quindi un progetto complessivo poiché è ormai chiaro a tutti che il fenomeno delle cascate ha bisogno di valorizzazione, e la valorizzazione si fa con i programmi e con i soldi (per dirla chiaramente).
Temo però alla fine di questo post che la valorizzazione e la programmazione si possa fare solo …con un’altra amministrazione. Questa è troppo scadente.
Domenico Leccese