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La Fabbrica del Talento vince a Los Angeles come miglior video clip musicale

LA FABBRICA DEL TALENTO  complimenti a Luca Acito iniziamo l’anno così : La Fabbrica del Talento vince a Los Angeles

LA FABBRICA DEL TALENTO 

complimenti a Luca Acito iniziamo l’anno così : La Fabbrica del Talento vince a Los Angeles come miglior video clip musicale
http://bit.ly/2DVLBgM

La Fabbrica del Talento 
ovvero

Il video è come un maiale, pensato e prodotto per essere gustato in tutte le sue parti!

A Luglio 2016 hanno iniziato a tampinarmi per la seconda volta.

I 2eleMenti volevano un videoclip per il loro nuovo progetto discografico. Sono 2 “soggetti” i 2 eleMenti. Ti si attaccano alle costole ed è difficile seminarli! 

Avevo già realizzato un videoclip per loro nel 2015 – Trasfigurazione – sperimentando una maniera “casereccia” per produrre un video professionale qui a Matera. Non Matera città dei Sassi, no Sassi, no cartoline. Ma Matera delle persone, dei professionisti capaci di adattarsi e mettere le loro conoscenze a servizio del “cinema”. Così abbiamo girato Trasfigurazione, chiedendo in prestito una sala del CSOA Fucine dell’ECO / ex Teatro dei Sassi dove sono praticamente cresciuto, ricostruendo una scenografia con le pareti mobili progettata e realizzata da Luigi De Pace, un grande amico e collaboratore dello Studio Antani, un uomo con una grande manualità e capacità di “fare le cose” ma senza nessuna esperienza nel “cinema”. 

Abbiamo girato nel weekend del 1 Maggio, la città piena di turisti e il nostro generatore di corrente che andava a palla! Il videoclip era stato pensato a partire dalle riflessioni dei 2eleMenti, ma invece di giocare sulla dualità classica delle lotte interiori abbiamo giocato con la complessità delle voci che si muovono dentro di noi. E così i nostri personaggi si sono alternati sul set per costruire questa visione corale: un uomo anziano, un ragazzone, due gemelline e un femminone!

Il videoclip è questo:

A Luglio 2016 i 2eleMenti si ripresentano con l’idea di dare luce e immagini in movimento al loro nuovo singolo. “La Fabbrica del Talento” è un brano strano a metà tra il pop e la festa di paese, un circo musicale che sembra scritto per un musical più che per la radio. I 2 Vito – così si chiamano i 2eleMenti – hanno scritto una favola nera e mi chiedono di visualizzarla. Atmosfere alla Tim Burton, personaggi e costumi pazzeschi, scenografie circensi e enormi scene di massa… le Menti dei 2eleMenti avevano partorito un lungometraggio, ma il budget non permetteva niente di tutto questo.

Ho provato a rifiutare più volte, ma i Vito si sono messi di impegno e dopo un po’ mi è venuta un’ idea: invece di girare la “fiction” de La Fabbrica del Talento perché non realizzare un “documentario”? Invece di creare una favola nera ispirata alla cinica realtà del mondo dei talent perché non diventare noi stessi una Fabbrica del Talento?

Il primo passo è stato economico: un “premio” in palio di 500€ per il vincitore, ovvero il protagonista del videoclip, per incentivare alla partecipazione quanta più gente possibile.

Il secondo passo è stato il “dove”: andare fuori, a Bari, a Napoli, a Roma, a Milano per fare casting e cercare il protagonista del videoclip, attingendo a tutto il mondo di aspiranti star a cui si ispira il brano, oppure esplorare territori “nuovi” e cercare qualcosa di diverso.
La domanda a cui siamo arrivati è stata “che succede se porto il talent in giro per i piccoli paesi della Basilicata”?

Abbiamo organizzato il nostro tour mobilitando il web, i giornali, le reti di associazioni locali, gli amici in giro per la Basilicata e a Gennaio siamo partiti per una settimana con il furgone e la nostra Fabbrica del Talento!

Da subito è stato chiara l’intenzione di proporre – nel nostro piccolo – un modello differente di talent : siamo abituati a pensare (e vedere) i casting cercando il ridicolo, la voce stonata, il personaggio bizzarro, il grottesco… l’idea di andare nei piccoli centri poteva spingerci in questa direzione, ma abbiamo deciso di agire in una forma totalmente diversa. Ogni giorno abbiamo scaricato, montato e attivato la nostra “macchina” cinematografica ospitando persone, artisti e passanti.

Con ognuno di loro abbiamo deciso di “giocare” al cinema, con ognuno di loro abbiamo improvvisato e cercato di esaltare il buono che c’era in ogni esibizione. E così un ragazzo che si è presentato per cantare a cappella “Il piave mormorava” è diventato uno scout infuriato che fa a brandelli enciclopedie, un duo con uno spettacolo di divulgazione scientifica è diventato il protagonista di una scena romantica anni ’80, un’ attrice arrivata quasi per caso è diventata una dottoressa che analizza e poi distrugge dei bellissimi cupcake…

La protagonista del videoclip è una bambina di 11 anni di Venosa, che per gioco si è presentata durante i casting tenuti a Rionero in Vulture, una bambina bellissima con un viso “inquietante” che buca lo schermo in grado di cantare, ballare, recitare con uno spirito ludico e serio perfetto per il (nostro) cinema!

Alla fine di una settimana di tour abbiamo provinato più di 70 persone e siamo tornati a casa stanchi ma arricchiti dall’esperienza umana oltre che dalla mole di materiale video creato!

Abbiamo deciso di dare spazio a tutti e creare un videoclip corale, bizzarro, ricco e assurdo come l’esperienza che abbiamo vissuto in giro per la Basilicata.
Il 7 Aprile abbiamo pubblicato il videoclip e ad oggi – su Facebook – il contatore delle visualizzazioni ha superato i 100k click.

A differenza di un “normale” videoclip abbiamo lavorato a partire dall’idea di un dispositivo cross-mediale – o se preferite – abbiamo creato un’ operazione mediatica corale che è partita dalla call per i casting e non si è fermata alla sola pubblicazione del video. Il coinvolgimento di tante persone, le improvvisazioni create durante le audizioni, il materiale girato (più di 600GB), il poco spazio riservato a ognuno all’interno del videoclip (apparizioni lampo da 1-2 secondi), il gioco di luce dei ritratti finali… tutto questo ci ha spinti a creare una serie di contenuti audiovisivi (piccoli video, gif animate, fotografie di scena, quadri/screenshot) che raccontano il piccolo universo che abbiamo esplorato. E così dal 7 Aprile – data di uscita del videoclip – abbiamo iniziato a pubblicare su Facebook, Instagram e Twitter le nostre greetings card, le cartoline “ricordo” de La Fabbrica del Talento.

Ci siamo mossi seguendo una logica antica e al tempo stesso estremamente contemporanea: del maiale non si butta via niente! Soprattutto se lo hai allevato e nutrito con tutte le attenzioni necessarie.

Aver dedicato tempo e cura a ognuno dei partecipanti del nostro talent, aver giocato con loro movimentando luci, ottiche e punti macchina è stato come crescere il maiale, dargli da mangiare il foraggio migliore e ogni tanto massaggiarlo pure! Ma fin qua non ci sarebbe alcuna differenza con una canonica produzione audiovisiva…tutti provano a mettere il massimo nel proprio lavoro!

Ma a differenza di altre produzioni, questa volta non abbiamo servito solo la pietanza principale, non ci siamo limitati a pubblicare e diffondere il videoclip gettando tutto il resto.
Abbiamo fatto i conti con la morte di Mtv e la nascita di un nuovo linguaggio legato al web e ai social e siamo andati a ripescare una soluzione da un altro mondo a noi molto vicino. Non se la prendano i vegani, ma qui da noi l’uccisione del maiale è una festa collettiva: si uccide il maiale, si mangia tutti insieme e poi le varie parti vengono separate e distribuite. Non si butta via niente!

Allo stesso modo noi abbiamo pensato al video come a un maiale, prodotto per essere gustato in tutte le sue parti. Abbiamo applicato questa filosofia arcaica e agricola alla fase di creazione e a corredo della portata principale (il videoclip ufficiale) stiamo servendo le altre portate sui diversi social network per continuare a raccontare e veicolare l’attenzione sul nostro video.

Abbiamo giocato al cinema con lo spirito dei bambini che si ritrovano in un nuovo luna park (mediatico) e con la serietà di un anziano che deve uccidere il maiale che ha cresciuto con tanta fatica!
Per questa capacità di giocare ringrazio i miei compagni di viaggio Renzo O. Angelillo – direttore della fotografia, Michele Chester Mostacci – assistente alla regia, Luigi de Pace – scene e Marilena Girardi – costumi…ognuno di loro ha fatto molto di più della pura “mansione tecnica” e grazie a loro mi è tornato spesso in mente questo testo/poesia di Jean-Luc Godard con cui chiudo.

Lettera ai miei amici per imparare a fare cinema insieme

Io gioco
Tu giochi
Noi giochiamo
Al cinema
Tu credi che ci sia
Una regola del gioco
Perché sei un bambino
Che ancora non sa
Che è un gioco e che è
Riservato ai grandi
Dei quali fai già parte
Perché hai dimenticato
Che è un gioco per bambini
In che cosa consiste
Ci sono diverse definizioni
Eccone due o tre
Guardarsi
Nello specchio degli altri
Dimenticare e conoscere
Presto e lentamente
Il mondo
E se stessi
Pensare e parlare
Che strano gioco
È la vita 

Domenico Leccese

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