MEDITERRANEO NO SCORIE SU RIBALTAMENTO CISTERNA
Il Comitato Mediterraneo No Scorie fa sapere di aver notificato l’ istanza di accesso ai documenti relativi alle operazioni di
Il Comitato Mediterraneo No Scorie fa sapere di aver notificato l’ istanza di accesso ai documenti relativi alle operazioni di bonifica eseguite a seguito del ribaltamento di autocisterna e contenente olio esausto avvenuto lo scorso 6 novembre 2017.
Spiega il comitato “In effetti, a causa del ribaltamento di un’autocisterna l’Asm ha chiesto al sindaco di Salandra, Gianfranco Tubito, l’emissione di un’ordinanza che vieti l’utilizzo dell’acqua per qualsiasi scopo nella zona coinvolta dallo sversamento.
L’incidente, avvenuto in seguito al ribaltamento dell’autocisterna proveniente dalla provincia di Taranto e diretta a Pignola, probabilmente a causa della strada resa viscida dalla pioggia, determinò la chiusura dell’arteria per circa 24 ore per ripulire l’asfalto, rimettere in sesto il mezzo e bonificarlo della parte residuale dell’olio rimasto nelle cisterne.
L’autocisterna trasportava olio esausto da utilizzare per la bitumazione delle strade, sostanza estremamente pericolosa e dannosa per l’ambiente che si è purtroppo riversata non solo sull’asfalto creando al manto stradale rilevanti danni, ma è poi confluito nelle cunette.
L’Anas, proprietaria della strada ha dovuto procedere direttamente alle operazioni di bonifica a causa dell’inerzia “definitiva” della ditta proprietaria del mezzo.
Nelle settimane successive Mediterraneo no scorie con le telecamere di Jonica tv si è recata sul luogo dell’incidente per verificare lo stato del recupero dell’olio esausto e in quell’occasione abbiamo constatato che, purtroppo, parte delle sostanze erano ancora presenti, all’epoca delle riprese video, nelle cunette con grave pericolo per l’ambiente, le falde acquifere e di conseguenza per la salute dell’uomo.
Ad oggi sembra che l’olio esausto è stato rimosso ma a questo punto è necessario sapere in che modo il recupero è avvenuto e se l’ARPAB e la Regione Basilicata ha disposto il monitoraggio delle falde.
Continua lo stesso comitato “E’ necessario anche sapere a quanto ammonta il costo sino ad oggi sostenuto per i predetti lavori visto che l’Anas ha dichiarato che la ditta che trasportava i rifiuti è rimasta inerte costringendola così a intervenire e a recuperare il materiale.
Il fatto pone alla luce un problema che noi, in tutti questi anni, abbiamo sempre sottoposto alla Regione Basilicata ossia quello delle polizze fideiussorie in materia ambientale per assicurare il trasporto su ruote di sostanze altamente pericolose per l’ambiente.”
In effetti, in caso di danno o disastro ambientale anche se la legge prevede che il risanamento è a carico del responsabile, qualora questo è insolvibile ricade sulla collettività la necessità di farsene carico.
Non ci risulta, salvo smentite, che per il trasporto di petrolio, di reflui petroliferi e di olio esausto che è imposta una simile clausola di garanzia.
Siamo quindi, alle solite. I cittadini lucani devono sostenere non solo i costi ambientali ma anche quelli economici per l’inquinamento perché quando a pagare sono gli enti pubblici gli effetti ricadono , per ovvie ragioni, sulla collettività, il tutto per colpa di una politica non attenta e insensibile a questioni così importanti.
L’accesso alle informazioni ambientali su questo grave incidente e sulle operazioni di recupero e eventualmente di bonifica e/ o monitoraggio è stato quindi inviato al Comune di Salandra, all’Arpab e alla Regione Basilicata.
Conclude il comitato “Auspichiamo non solo una celere riposta sulla domanda di accesso alle informazioni ambientali ma soprattutto l’interesse della politica sulla vicenda”.
Domenico Leccese