IL CINEMA DEI VAMPIRI E DEI CANNIBALI, IDEATO DA LUCANI
di Leonardo Pisani Il primo film sul genere vampiresco venne ideato e realizzato dal lucanissimo Robert G. Vignola, al tempo
di Leonardo Pisani
Il primo film sul genere vampiresco venne ideato e realizzato dal lucanissimo Robert G. Vignola, al tempo celeberrimo ed osannato attore e regista del film muto ad Hollywood. Anche se erroneamente viene riportato il Nosferatu di Murnau, capolavoro del cinema espressionista, girato nel Nosferatu 1922, dove per la prima volta appare sullo schermo Dracula, nella pellicola chiamato Conte Orlok, interpretato da Max Schreck. La storia è la riproposizione del romanzo Dracula del 1897 di Bram Stoker. Nome dei protagonisti e luoghi furono cambiati per evitare problemi legali per i diritti d’autore, ancora vigenti. Friedrich Wilhelm Murnau fu comunque querelato dagli eredi Stocker e condannato a distruggere la pellicola. Per fortuna una copia “clandestina” fu salvata dal regista.
Ma in ogni caso, il primo vampiro, anzi la prima vampira fu di Rocco Giuseppe Vignola nato a Trivigno il 5 agosto 1882. Passiamo a quel genere che tanto spopolò negli anni 70.
Il padre italiano dei “cannibali” anzi colui che è considerato l’inventore il “padre” del cannibal-movie è un lucano, che innovò il genere portandolo da poche scene horror in notturna a atmosfere notturne a veri lungometraggi alla luce del sole in suggestive ambientazioni esotiche.
Nato a Potenza il sette maggio 1939, Ruggero Deodato si trasferisce a Roma con i genitori a quattordici anni nel quartiere Parioli,rinomati della capitale dove risiedevano numerose personalità del cinema, con le quali inizia ad avere i primi contatti.
Il suo debutto nel mondo della celluloide è come comparsa nei film di Domenico Paolella nell’esilarante Destinazione Piovarolo con il grande Totò, dove il genio napoletano fa il capostazione Antonio La Quaglia in uno sperduto paese e in compagnia di uno dei Mille che aveva sentito il Generale Garibaldi dire a Bixio : “Mio caro Nino qui o si fa l’Italia…” E sul punto di morte, tutti i politici a cercare di convincerlo a finire la farse con fascista, socialista, democristiana, socialista, ecc ecc.
Poi Deodati inizia con la regia, prima con Sergio Corbucci – in Django tutti gli esterni in Spagna li gira lui -, Riccardo Fredae Antonio Margheriti, con il quale esordisce nella regia nel 1964.
Il film è Ursus il terrore dei Kirghisi ed è una co-regia tra i due. Poi Deodato abbandona il cinema e passa alla televisione ed alle pubblicità, gira molti spot anche famosi tra cui Piaggio, Fiat, Philips, sottilette Kraft e De Longhi. Ma il cinema richiama ed il lucano entro nella storia della settima arte con Ultimo mondo cannibale del 1977, che scandalizzò l’Italia. La pellicola fece conoscere il regista in tutto il mondo per le sue immagini scioccanti e una violenza molto realistica. Poi gira nel 1980 Cannibal Holocaust, il suo film più famoso, che gli valse l’appellativo di Monsieur Cannibal dai francesi. Considerato uno dei più agghiaccianti e controversi della storia del cinema, per il quale Deodato finì in tribunale e condannato a quattro mesi di reclusione, 400mila lire di multa e un mese di prigione con condizionale. Nel 1985 con “Inferno in diretta” conclude la trilogia dei cannibali. Deodato ha influenzato registi come Oliver Stone, Quentin Tarantino e Eli Roth.