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DALLA BASILICATA UNA LEGGE DI GRANDE CIVILTA’

di Antonella Scorzerto/ interprete LIS Il processo è lungo e farraginoso, tutto passa attraverso un iter legislativo che riconosca figure

di Antonella Scorzerto/ interprete LIS

Il processo è lungo e farraginoso, tutto passa attraverso un iter legislativo che riconosca figure e ne garantisca diritti e doveri, oltre che assicurare la degna formazione per giungere ad un risultato che è non solo il conseguimento di un titolo professionale ma anche e soprattutto la possibilità di esercitare la libera professione in ambiti specifici.

Antonella Scorzeto

In Italia esistono ancora molte professioni non riconosciute, ultimamente dopo un lungo periodo si è giunti al riconoscimento della professione dell’educatore e del pedagogista a livello nazionale con la legge Iori, ed allo stesso modo ci si è adoperati per riconoscere la professione dell’interprete LIS in varie regioni d’Italia, ne prima ma nemmeno ultima, la regione Basilicata il 20 novembre 2017 ha approvato una proposta di legge presentata nel 2015.
La legge, “Disposizioni per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva”, nei suoi 12 articoli garantisce il diritto di uguaglianza e pari dignità sociale senza distinzione di razza, religione e lingua, sancito nella Nostra carta costituzionale all’ art.3; oltre che a tutelare minoranze linguistiche insediate sul territorio promuovendo “apposite norme”, come da art.6 della Costituzione.
La summenzionata Legge Regionale, approvata all’unanimità, dal Consiglio Regionale, all’art.1comma 3 recita così: “La Regione promuove l’eliminazione di ogni forma di discriminazione, sulla base della disabilità…” per promuovere tutto ciò nell’art.2 sono elencati e specificati tutti gli interventi posti in essere, dall’accesso all’informazione ad interventi per rendere effettivo il diritto allo studio, dalla messa a disposizione di forme di assistenza attraverso servizi di interpretariato a mezzi e strumenti tecnologici atti ad abbattere le barrire comunicative.
Inoltre e non per ultimo la legge articola sulla professione dell’interprete, quale risorsa per promuove la piena accessibilità delle persone sorde segnati, e come tale vuole essere un mezzo per tutelare un diritto tanto delle persone sorde quanto di chi esercita una professione, ancora non tutelata e non riconosciuta, se non dalle singole Regioni. La Regione Basilicata, nelle persone che si sono fatte promotrici e firmatarie, della prima PDL e poi Legge a tutti gli effetti, ha dato una grande dimostrazione di civiltà tutelando gli intutelati e garantendo professioni che da sempre non trovano collocazioni in quadri professionali ed economici, rendendo anche trasparente il percorso formativo-qualificante che è necessario intraprendere per poter essere dei reali interpreti, garanti del processo comunicativo delle persone sorde.
Ed inoltre, sicuramente una legge che attiverà in ogni punto nascita regionale lo screening uditivo neonatale al fine della diagnosi precoce, è una garanzia di tutela sanitaria non solo per i pochi ma per tutti, per tutte le madri e i padri che hanno il diritto-dovere di sapere dello stato di salute del proprio figlio e poter effettuare scelte educative e riabilitative adeguate e precoci
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Una legge con questa attitudine non può che riscuotere solo effetti postivi. AD MAIORA

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