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I bambini possono essere vittima di due tipi di child sexual offender

Gli abusi sessuali da un punto di vista criminologico analizzato dalla Dott.ssa URSULA FRANCO  Dott.ssa Franco, ci ciarisce chi sono

Dott.ssa URSULA FRANCO

Gli abusi sessuali da un punto di vista criminologico analizzato dalla Dott.ssa URSULA FRANCO 

Dott.ssa Franco, ci ciarisce chi sono i pedofili molestatori ed i predatori sessuali violenti?

I bambini possono essere vittima di due tipi di child sexual offender:

I pedofili molestatori intrattengono attività sessuali con bambini prepuberi. Statisticamente è più frequente che le vittime siano di sesso femminile. Nel 30% dei casi sono familiari delle piccole vittime. Nella maggior parte dei casi, i pedofili molestatori approcciano le loro vittime attraverso manifestazioni di affetto o di generosità o agendo molestie apparentemente innocue camuffate da giochi, solo gradualmente conducono i bambini verso gli abusi veri e propri, a causa di questi meccanismi manipolatori le vittime degli abusi cronici non vivono l’abuso in modo immediatamente traumatico e nella stragrande maggioranza dei casi non rivelano a nessuno di essere sottoposte a molestie né si ribellano né minacciano né denunciano il loro carnefice; i bambini non si ribellano agli abusi perché, nel momento in cui li subiscono non li riconoscono come tali, solo da adulti ne comprendono il significato integralmente e non sempre; ciò che caratterizza gli adulti che hanno subito abusi da bambini è la rabbia, una rabbia dovuta al fatto di non essersi sottratti, di non aver reagito, proprio perché incapaci di decifrare ciò che gli stava accadendo. I bambini abusati non solo non sono in grado di riconoscere gli abusi come tali a causa della loro immaturità e della gradualità con la quale vi vengono sottoposti ma non li raccontano perché temono di non venir creduti e perché provano vergogna e senso di colpa; inoltre, spesso, hanno paura di perdere un adulto significativo per la loro esistenza dal quale dipendono emotivamente ed economicamente.

I predatori sessuali violenti spesso uccidono le proprie vittime usando le mani o armi da taglio o entrambe; alcuni agiscono atti sessuali veri e propri, quelli impotenti si cimentano in atti sessuali sostitutivi.

Un predatore sessuale violento è Luigi Chiatti, conosciuto come il Mostro di Foligno. Chiatti ha ucciso due bambini prima di essere arrestato, Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13 anni.

Un altro predatore sessuale violento è Massimo Giuseppe Bossetti. Bossetti è stato condannato in primo grado per l’omicidio di Yara Gambirasio, 13 anni.

Generalmente i bambini vengono identificati come vittime di abusi da familiari, educatori o sanitari.

Non perché denuncino le molestie né per la presenza sul loro corpo di segni fisici di abuso sessuale che spesso sono assenti, ma solo perché gli adulti riconoscono in loro alcuni degli indicatori secondari di abuso sessuale quali depressione, paura o disgusto per alcune persone o luoghi, ansia, disuria, encopresi, enuresi, disturbi del sonno, disturbi del comportamento alimentare, comportamento autolesionista, peggioramento dell’andamento scolastico, lavaggi eccessivi, comportamento sessuale inadeguato etc, etc.

I pedofili molestatori, quando le circostanze glielo permettono, agiscono abusi sulle stesse vittime per anni, per questo motivo non hanno ragione di sopprimerle?

Il 10% dei soggetti abusati sperimenta un’amnesia dell’abuso che può essere seguita da un ritardato recupero mnestico scatenato da fattori interni o esterni quali possono esserlo la morte dell’abusante o le confidenze ricevute da altre vittime o un colloquio con un esperto per disturbi comportamentali correlati all’abuso.

Solo le vittime che sopravvivono ai predatori sessuali violenti denunciano nell’immediatezza la violenza subita, a meno che non appartengano a famiglie disfunzionali?

A volte i loro carnefici ricorrono alle minacce per impedirgli di rivelare gli abusi ma in questi casi le violenze vengono spesso riconosciute dai familiari o dagli educatori grazie ai visibili segni fisici.

Dott.ssa Franco le mancate denunce da parte dei familiari, a cosa sono dovute principalmente?

– Gli abusi senza segni fisici visibili possono passare inosservati ai genitori che disconoscono o sottovalutano gli indicatori secondari di abusi.

– Nel caso di abusi con segni fisici visibili gli indumenti del bambino sono spesso macchiati di perdite ematiche o fecali (encopresi) o di secrezioni causate dalle malattie infettive sessualmente trasmesse dall’abusante alla vittima, questi segnali non possono che essere rivelatori, in specie, per una madre.

Dott.ssa Franco perché le madri tollerano l’abuso in ambito famigliare?

Le madri delle vittime spesso tollerano l’abuso perché sono a conoscenza del fatto che colui che abusa dei loro figli è un familiare dal quale dipendono economicamente ed emotivamente e perché temono il giudizio della comunità in cui vivono, a volte hanno subito abusi loro stesse e se ne sono addossate la colpa per evitare scandali.

Alcune madri, che a loro volta sono state vittime di abusi, possono provare un senso di compiacimento nel sapere che i loro figli sono abusati, spesso non partecipano agli abusi in prima persona ma, da un punto di vista psicopatologico, non sono dissimili dagli abusati/abusanti pur ricoprendo un ruolo passivo.

Dott. Ursula Franco, una madre a conoscenza di abusi, che non protegge la prole in quali reati penali incorre?

– Una madre a conoscenza degli abusi, che non protegge la propria prole, incorre nel reato di concorso omissivo in violenza sessuale (art. 609 bis C.P.), ella è infatti tenuta per legge a scongiurare il verificarsi degli episodi illeciti o quantomeno la loro perpetuazione, avendone la concreta possibilità.

In conclusione, cosa può fare una madre per evitare tali episodi?

L’intervento che le si richiede non consiste necessariamente nell’evitare materialmente l’evento lesivo attuando una difesa del bene giuridico mediante strenua opposizione materiale o esplicazione di una vis fisica contro l’aggressore, essendo per contro sufficiente allertare l’Autorità in modo da consentire a quest’ultima di attivarsi così da evitare l’illecito (o la sua reiterazione) mediante i mezzi di coazione di cui essa dispone.

Domenico Leccese

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