La città e l’impianto record nell’Ue, lungo un chilometro e trecento metri. Da opera visionaria a incubo. Il sindaco: «Pochi fondi per gestirlo»
La storia Potenza, scale mobili in crisi «Piove dentro e si fermano» La città e l’impianto record nell’Ue, lungo un
La storia
Potenza, scale mobili in crisi «Piove dentro e si fermano»
La città e l’impianto record nell’Ue, lungo un chilometro e trecento metri. Da opera visionaria a incubo. Il sindaco: «Pochi fondi per gestirlo»
di Agostino Gramigna su Corriere della Sera
Il sindaco di Potenza, Dario De Luca, non si nasconde. Il problema c’è
«Non su tutti i quattro impianti», precisa. «Però le infiltrazioni di acqua esistono, in altre parole ci piove, non posso negarlo. La gente rischia di scivolare. E nella scala più lunga, quella più recente, beh ogni tanto si blocca. Problemi di manutenzione. I pedoni scarseggiano». Si tratta di uno di quei luoghi neutri che appartengono a tutti e a nessuno, dove la gente s’incontra quasi senza vedersi. Le scale mobili. La particolarità di Potenza è che ce ne sono così tante da non avere equivalenti in nessuna parte del mondo, fatta eccezione per Tokyo. Il record spetta alla quarta scala, l’ultima a essere inaugurata otto anni fa, lunga milletrecento metri, chiamata del Ponte attrezzato. In Europa di opere così non ce ne sono. Il problema però, ammesso dallo stesso sindaco, è che spesso non funzionano. Ma questo non è tutto.
Opera visionaria
Se si guarda all’opera come idea, promessa anni fa ai cittadini come moderna visione, allora è il sogno di una città verticale che appare svanire, quello di spostare migliaia di cittadini da una parte all’altra dei quartieri con scale mobili, metropolitana e navette ai parcheggi. Insomma un sistema integrato di trasporti pubblici che avrebbe dovuto eliminare le auto. A Potenza. Il sogno può infrangersi a qualunque ora della giornata. Se una scala si ferma bisogna farsela a piedi, in salita. Se piove dentro non bastano i secchi messi in un qualunque punto per raccogliere l’acqua. Il rischio di cadere e farsi male è alto. Potenza è costruita su una montagna. Forse per questo i cittadini non si fidano e snobbano la «grande opera». Così sono in pochi a prendere la scala mobile e l’auto resta il mezzo più utilizzato.
Post terremoto
La storia delle scale parte da lontano. Potenza anni Ottanta, post terremoto. Le giunte dell’epoca puntato a rivoluzionare la mobilità urbana. L’aiuto viene dai fondi europei. L’idea è semplice: collegare il centro con le periferie. I dati sfornati ai cittadini sembrano incoraggiare la bontà del progetto: quattro mega scale mobili avrebbero dovuto trasportare circa 12 mila passeggeri al giorno. Gli anni passano, i costi aumentano, nel 2014 arriva il nuovo sindaco, De Luca, che dichiara il «dissesto finanziario».
Il Comune non ha i soldi per la manutenzione straordinaria, resta proprietario della struttura ma ne affida la gestione a un’azienda privata, Trotta. Che decide di far pagare il pedaggio 25 centesimi. La situazione non cambia. Forse peggiora.
Chi arriva a Potenza e dalla stazione centrale decide di prendere una delle scale mobili, sperimenta la sensazione di trovarsi in un luogo che un tempo doveva essere altro. La muffa alle pareti, come segni artistici impressi dall’umidità che penetra dall’alto, secchi sparsi qua e là, scale spesso immobili, luci al neon che illuminano i quadri dipinti dagli studenti che avrebbero dovuto abbellire il percorso, pochi passanti, silenzio.
Dissesto finanziario
«Quando sono arrivato in Comune nel 2014 ho scoperto che la manutenzione veniva pagata ma non era mai stata effettuata — accusa il sindaco — Guido una maggioranza trasversale. In giunta l’equilibrio è fragile, il mio compito non è dei più facili».
Sedici minuti è il tempo che ci vuole per andare dal centro città al rione Cocuzzo, case popolari, se si prende la scala mobile lunga milletrecento metri.
Quando è in funzione. Il problema è la manutenzione. Il blocco di una sola rampa si ripercuote su tutta la linea, che infatti spesso è semideserta. Manutenzione. Il sindaco promette miglioramenti. Ma ammette: «L’abbiamo affidata a una società, Schindler. Purtroppo stiamo avendo qualche problema, vanno troppo per le lunghe».
Poi annuncia: «Chiederò alla Regione un nuovo piano della mobilità: che i circa 250 autobus extraurbani che arrivano a Potenza si fermino al parcheggio in prossimità delle scale. Perché non si fermano? Cosa ci vuole? Forse la Regione non ci ha preso in considerazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA 20 febbraio 2018 (modifica il 20 febbraio 2018 | 22:43)
Il Commento a caldo di Luigi Scaglione :
“LA NUOVA FIGURACCIA DELLA CITTÀ DI POTENZA OGGI ADDIRITTURA SUL CORRIERE DELLA SERA
BUONGIORNO POTENZA – Un’altra figuraccia, nazionale per non dire mondiale, visto che il Corriere della Sera di questa mattina, ci sbatte sul giornale come modello imperfetto.
La cosa sempre più grave, è che il Sindaco di destra De Luca, sostenuto da transfughi ex Pd e oggi LeU e da schegge impaurite dello stesso Pd, scarica sulla Regione e dimenticando di non aver un piano organico di traffico e trasporti sostiene di non essere stato “tenuto in considerazione”.
Alla fine, Regione e suoi amministratori che hanno concesso 32 Meuro, “cornuti e mazziati”. Senza vergogna.”
A tarda sera arriva anche la dichiarazione dell’ex Sindaco Vito Santarsiero
Basta.
“Solita storia e solite bugie.L’affermazione del sindaco al Corriere della Sera sul tema scale mobili che “ quando sono arrivato in Comune nel 2014 ho scoperto che la manutenzione veniva pagata ma non era mai stata effettuata” è gravissima,ci aspettiamo le denunce,è il momento di smetterla definitivamente con le calunnie e il fango. La verità è che le scale mobili funzionavano perfettamente come perfetta era la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria.In città funzionava un sistema integrato di trasporto centrato su bus,scale mobili, ascensori, metropolitana leggera ( FAL), parcheggi.Il sistema meccanizzato in particolare registrava oltre 16.000 passaggi al giorno e la città di Potenza era riferimento europeo per il suo sistema di mobilità urbana, a tutto vantaggio dei cittadini, dell’ambiente (grazie alla riduzione del traffico veicolare) e del centro storico che veniva adeguatamente servito.Oggi siamo al disservizio totale e al degrado di una struttura e di un sistema che erano apprezzati da tutti.
E non si utilizzi il solito paravento di un dissesto voluto per il quale ,è bene sottolineare, la regione ha versato al comune decine di milioni di euro che non consentono minimamente di parlare di carenza di risorse.
E poi si dica chiaramente che a danno di tutti ed in maniera del tutto illegittima e misteriosa non si fa pagare alla ditta Trotta né la manutenzione ordinaria degli impianti di cui incredibilmente si fa carico il Comune nonostante gli obblighi contrattuali,nè la manutenzione straordinaria ( che era prevista dal bando a carico della ditta) fatta sparire incredibilmente e contro ogni norma di legge dal contratto.In pratica tutto ciò che sono costretti a pagare i cittadini per la manutenzione degli impianti erano spese che dovevano essere sostenute dalla ditta Trotta, perché accade ciò ?
Perché , come denunciato in una interrogazione dal consigliere Campagna,si liquidano impropriamente alla ditta Trotta 300.000 € invece che trattenerle per non aver pagato da anni la stessa una somma di 500.000 € relativa all’acquisto dei bus?Sono domande che esigono risposte, domande che hanno a che fare con i temi della trasparenza e della legittimità amministrativa e contabile.
Sono ormai quattro anni che ai rilievi fatti su tante anomalie si oppone il silenzio oppure la solita cantilena di un dissesto che ancora una va ribadito è stato voluto e fatto da questa amministrazione e di cui la città paga durissime conseguenze.”
Archivio FOTO :
Scale Mobili "Santa Lucia"
Pubblicato da Domenico Mimmo Leccese su martedì 30 aprile 2013
Domenico Leccese