A RISCHIO LE QUOTE DEL POTENZA CALCIO
Il primo riflesso lucano delle vicende giudiziarie di Caiata, secondo i rumors toscani, potrebbero interessare anche la società Potenza Calcio.
Il primo riflesso lucano delle vicende giudiziarie di Caiata, secondo i rumors toscani, potrebbero interessare anche la società Potenza Calcio. Secondo i capi di imputazione per i quali la Procura sta indagando, la condanna per Caiata, in caso di accertata responsabilità, prevede una pena fino a 12 anni di reclusione. In tale ottica, gli inquirenti potrebbero pensare di fare una richiesta, agevolmente ottenibile, di sequestro preventivo delle quote del Potenza Calcio. Ovviamente, se come la Procura immagina, c’è un’ipotesi di riciclaggio di danaro è ovvio che anche i soldi spesi nell’attività sportiva saranno necessariamente passati al vaglio degli inquirenti. Molte le zone grigie che dovranno necessariamente essere portate alla luce. Tra le altre cose Caiata non risulta stranamente essere il legale rappresentante della società dilettantistica Potenza Calcio, giacchè risulta, almeno sulla carta, essere tale Flammia. E poi bisognerebbe capire come mai si è sentita l’esigenza di operare anche con una seconda società, manco a farlo apposta, che si chiama sempre Potenza Calcio, ma che opera nel settore “Communication”.
Non si poteva gestire come ordinariamente avviene, sia l’aspetto sportivo che quello della raccolta pubblicitaria, con un’unica società? D’altronde, le Srl per loro natura proprio a questo servono: incassare da un lato e spendere dall’altro. Quindi a cosa serve questo doppione? Tra l’altro da una visura emerge che il valore di acquisto della società sia stato particolarmente basso. Se si pensa che l’80 % facente capo a Caiata è costato poco più che una buona mangiata in uno dei suoi ristoranti. Per l’amor del cielo, tutte situazioni chiaribili. E che il “Roma” continuerà a raccontare, analizzando la copiosa documentazione di cui è in esclusiva in possesso. Anche perchè, come raccontano i fascicolo di inchiesta, la galassia delle società facenti capo a Caiata è davvero enorme. Ben 17, tra cessate, attive e in liquidazione, sono le Srl in cui vi è la partecipazione del patron. Partecipazioni che lo vedono sempre come unico dominus. Ad esempio una società è di proprietà al 70% di un’altra società e al 30% di Salvatore Caiata, persona fisica. Ma analizzando l’assetto proprietario della società che detiene il 70%, essa risulta essere al 99% di poprietà di Salvatore Caiata, persona fisica. Insomma tutte queste interposizioni a che fini sono state create? E le domande del cronista non sono quelle di chi vuole fare i conti in tasca a Caiata imprenditore, se non fosse candidato a gestire la cosa pubblica, non si sarebbe reso necessario capire di più. Ma con un’indagine di questa portata Caiata deputato in pectore deve assolutamente dare risposte, rendendo pubblici i bilanci. Anche perchè quando si legge di certe perdite quasi milionarie di società del suo gruppo, qualche polso trema. Ma ci sarà modo di approfondire. Non è tutto, c’è dell’altro che filtra dalla Procura di Siena. Si prevedono aggiornamenti importanti a breve. Le indiscrezioni pubblicate sul “Roma” sono state rilanciate e confermate oggi anche dalla stampa nazionale e dagli ambienti della Procura senese. L’inchiesta della magistratura inquirente, coordinata con quella degli uomini della Guardia di Finanza toscana e condotta dal Pm Vitello, indaga su presunte attività di riciclaggio di denaro sporco. Nel fascicolo di indagine il nome di Caiata compare accanto a figure di spicco quali l’imprenditore kazaki Igor Bidilo e Cataldo Staffieri, rappresentante per l’Umbria e la Toscana de La Cascina, cooperativa coinvolta nell’inchiesta capitolina di “Mafia Capitale”, che a Siena ha in gestione diversi locali e attività commerciali.