PD: E’ NECESSARIA UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE
di Donato Paolo Salvatore Tutto è compiuto. Si poteva ragionare di proporzioni, ma che la tempesta perfetta fosse in arrivo
di Donato Paolo Salvatore
Tutto è compiuto.
Si poteva ragionare di proporzioni, ma che la tempesta perfetta fosse in arrivo era nell’aria. Faglie profonde attraversavano e agitavano la società lucana nell’assoluta incapacità di coglierne segnali e umori affioranti. La tempesta era nelle narici della gente, se ne annusava il sapore di libertà, il senso di liberazione da un’antica sudditanza, cresceva il rancore verso il potere, verso i detentori del potere, verso i suoi simboli, insomma si andava verso la catarsi collettiva di un popolo .
Affrontare i “nuovi popoli” che premevano ai confini dell’Impero schierando generali imbolsiti dal potere e dai suoi agi è stata una scelta scellerata, contrapporre a essi centurie sparute di servi arruolati in fretta e furia un errore imperdonabile.Attaccare i luoghi del potere dopo averlo esercitato, scappando dal tempio anziché cacciarne i mercanti, una pia, tardiva quanto ipocrita illusione di salvare pelle e onori.Fuor di metafora, la sconfitta annunciata non nasce nelle settimane scorse quando ancora, forse, si potevano limitarne i danni, nasce negli anni quando si è stati incapaci di porre argini contro il cinismo di gruppi dirigenti che azzerando la fatica di costruire la condivisione di opinioni, d’ispirazioni, di assecondare bisogni e di offrire una speranza a questa Regione, sceglievano la comodità della semplice alchimia del potere .
Le parole del Censis, “risentimento e nostalgia” in “un paese in cui il futuro è rimasto incollato al presente”, che evidenziavano in maniera prorompente anche in Basilicata una nuova domanda politica è rimasta inascoltata ed oggetto di commenti superficiali .Contorsionismi e trasformismi politici vari, la sequela infinita delle Giunte Regionali, credo di averne perso il conto, hanno evidenziato sempre più come i destini del ceto politico venivano anteposti a quelli delle comunità amministrate. Una classe politica degna di questo nome non poteva scaricare i suoi ritardi, le sue inadempienze, le proprie incompetenze, facendo il solo verso all’antipolitica e non assumendo responsabilmente e consapevolmente decisioni di governo.Occorre una diversa e nuova classe dirigente, subito e adesso, la caduta rovinosa di queste elezioni trascina tutti con sé nella responsabilità vertici politici e istituzionali. Un nuovo quadro di comando nel Pd e di quello che residua nel cosiddetto centrosinistra (sic) s’impone .
Da ricercare fra gli amministratori locali, fra il variegato mondo dell’associazionismo, dell’economia e del lavoro, fra coloro che sono a contatto con la gente quotidianamente e fra tutti coloro che hanno voglia, credibilità, passione ed entusiasmo per partecipare a una ricostruzione. Non servono aggiustamenti, servono scelte coraggiose.Ho odiato questo termine perché nel passato è stato utilizzato come una clava per mettere in atto una pulizia etnica di capacità e competenze e per imporre nuovi rapporti di forza, non migliori energie ma oggi occorre una totale e coraggiosa discontinuità ! ecco l’ho detto !
Rinnovarsi o perire! O ciascuno di noi dovrà rivedere giudizi e valutazioni su quanto accaduto e sui nuovi protagonisti della vicenda politica regionale e nazionale, perché “quando si pensa con la propria testa le patrie diventano molte. “