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GERMANO, L’UNICO LUCANO METEOROLOGO PROFESSIONISTA

di Emanuela Calabrese Sin da piccolo attratto dagli eventi meteorologici, soprattutto da quelli più estremi, affascinato dalle dinamiche dell’atmosfera e

di Emanuela Calabrese
Sin da piccolo attratto dagli eventi meteorologici, soprattutto da quelli più estremi, affascinato dalle dinamiche dell’atmosfera e dagli eventi naturali, Germano Placido Di Leo nel frequentare il Liceo Scientifico di Muro Lucano si appassiona principalmente alle materie scientifiche come matematica, chimica, geografia ed in primo luogo fisica. Ma la passione e lo studio della meteorologia continua sui testi dei grandi professionisti dell’epoca come Bernacca e Baroni. Fonda e/o sostiene diverse associazioni amatoriali che si occupano di meteorologia: Meteo Mediterraneo, Associazione Amici dell’Atmosfera stringendo una collaborazione professionale con il meteorologo Guido Caroselli con il quale, in Italia, Lucania inclusa, organizza convegni tematici di meteorologia e climatologia. Intanto il settore con internet si evolve e urge la necessità di certificare la competenza degli esperti professionisti.

Ecco che delegati del Consorzio Interuniversitario per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere, della International Association of Meteorology and Atmospheric Sciences, del Regional Training Cente, dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare redigono lo Schema di Certificazione delle competenze per le figure professionali di Meteorologo e Tecnico Meteorologo. Partecipa alle sessioni di esami presso il CNR di Bologna per il la certificazione e col superamento degli esami si qualifica “professionista meteorologo certificato” livello cui possono attualmente fregiarsi in Italia circa una cinquantina di professionisti di cui solo Di Leo è Lucano. Dal 2014 cura in video, per conto di RAI Pubblica Utilità, la finestra meteorologica all’interno del contenitore mattutino di Buongiorno Regione Basilicata.
Gli ultimi fenomeni italiani sembrano arrivare dalle tv americane, perché si manifestano trombe d’aria con sempre maggiore frequenza anche da noi?
«Negli ultimi 40 anni si è registrata un’impennata delle temperature che va di pari passo con l’impennata dell’aumento della concentrazione dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica, che trattengono il calore emanato dalla superficie terrestre. Si teme che ciò possa continuare negli anni futuri, e non sarebbe indolore: l’aumento del calore si tradurrà in una maggiore energia che avrà l’effetto della benzina sul fuoco con fenomeni sempre più estremi come quelli verificatisi nel casertano».
Alluvioni, siccità, ondate di calore, neve, che sta succedendo al nostro clima?
«Il problema non è il cambiamento climatico bensì è l’accelerazione con cui sta avvenendo questo cambiamento climatico. Le estati italiane nell’ultimo ventennio hanno fatto registrare mediamente temperature di 2 gradi superiori alle estati della seconda metà del secolo scorso a conferma del generale aumento delle temperature a livello globale. L’inizio della stagione estiva, negli ultimi anni avviene circa 2 settimane prima rispetto agli anni ‘60. L’ultima estate è risultata la più calda e la più siccitosa dal 1800 ad oggi».
Cosa dobbiamo aspettarci ancora?
«Se il cambiamento climatico dovesse accelerare ulteriormente non solo la flora e la fauna mediterranea ne risentirebbero ma anche tutte le attività turistico/produttive ad esse legate. Oltre ad abituarci alle nuove condizioni dovremmo cercare di cambiare alcune delle nostre abitudini quotidiane».
Ci sono accortezze che può adottare ogni cittadino nel suo piccolo?
«Piccoli gesti fatti da tutti sono come gocce d’acqua che riempiono l’oceano: porre attenzione nella differenziazione dei rifiuti, o ridurre al massimo lo spreco di acqua, ad esempio. Ma come dico sempre per fare tutto ciò occorre una rivoluzione culturale che parta dalle famiglie per proseguire con corsi nelle scuole. A livello globale è necessaria una crescita sostenibile che rispetti la necessità di sviluppo delle regioni più povere e sia efficiente nell’uso delle risorse naturali in modo da minimizzare l’inquinamento e gli impatti ambientali della crescita economica. Con uno sviluppo sostenibile si potrebbero ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e gettare le basi per una crescita economica più equa; ci stiamo però adesso addentrando nel campo della Green Economy».
Quali sono le cause di tutto ciò?
«L’utilizzo dei combustibili fossili ed i cambiamenti nell’uso del suolo rendono le attività umane in gran parte responsabili di questa trasformazione che pone l’umanità di fronte a grandi sfide. La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è aumentata del 40% negli ultimi 100 anni, causando un aumento della temperatura media globale della superficie terrestre di +0,8°C dagli inizi del ‘900. Continuando a questo ritmo, l’aumento della temperatura raggiungerà dai +3,7°C ai +4,8°C alla fine del nostro secolo rispetto alla media egli anni 1850-1900».
Come mai le precipitazioni sono divenute meno frequenti ma più intense, tanto da parlare di “bombe d’acqua”?
«Approfitto della domanda per sottolineare un utilizzo corretto della terminologia scientifica che ci permette di distinguere il pericolo di un “nubifragio” dal rischio di una “bomba d’acqua” che è causata dall’irresponsabilità dell’uomo. Bomba d’acqua non rientra nei termini della fenomenologia meteorologica, ma questo termine mi consente di evidenziare un’altra problematica legata agli eventi estremi. Cos’è una bomba d’acqua? E’ la pioggia intensa che cade dall’alto o la risposta del fiume “tombato” che scorre cementificato sotto le nostre città ed ha un effetto deflagrante? Ed allora siamo noi che abbiamo disseminato il territorio di mine vaganti con una cementificazione sregolata o è il cielo che ci manda il “nubifragio”? Poi la maggiore frequenza di fenomeni intensi è proprio dovuta alla elevata presenza di calore che produce una più intensa evaporazione di acqua. Ecco che maggior calore e maggiore umidità sono un’ottima miscela per scatenare fenomeni così intensi».
Qual è la situazione nella nostra regione? La scarsità di piogge ha creato problemi, e ne creerà durante l’estate?
«A dire il vero non ricordo, nella nostra regione, estati che non abbiano presentato criticità indipendentemente se le precedenti stagioni (Inverno e Primavera) fossero stati abbondanti in precipitazioni oppure siccitose. Il problema della frequente mancanza di acqua nei rubinetti nelle case di alcune nostre comunità, anche nei periodi autunnali ed invernali, è strutturale e la maggior parte delle volte non dipende dalla mancanza di precipitazioni».
Sarebbe possibile spingerci ad una approssimativa previsione per la primavera-estate?
«Le previsioni con una buona affidabilità coprono un periodo di tempo massimo di 72 ore; da 72 a 144 ore si parla di linea di tendenza con un’affidabilità sempre più bassa. Si potrebbe però ipotizzare che a causa di un fenomeno, lo Stratwarming, verificatosi in Febbraio in stratosfera e che ha avuto ripercussioni anche in Troposfera (regione dell’atmosfera dove avvengono i fenomeni atmosferici) causando un intenso periodo gelido a fine febbraio potrebbe far sentire gli effetti nel trimestre primaverile e, in concomitanza con altri eventi in atto, favorire uno slittamento dell’inizio del periodo estivo di qualche settimana. E’ una teoria tutta da verificare e questo lo sapremo, però, solo a stagione estiva iniziata».

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