Morte di Fortuna Loffredo e Maria Ungureanu: È nelle risultanze dell’esame medico legale che vanno cercate le conferme ad eventuali ricostruzioni
Abbiamo intervistato la criminologa Ursula Franco sui due casi che hanno viste coinvolte due bambine. La Franco aveva dichiarato in
Abbiamo intervistato la criminologa Ursula Franco sui due casi che hanno viste coinvolte due bambine.
La Franco aveva dichiarato in precedenza: È falso che i pedofili molestatori uccidano i bambini per paura di essere denunciati. Negli ultimi anni, a scapito della verità e a favore della spettacolarizzazione, è in atto un tentativo di riscrivere la criminologia in questo campo. Purtroppo, questa “rivisitazione” non ha solo molti seguaci tra il pubblico televisivo degli “show del dolore” ma anche tra gli inquirenti e conduce a grossolani errori giudiziari.
Dottoressa Franco che cosa può dirci del caso di Fortuna Loffredo a pochi giorni dalla sentenza d’Appello?
Escludo che la Fabozzi abbia ucciso Fortuna Loffredo per proteggere Raimondo Caputo. La Fabozzi non sarebbe stata capace di un gesto “altruistico” in quanto è una donna anaffettiva ed egoista, oltre ad essere un’immatura con un basso QI. Il movente dei due omicidi è da ricercare nell’incapacità della Fabozzi di tollerare le frustrazioni. Marianna Fabozzi ha ucciso i due bambini per futili motivi: irritazione, fastidio, invidia.
Perché l’amica di Fortuna Loffredo, che accusa Raimondo Caputo, non è credibile?
Doriana Giglio, figlia di Marianna Fabozzi, ha riferito al magistrato che Raimondo Caputo uccise la piccola Loffredo in seguito ad un approccio sessuale, è nelle risultanze dell’esame medico legale che andavano cercate le conferme. Il racconto della Giglio è smentito proprio dalle risultanze dell’esame autoptico che non ha rilevato alcun segno di un tentativo di violenza sul corpo di Fortuna ma solo gli esiti di violenze croniche. Sul cadavere della Loffredo non erano presenti lividi o escoriazioni nella parte mediale delle cosce o sulle grandi labbra o a livello dell’orifizio anale, né sono stati rilevati lividi sulle braccia, né era presente materiale genetico di un eventuale assalitore sotto le unghie. Non capisco come possano i giudici ignorare queste risultanze.
Come deve comportarsi una procura in caso di morte di un bambino abusato?
Quando ci si trova di fronte alla morte di un bambino sul cui corpo si rilevino i segni di un abuso cronico, la sua morte e l’abuso vanno trattati come due fatti distinti, è un errore grossolano collegarne la morte agli abusi perché chi abusa cronicamente di un bambino non lo uccide.
È successo qualcosa di simile anche nel caso di Maria Ungureanu.
Certamente, la morte di Maria, una bambina abusata cronicamente da suo padre, è stata collegata alle violenze sessuali che subiva, niente di più lontano dalla verità. Peraltro queste violenze, in presenza di un quadro probatorio che inchioda Marius Ungureanu alle sue responsabilità, sono state attribuite, dalla procura, ad un soggetto estraneo ai fatti che è stato descritto da trasmissioni degenerate e stampa spazzatura come un orco. Nel caso di Maria non solo la morte della bambina non ha nulla a che fare con le violenze sessuali ma è una morte accidentale, ce lo confermano le precise risultanze dell’esame medico legale che esclude tra l’altro che gli indagati fossero a San Salvatore Telesino mentre Maria moriva.
Sono due anni dottoressa Franco che lei dice che Maria era con un amica più grande di lei, perché la procura non indaga su questa ragazza?
Il pregiudizio nei confronti della difesa e la difficoltà ad ammettere il proprio errore di giudizio mi sembrano le uniche spiegazioni possibili.
La soluzione di questo caso emerge con forza dagli atti ma la procura preferisce continuare ad infierire sulle vite di due ragazzi innocenti, chi risarcirà Cristina e Daniel Ciocan? E perché Marius Ungureanu è libero di reiterare?
Da dove nascono questi errori delle procure dottoressa?
I pubblici ministeri sbagliano perché ignorano o sottovalutano la casistica e in queste condizioni sono destinati a fantasticare ricostruzioni senza precedenti né susseguenti che conducono a grossolani errori giudiziari.
Il caso Ungureanu per molti aspetti è simile al caso Ceste.
È vero, in entrambi i casi la procura ha scambiato una morte accidentale per un omicidio. Nel caso dei Ciocan hanno funzionato i salvagenti che impediscono l’errore giudiziario, nel caso di Buoninconti no. A Benevento il GIP Flavio Cusani non si è spalmato sulle richieste della procura ma ha studiato gli atti a menadito altrimenti i poveri Ciocan avrebbero seguito le orme di Michele Buoninconti nel suo cammino d’ingiustizia.
Domenico Leccese