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SHAKESPEARE IN ITALIA E UN PIZZICO DI LUCANIA

di Leonardo Pisani Il Gran bardo e l’Italia, certo Shakespeare aveva una grande conoscenza della cultura italiana, anche la regina

di Leonardo Pisani
Il Gran bardo e l’Italia, certo Shakespeare aveva una grande conoscenza della cultura italiana, anche la regina Elisabetta parlava benissimo la lingua di Dante e amava la cultura del Bel Paese. Ma poi legami tra L’autore del Macbeth e la Basilicata? Strano ma vero ma ci sono, certo indiretti ma particolari. Ne parliamo con lo studioso Raffaele Glinni . «Da ultimo mi sto occupando di un nesso tra alcune commedie di William Shakespeare, e alcune piste che conducono a una collaborazione del grande artista con qualche personaggio in Italia – mi racconta Glinni – probabilmente, il Duca di Acerenza e Giugliano (Napoli) Vincenzo Pinelli, noto studioso che visse fra il 1500 e il 1600 a Padova, dove ospitava presso la propria abitazione Galileo Galilei, che lui stesso aveva raccomandato per farlo entrare nella nota Università». Giovanni (Gian) Vincenzo Pinelli (Napoli, 1535 – Padova, 31 agosto 1601), fratello del duca di Acerenza Galeazzo Pinelli, a realizzare con certezza i famosi occhiali, alla fine del 1500, modello che fu poi utilizzato a Venezia. Don Giovan Vincenzo Pinelli, umanista, figlio di Cosimo, primo Duca di Acerenza, dedicò la sua vita agli studi apprendendo l’arabo, lo spagnolo e il francese e applicandosi alle lettere, alla matematica, alla fisica e alla botanica. Trascorse la sua gioventù ad Acerenza, Napoli poi si trasferì a Padova, per completare gli studi. Ospitò presso la propria abitazione a Padova Galileo Galilei (e non è un caso), nonché Girolamo Mercuriale, Torquato Tasso, Roberto Bellarmino, ed ebbe stretti rapporti con Federico Borromeo.
Morì a Padova nel 1601 con la fama di “dotto dei dotti”.
Glinni ma Shakespeare in Italia? Di solito non vi sono notizie.
«Noi pensiamo che Shakespeare, che secondo molti studiosi per qualche anno pare abbia soggiornato in Veneto con il padre commerciante, sia entrato in contatto con ambienti culturali di Padova, facente capo al Duca di Acerenza , notissimo bibliografo proprietario della più grande biblioteca del mondo con oltre 8500 libri , (studioso di ottica e noto per aver scritto nel 1585 uno dei primi testi su Leonardo da Vinci, “discorso sulla pittura di Leonardo Da Vinci “, dimostrando di avere una copia originale del codice della Pittura di Leonardo, tant’è che il codice della pittura che oggi utilizziamo è la copia tratta dal libro di Pinelli ! , nonché grande letterato insieme al fratello Cosimo che fu il Mecenate di Giambattista Basile de “Lo cunto de li cunti” La grande biblioteca fu poi acquistata dal Cardinale Borromeo e oggi è nota come la Biblioteca ambrosiana».
Dunque il futuro drammaturgo in Veneto
«Shakespeare all’inizio dell’opera “ La bisbetica domata “rende infatti a Padova un bell’omaggio di cui i padovani possono andar fieri. Com’è possibile leggere dalla targa posta in Piazza Capitaniato, angolo via dell’Accademia, il drammaturgo inglese scrisse nel prologo del I atto:
“Per il grande desiderio che avevo di vedere | la bella Padova, culla delle arti sono arrivato… | ed a Padova sono venuto, come chi lascia | uno stagno per tuffarsi nel mare, ed | a sazietà cerca di placare la sua sete.”
“For the great desire I had to see | fair Padua, nursery of arts, I am arrived… | and am to Padua come, as he that leaves | a shallow plash to plunge in the deep, and | with satiety seeks to quench his thirst. (Atto 1, Scena 1)” Ne deriva che il circolo di Pinelli a Padova ben poteva attirare il giovane Shakespeare. In particolare ha attirato l’attenzione la commedia “La dodicesima notte” , della quale è protagonista Il Duca Orsini, signore d’Illiria ».
Sì, grande famiglia nobile, ma non lucana però. Anche se avevano feudi in Basilicata. Glinni ci spieghi il collegamento allora.
«Gli Orsini del ramo laziale di Bracciano hanno cercato di accreditarsi quali personaggi della commedia, ma in realtà l’unico Orsini effettivamente signore di Illiria ( corrispondente all’area dei Balcani) era Ferdinando I Orsini, Duca di Gravina, Matera , Vaglio Basilicata , nonché Signore di Acerenza poiché sposò in primis Angela Castriota Skandebeg , acquisendo diritti sull’Albania , e in seconde nozze la Isabella Ferrillo -Balsha- ( proprio la nipote di Dracula ) , e quindi erede di Romania .
Orsini viveva quindi fra Napoli, dove ancora oggi è in essere il suo Palazzo a Monte Oliveto ( proprio vicino a Santa Maria La Nova e la Lucania . Per tali matrimoni l’Orsini acquisì effettivamente diritti su tutta la zona Balcanica quindi l’Illiria , tant’è che nel 1531 ebbe a rivendicare in un documento pubblicato i diritti di dote della seconda moglie Ferrillo – Balsha proprio sulla Romania .
Lo stesso Orsini acquisì i diritti di feudo su Acerenza dalla dote Ferrillo- Balsha, ebbe a cederli nel 1547 proprio alla famiglia Pinelli, di cui faceva parte Vincenzo Pinelli , il quale quindi ben poteva conoscere la storia della Balsha» .
E il collegamento tra Shakespeare la Balsha, La Lucania dove sta?
«La storia non finisce qui perché la stessa trama della commedia ripercorre la storia di Maria Balsha, profuga che dovette celare la sua l’identità, esattamente come avvenne nella realtà, e utilizza palesi richiami a Ferdinando Orsini . Nella commedia la protagonista è Viola , il cui nome alchemico indica trasformazione , e corrisponde anche al paese di partenza dall’Albania di MARIA Balsha per l’Italia . Orsini nella commedia è innamorato di tale Oliva , il che corrisponde al nome del palazzo Orsini abitato a Napoli , nella zona ancora oggi chiamata monte Uliveto
Ma la cosa eccezionale è che da tempo gli studiosi cercano di capire perché la commedia si chiami proprio la dodicesima notte, che è quella dell’arrivo dei Re Magi , nella quale Viola la protagonista della commedia svela la sua vera identità. Maria di B-Walscha, svelò la sua reale identità proprio nell’affresco della dodicesima notte sito nella cripta della Cattedrale di Acerenza , a sua volta tema scelto con cura poiché il simbolo Dracula era proprio la stella cometa dei Re Magi , che ancora oggi nella forma del celebre gioiello di VLAD compare nell’affresco della cattedrale» .
Quindi il Pinelli potrebbe aver raccontato la vicenda a Shakespeare il quale ne trasse ispirazione per la commedia?.
«Sì, i legami tra i Pinelli, e Shakespeare non finiscono qui , tramite una palese connessione con Giambattista Basile, che era legatissimo ai Pinelli , il quale in una della sue fiabe ( la cerva fatata) fa esplicito riferimento a un altro affresco della Cattedrale di Acerenza , ad al figlio di un Drago, il che corrisponde al nome Dracula . Infatti un’altra commedia di Shakespeare pare sia derivata da Basile : la Bisbetica domata per alcuni deriva dalla fiaba La Vanità punita del Cunto de Li Cunti e ricordiamo che anche il Basile soggiornava Il Duca di Acerenza. Anche detta commedia si svolge a Padova . Un’altra commedia di Shakespeare ci porta una prova molto significativa circa i contatti con il circolo di Pinelli a PadovaLa Commedia “ la Tempesta “ ( anche qui il nome è alchemico e significa purificazione ) che si svolge in un isola in sud Italia ( molti pensano Stromboli ) ha come protagonista Prospero , la cui figura quale mago- alchemico ,scienziato ma anche commediografo , s’ispira a quella di Giovanni Battista della Porta , grande amico di Pinelli e presso di lui parimenti ospitato con Galileo a Padova . Giovanni Battista della Porta aveva fondato l’Accademia dei segreti e scritto trattati sulla magia divenuti famosi quali Magiae Naturalis, nel 1563 , ma anche commedie . La cosa più importante è che insieme al Basile aderì all’accademia degli Oziosi che faceva riferimento al Duca di Acerenza. La commedia di Shakespeare ha significativamente una ambientazione tutta meridionale facendo riferimento alla Corte di Alfonso D’Aragona .E’ovvio che i contatti tra il drammaturgo inglese e l’entourage del Duca di Acerenza è dimostrato al di là di ogni dubbio per la presenza di ben tre commedie collegate .
Il che non è certo una sorpresa leggendo anche sommariamente la storia dei contatti del Duca con tutta Europa, che anticipa di secoli i nostri tempi».

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