AUSPICABILE UNA DONNA ALLA GUIDA DELLA BASILICATA
di Maria Fedota POTENZA. Abbiamo affrontato, nei giorni precedenti, le tematiche relative all’approvazione della nuova legge elettorale lucana che oltre
di Maria Fedota
POTENZA. Abbiamo affrontato, nei giorni precedenti, le tematiche relative all’approvazione della nuova legge elettorale lucana che oltre ad abolire il listino parla, finalmente, di doppia preferenza di genere. Dopo giorni di discussioni, di rinvii, di fratture e ricomposizioni è nel week end di ferragosto che si definisce l’atto che consegna alla Basilicata una nuova legge elettorale.
È proprio ad una donna delle istituzioni Ivana Pipponzi, Consigliera regionale Pari Opportunità abbiamo deciso di farci spiegare meglio cosa significa l’introduzione dei meccanismi della parità di genere, con la doppia preferenza e le quote nelle liste (nella composizione delle liste un sesso non può superare il 60 per cento dell’altro). Innanzitutto grazie per questa intervista a ferragosto.
Il Consiglio regionale ha modificato recentemente la legge elettorale arrivando per la prima volta a inserire la doppia preferenza di genere. Cosa cambia in concreto?
«L’introduzione della doppia preferenza di genere va letta come un segbale di attezione al sesso femminile. La legge consente all’elettore di potere esprimere la doppia preferenza solo nel caso in cui decida di votare per due persone di sesso diverso. Tanto, come è stato già verificato nei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti e nelle Regioni che hanno già adottato questa norma, aiuta alla definizione di consessi elettivi più equilibrati nelle presenze dei due sessi».
Il parlamentino lucano, diciamocelo, non spicca in quanto a quote rosa. Nella scorsa legislatura non è stata eletta neanche una donna consigliera e nella Giunta è stata inserita una sola assessora secondo lei perché?
«Questo è il vulnus da cui è partita la mia azione (e quella della CRPO e di tante associazioni femminili) di sensibilizzazione, perché mai come in questa legislatura è stato evidente lo scarso peso attribuito al genere femminile. È necessario, come ripeto sempre, un reale cambio di rotta in termini fi cultura paritaria per il quale questa norma è solo il primo passo».
Come Consigliera di Parità si è battuta molto affinché la nuova legge elettorale inserisse la doppia preferenza di genere, è veramente fondamentale?
«È fondamentale in quanto prima azione finalizzata alla realizzazione della parità. Da sola, come norma, non è sufficiente se non suffragata da un reale impegno da parte delle forze politiche nel sostenere realmente (rectius, lealmente) le candidature delle donne. Mi aspetto ed auspico, pertanto, che le forze politiche presenti nella competizione elettorale assumano formalmente un impegno a rendere equlibrate le presenze di genere nella Giunta regionale, che non vuol dire 1 assessora donna su 6 ma uno sforzo verso la parita sostanziale».
Qualcuno ha polemizzato che la doppia preferenza di genere serve solo come escamotage alle donne per essere elette con più facilità. Un modo per evitare un vero e proprio confronto elettorale. È davvero così?
«Come ho appena detto l’introduzione della doppia preferenza di genere di per sé non garantisce nulla ove non suffragata da un impegno reale (rectius leale) dei partiti».
Più volte abbiamo affrontato con lei l’argomento di come siano poche le donne ai vertici delle Istituzioni. Spesso vengono viste come il “sesso debole” e per questo al comando viene preferito, anche se con pari esperienza, un uomo.
«Le donne, ove impegnate ai massimi livelli, hanno saputo dimostrare di avere tutti gli “attributi” necesssari per fare bene e nell’nteresse delle comunità amministrate. Le stesse, putroppo, scontano, una stratificata cultura maschilista di cui esse stesse, molto spesso, sono vittime inconsapevoli per avere introiettato detta cultura».
La Basilicata in quanto a rappresentanza è il linea con le altre regioni italiane o veste la maglia nera?
«La risposta è nella domanda. Un consesso legislativo come quello uscente che vede 0 presenze femminili nel Consiglio, è certamente all’ultimo posto, non so se al pari di altri. Quanto a leggi elettorarli regionali, incece, siamo nella media, almeno al Sud Italia. La Puglia e la Calabria, ad esempio, ne sono sprivviste».
Per la prima volta la Basilicata ha un presidente seppur facente funzioni donna, l’assessora Flavia Franconi. In un futuro secondo lei sarà possibile vedere anche la Basilicata governata da una donna?
«Dopo quasi 50 anni di istituzione delle Regioni, sarebbe auspicabile che alla giuda della nostra Regione ci possa essere una donna.
Le donne spesso hanno dimostrato di avere un approccio ai problemi fondamentalmente diverso dagli uomini, che si fonda molto sulla concretezza delle azioni. Naturalmente, a me non sfugge che la giuda della Regione debba essere selezionata per qualità e non per genere».