UN DANNO ERARIALE DA 2 MILIONI DI EURO
di Ferdinando Moliterni POTENZA. Il governatore lucano Marcello Pittella in questi scampoli di legislatura lascia in eredità un ulteriore fasciscolo
di Ferdinando Moliterni
POTENZA. Il governatore lucano Marcello Pittella in questi scampoli di legislatura lascia in eredità un ulteriore fasciscolo presso la Corte dei Conti della Basilicata per «danno erariale». Alla magistratura contabile lucana è diretto il procedimento concluso in piena estate dall’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) su varie costosissime convenzioni, delle quali tra l’altro «non risulta chiara come l’importo sia stato quantificato», stipulate in questi anni dalla Regione con il professore e avvocato Enrico Michetti. Così come sono state categorizzate ed affidate quelle convenzioni, inerenti appalti per servizi e forniture, per l’Anac sono illegittime. Di qui il danno erariale.
In pratica Pittella insieme al tandem costituito dalla Giunta e dal dipartimento regionale Programmazione e finanza ha affidato, in maniera diretta e senza l’espletamento di idonee indagini di mercato, lavori informatici, rientranti anche nel progetto Agenda digitale, per circa oltre 2 milioni di euro a un privato. Nello specifico alla Fondazione Gazzetta amministrativa Repubblica italiana (Gari) che è una società a responsabilità limitata (srl), soggetta a direzione e coordinamento del socio unico Holding P.A. srl. La quale è a sua volta una società privata le cui quote sono detenute per l’80% dal rappresentante legale Enrico Michetti e per il 20% da Valentina Romani.
LE CONVENZIONI
Due sono le convenzioni che si impongono all’attenzione analizzando la documentazione vagliata dall’Anac.
Precisamente quella dell’aprile del 2015 «per un importo complessivo di 800 mila euro» e quella del giugno dell’anno scorso «per un importo complessivo di 978 mila euro iva esclusa». Quest’ultima del 2017, che sulla carta potrebbe rivelarsi ancora più costosa, in quanto il progetto è stato finanziato per un importo massimo di 1 milione e 199 mila euro, prevede un contratto che scadrà nel giugno del 2020.
Nel faldone dell’Anac, però, c’è anche il riferimento alla Convenzione del marzo del 2012 dal volre di 181 mila euro oltre iva. I tre appalti citati sono stati tutti affidati direttamente alla Gazzetta amministrativa del prof Michetti «con procedura negoziata senza bando di gara».
Dai numeri e dalle date è bene passare all’oggetto degli appalti. Che viene definito come realizzazione ed evoluzione, nella città di Potenza, del «Centro di Competenza per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione- Area Meridionale».
SERVIZI INFORMATICI:LE REINCARNAZIONI DI TALETE E PITAGORA
Uno degli aspetti del contenzioso presso l’Anac ha riguardato la collocazione dei servizi offerti dalla Gari alla Regione nella categoria «servizi informatici».
Per la Regione e la Fondazione di Michetti non sarebbe così:«non sono meri servizi informatici – è stato controdedotto -, trattandosi di sistemi inediti ed esclusivi realizzati in virtù delle competenze altamente qualificate e certificate».
Come esempio lampante della veridicità di quanto sostenuto, la Fondazione ha illustato «l’inedito linguaggio giurimetrico» del software Talete e Pitagora.
I quali in sostanza sono serviti alla Regione Basilicata per avere a disposizione una sezione on line e interattiva denominata “Contenzioso on line”.
La quale non è niente di più e niente di meno di uno strumento informatico che permette «un monitoraggio costante di tutto il contenzioso amministrativo, che coinvolge la Regione Basilicata, presso il Tar e il Consiglio di Stato» consistente in «informazioni normalmente disponibili ai legali mediante l’accesso ai database della Giustizia Amministrativa». Un database interattivo che dialoga con altri database. Eppure è proprio questo il software di punta della gamma «dei prodotti unici» della Gari per i quali la Regione ha proceduto con affidamenti diretti.
L’Anac due cose ha precisato con chiarezza in merito. In primis che «in base alla documentazione in atti, vi sono numerosi elementi che inducono a ritenere confermata la qualificazione giuridica dei beni e servizi oggetto di affidamento, quali servizi informatici».
Tra questi, per esempio, a pagina 7 della Convenzione del 2012 viene espressamente riportato di «servizi informatici». Così come per le Convenzioni del 2015 e del 2017 «si tratta – scrive a chiare lettere l’Anac -, più precisamente, dell’acquisizione di progetti di servizi informatici. Il fatto che si tratti di servizi informatici appare confermato anche dalle dichiarazioni delle parti sulla cessione alla Regione, da parte di Gazzetta Amministrativa, dei codici sorgente».
In secondo luogo che «sebbene a monte vi sia un’attività di tipo giuridico, questa non esclude il fatto che il prodotto offerto da Gazzetta amministrativa sia riconducibile alla suddetta categoria dei servizi informatici».
Ad ogni modo comunque la Regione non potrebbe avere ragione. In quanto «anche non volendo considerare i servizi oggetto delle Convenzioni come servizi informatici tout court – ha evidenziato l’Anac -, gli stessi appaiono comunque inquadrabili in altre tipologie di servizi, quali ad esempio i servizi di consulenza e supporto alle attività in favore della pubblica amministrazione ed i servizi editoriali, il cui affidamento è disciplinato dalla normativa in materia di contratti pubblici».
LE NON INDAGINI DI MERCATO
Il prof avvocato Michetti propone e la Regione accetta. Perchè fare indagini di mercato quando è così semplice? Sarà anche semplice, ma non conferme alla legge. Oltre alla “semplicità” vi è poi la durata. Affidi i servizi a Michetti e non ci pensi più per otto anni:
«La Regione Basilicata si è rivolta a Gazzetta amministrativa in forma diretta ed ha affidato alla stessa servizi a decorrere dal 2012 fino al 2020».
La Regione in alcuni casi non ha fatto indagini di mercato perchè «il ricorso al mercato avrebbe comportato una dilatazione dei tempi necessari per l’affidamento e, soprattutto, il rischio che il sistema implementato non venisse adeguatamente sviluppato», dato per altro non veritiero in quanto, si apprende dal faldone Anac, l’Ente ha acquistato a tempo indeterminato i codici sorgente del software e la licenza d’uso dei programmi tra cui Talete e Pitagora. Cosa che serve appunto in caso di cambio d’appalto per consentire a nuovo gestore di implementare il programma autonomamente. Oppura ha svolto in una occasione degli incontri non ben descritti e precisati con operatori nazionali del settore.
L’Anac sul punto conclude che «la sottoscrizione di entrambe le Convenzioni (2012/2015) è avvenuta a seguito della presentazione di un’offerta con allegata bozza di Convenzione da parte della stessa Gazzetta Amministrativa, senza che l’asserita unicità del fornitore Gazzetta Amministrativa (G.A) sia stata desunta da apposite indagini di mercato, finalizzate a verificare l’esistenza di altri fornitori in grado di fornire servizi analoghi a quelli forniti da G.A., a prezzi più competitivi».
VALUTAZIONI FINALI
L’Anac ha giudicato illegittimo il ricorso «alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando nel caso di servizi e forniture» perchè «in assenza di consultazioni del mercato di riferimento, l’assenza di concorrenza» qualora posta «alla base dell’affidamento diretto risultava una mera asserzione».
Muovendosi nell’ambito dell’operato della Regione, l’Ente, per l’Anac, «non era esente dall’effettuazione delle indagini di mercato previste per cui le amministrazioni aggiudicatrici individuano gli operatori economici da consultare sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di qualificazione economica e finanziaria e tecniche e professionali desunte dal mercato, nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, rotazione, e selezionano almeno cinque operatori economici, se sussistono in tale numero soggetti idonei».
In base alle risultanze istruttorie, inoltre, «la Regione non ha comprovato che nel vasto mercato dei fornitori di servizi informatici non ci fossero altri operatori economici potenzialmente interessati a contrarre con la p.a., in grado di fornire i medesimi servizi offerti da G.A. o soluzioni alternative ugualmente corrispondenti ai fabbisogni della Stazione appaltante».
Vi è di più. Perchè, ad esempio, la Regione non è riuscita a motivare alcuni costi. Tra cui quello interno dell’ultima convenzione del 2017: «Non risulta chiaro come l’importo dell’affidamento del progetto sia stato quantificato in 978 mila euro».
Per quanto riguarda, infine, la cetegorizzazione dei servizi offerti dalla Gazzetta amministrativa, l’Anac negli ultimi passaggi ribadisce come «trattandosi di servizi informatici, vi è l’obbligo per le Amministrazioni territoriali di acquisire tali beni e servizi di valore sopra soglia comunitaria esclusivamente tramite strumenti di negoziazione e di acquisto messi a disposizione da Consip o da altro Soggetto Aggregatore».
LA CORTE DEI CONTI
Il fascicolo dell’Anac è ora sulla scrivania della magistratura contabile lucana al quale è stato inviato «per competenza» relativamente alla valutazione e quantificazione del danno erariale.
Perchè la Regione Basilicata ha affidato «ad un operatore economico privato appalti di servizi informatici ed altri appalti pubblici di servizi e forniture con procedura negoziata senza bando in carenza dei presupposti legittimanti il ricorso alla procedura negoziata senza bando, individuati dalle suddette norme, con conseguente indebita sottrazione all’evidenza pubblica di appalti di servizi e forniture di rilevante importo».