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ILARIA CUCCHI : Sono profondamente commossa

“Dedico il film su mio fratello Stefano al ministro Matteo Salvini. Chiedo a lui un incontro pubblico che non accetterà

ILARIA CUCCHI

“Dedico il film su mio fratello Stefano al ministro Matteo Salvini. Chiedo a lui un incontro pubblico che non accetterà mai perché in campagna elettorale ha affermato che gli faccio schifo. Dopo aver visto il film e rivissuto quello che Stefano ha subito, non posso dimenticare quando Salvini ha detto che una eventuale legge sulla tortura avrebbe legato le mani alle forze dell’ordine e che in caso di fermo qualche sberla ci sta e se qualcuno si fa male pazienza. Una frase del genere detta dal ministro degli Interni è inaccettabile”

 

“Sono profondamente commossa.

Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo.
Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte. Sento gli applausi della gente. Prendo l’abbraccio di Alessandro e Jasmine e poi anche quello di Max. Le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime.
Questa è la gente intorno a noi.
Qualcuno ha detto che dopo un fermo ci può scappare qualche schiaffo, qualche pugno.
E se poi il fermato cade e si fa male pazienza. Niente legge contro la tortura perché lega le mani alla Polizia.
Ma la Polizia non sente il bisogno di avere quelle mani libere che sarebbero sporche di sangue. Forse magari il sindacato di Tonelli la pensa diversamente ma la Polizia del comandante Gabrielli è altra cosa.
Ste ti sei preso qualche schiaffone. Qualche pugno. Qualche calcio. Sei caduto e ti sei fatto male. Molto male. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione io te mamma e papà.
In fin dei conti questo qualcuno è ora il ministro dell’interno. Ora, ironia della sorte, sta facendo passerella e cene di gala a Venezia.
Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi.
Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo.
A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta.
Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta.
Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto.
Ti abbraccio forte forte. Come hanno abbracciato me.
Notte”

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Il commento di NICOLA FRATOIANNI :

“Quanto fa paura la verità?
Tanto, se è vero che dopo la proiezione del film su Stefano Cucchi molta destra e qualche esponente impenitente delle forze dell’ordine hanno incominciato a inveire contro il film e contro la famiglia di Stefano. Un film che racconta gli atti processuali, sia chiaro.
Addirittura qualche simpatico politico della destra tutta cachemire e manganello ha sbraitato chiedendo che siano ritirati i fondi pubblici a chi ha prodotto e realizzato il film. Ho letto persino una frase, del tipo “certa sinistra ha un’idea delle forze di polizia estrinsecata sempre con atteggiamenti denigratori”.
Quanto mi fa ridere.
La destra del manganello facile (per gli altri) da sempre utilizza le forze armate e le forze di polizia, per scopi elettorali. Indossano le magliette delle diverse forze, fanno i selfie, ma quando sono al governo tagliano sul personale, tagliano sugli stipendi, tagliano sui corsi di formazione, tagliano sulle risorse basilari, mentre si mettono a giocare con aerei da guerra e spostano tutta la spesa militare e per la sicurezza su sistemi d’arma. E i nostri militari a malapena possono cambiarsi divisa e scarpe.
Per questa gente, le forze dell’ordine servono solo come bacino elettorale, ma poi non si interessano se vanno in giro con auto vecchie e senza benzina.
Fanno propaganda ideologica sul reato di tortura o sul numero identificativo (che è presente in tutta Europa), quando è in realtà una garanzia per le tante persone per bene che ci sono nelle forze dell’ordine, la stragrande maggioranza.
La smettano i sacerdoti del manganello al velluto di fare propaganda sulla pelle delle persone e lascino in pace le forze dell’ordine.
A Ilaria Cucchi, alla sua famiglia, come sempre un abbraccio fraterno, come quello bellissimo che vedete in foto, fra Ilaria e l’attore Alessandro Borghi, e l’invito a non mollare. Anche le forze dell’ordine, quelle con un alto senso del proprio ruolo nei confronti dei cittadini e dello Stato, sono con loro. Dalla parte della verità e della giustizia.”

Prima che io morissi non mi conoscevate
Ero uno come gli altri
Uno di voi
Un nome , una famiglia
i miei amori
Poi mi hanno ucciso
Maldestre mani a scavarmi dentro
E ora che piangete
Delle mie ossa rotte non mi importa nulla
I lividi poi sono sanati
Perche’ conoscete i miei assassini
E prima invece erano nomi
famiglia e amori
Come me,uguali a me
Solo che mi hanno rubato la vita
Ora lo sapete

{di Angela Olino per Stefano Cucchi}

Ilaria..ci siamo uniti tutti a quegli applausi
Tutti quelli che hanno conosciuto Stefano, prima, dopo e ancora oggi

Da sinistra, Milvia Marigliano, Alessio Cremonini, Alessandro Borghi, Jasmine Trinca e Max Tortora

Sette minuti di applausi e qualche lacrima alla proiezione ufficiale stasera di Sulla mia pelle diretto da Alessio Cremonini, selezionato come film d’apertura della sezione «Orizzonti» alla 75 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. In sala tutto il cast del film che racconta la tragica e ancora aperta vicenda di Stefano Cucchi e la sorella Ilaria che ha lungamente abbracciato commossa Alessandro Borghi che nel film interpreta Stefano.

Domenico Leccese 

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