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Informazione tecnica a cura del Prof. Edoardo COSENZA: un’analisi che davvero dia sicurezza ai cittadini costa, in termini di tempo e in termini economici

Riassumiamo: il MIT sull’onda emotiva della tragedia Nazionale di Genova chiede a tutte le Amministrazioni di fare un’analisi della sicurezza

Dott. Prof. Ing. EDOARDO COSENZA
Professore presso Università degli Studi
di Napoli Federico II

Riassumiamo: il MIT sull’onda emotiva della tragedia Nazionale di Genova chiede a tutte le Amministrazioni di fare un’analisi della sicurezza dei ponti (GIUSTO), anche se in tempi francamente incompatibili con analisi approfondite, come la difficoltà del caso richiederebbe.

Le Amministrazioni si preoccupano e si attivano (GIUSTO) ma spesso lo fanno senza mezzi economici e tecnici. E chiedono a Ordini Professionali, Università ecc, che si partecipi a Commissioni di esperti, di avere pareri e di dare consulenze, tutto rigorosamente gratuito.

E no, un’analisi che davvero dia sicurezza ai cittadini costa, in termini di tempo e in termini economici. Ci vuole il tempo dei professionisti, ci vogliono prove serie ed estese,ecc ecc. Solo un pazzo o un disperato si espone senza dati affidabili e senza dedicare tempo e grande concentrazione. Altrimenti la risposta sarà sempre molto rapida e senza responsabilità: Chiudete il ponte, non è sicuro. Oppure le Amministrazioni danno prioritá alla questione e le risorse escono. Garantito.

E cosa ci vuole per dare una risposta affidabile: secondo me:

1) Ingegneri Strutturisti, professionisti seri, che se del caso coinvolgano anche Ingegneri Geotecnici o Geologi.

2) Disponibilità del progetto originale. Se non è disponibile aumentano di parecchio gli oneri di rilievo e prove. Se è disponibile, studiare subito lo stato tensionale con i metodi di oggi, studiare i dettagli, individuare potenziali zone critiche. E cosi studiare anche il miglior piano di prove sulla struttura possibile.

3) prove di collaudo originali: valgono oro.

4) adeguato piano di caratterizzazione dei materiali nello stato attuale. Ottimo poi confrontarli con quello di progetto e di collaudo se disponibili. E cercare di capire il possibile stato di degrado nel tempo dei materiali.

5) prove dinamiche e statiche sul ponte. Importantissime. Il confronto dei periodi di vibrazione, delle forme modali, degli spostamenti e delle deformate teoriche con quelle sperimentali costituiscono un potentissimo strumento per verificare lo stato del ponte, specie per ponti con elementi precompressi. E, dimenticavo, il valore dello smorzamento del sistema è un ottimo parametro per valutare lo stato di non linearità. In altri termini fare identificazione strutturale al massimo livello possibile.

6) Sarebbe meraviglioso rifare la prova di collaudo, se disponibile lo schema e i risultati di quella originale. Con gli stesso carichi. Il confronto fra risultati d’epoca e quelli attuali valgono oro e platino.

E poi: un chiaro e dettagliato progetto di monitoraggio futuro.

Esistono tecniche meravigliose di monitoraggio con le nuove tecnologie. Anche economiche: per capirci il cellulare con cui mi state leggendo ha al suo interno accelerometri 3D che costano pochissimi euro! I costi sono bassi per fare un monitoraggio moderno e serio.

Non fare un monitoraggio continuo di opere importanti come i ponti – oggi- è un delitto tecnico.

La mia è Teoria? no, è quello che da Presidente dell’Ordine degli Ingegneri e da professore di Tecnica delle Costruzioni dico ai miei tanti interlocutori. Se non va bene: ciao ciao. La sicurezza è cosa seria.

 

 

Domenico Leccese

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