Una brutta pagina di cronaca nera non solo per la Città di Potenza, siamo ancora alla ricerca, di tutta la, Verità & Giustizia per Elisa, uno dei più discussi femminicidi in Italia
Elisa Claps, ragazza Potentina è scomparsa il 12 settembre del 1993, era andata a messa e non più fatto ritorno a casa. Il 17 marzo 2010 i resti del suo corpo vengono ritrovati nel sotto tetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità in pieno centro storico. Dopo 25 anni resta ancora un mistero
“A lei ho voluto dedicare questa mia poesia per non dimenticare”
Elisa
Eravamo alla fine
di una calda estate,
ed era Settembre.
Un giorno di festa
in cui si celebrava
la Madonna.
Lei,
la Mamma per eccellenza,
quel giorno
avrebbe dovuto restarti accanto. Nel suo distrarsi
non si è accorta
che l’orco cattivo
aveva preso dimora
nella sua Casa.
Tu Elisa,
con la tua innocenza,
la tua fiducia nel prossimo,
eri lì,
nella casa
dove nulla mai,
avrebbe dovuto sfiorare
la tua fanciullezza.
Lì,
dove solitamente,
dovrebbe regnare
l’amore e la pace.
Ha preso il sopravvento
il Diavolo travestito
da Santo.
Ti hanno rubato
la vita,
l’amore.
Ti hanno violata,
ti hanno buttata via,
come se la tua vita
non valesse niente,
in quella casa
le cui fondamenta,
si reggevano
sulla paura e l’omertà.
Dove risiedevano
bestie in abiti talari,
neri come la pece,
come le loro anime.
Anime vuote,
prive di sentimenti,
prive di pietà
che hanno distrutto
la tua giovinezza. di Alba Montagnuolo – @Tutti i diritti sono riservati
Per Elisa, uno dei più discussi femminicidi in Italia
by Marcella De Angelis – 3 febbraio 2017 – E’ il 12 settembre 1993, è una domenica di fine estate a Potenza.
Nel Pronto soccorso del capoluogo lucano si presenta un ragazzo: ha una vistosa ferita alla mano e gli abiti insanguinati.
Dice di essere scivolato in un cantiere cittadino, il suo nome è Danilo Restivo.
E’ il 12 settembre 1993, è una domenica di fine estate a Potenza
La famiglia Claps aspetta il rientro di Elisa, 15 anni, uscita con un’amica, e poter così cominciare il pranzo.
Elisa Claps non tornerà più a casa.
E’ sparita nel nulla o quasi.
I familiari allertano immediatamente le forze dell’ordine, viene avvisata anche la locale procura della Repubblica.
Si scopre che Elisa doveva incontrarsi alla Chiesa della Santissima Trinità proprio con Danilo, un ragazzo piuttosto strano che la corteggia in modo assillante e che le ha promesso un regalo per festeggiare il superamento degli esami di riparazione.
Nessuno pensa a perquisire la casa della famiglia Restivo pur sapendo che Danilo, su sua stessa ammissione, è l’ultima persona che l’ha vista, nessuno sequestra quegli abiti.
Le indagini sulla scomparsa di Elisa partono male, malissimo.
Errori, superficialità e sospetto di depistaggio.
Elisa ha però una madre coraggiosa, Filomena, ed un fratello tenace, Gildo, che non si arrendono alla nebbia che ha inghiottito Elisa.
Saputo dell’incontro con Danilo Restivo, cercano di far perquisire il luogo di quell’incontro, la Chiesa della Santissima Trinità ma il parroco, don Mimì Sabia, si oppone.
Passano i mesi, gli anni, Filomena e Gildo cercano di tenere alta l’attenzione sulla sorte della giovane anche grazie all’aiuto della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”.
La storia si intorpidisce ed assume i contorni del mistero tipicamente italiano.
Un collaboratore di giustizia getta ombre sull’operato del pubblico ministero potentino cha ha coordinato le indagini.
Il marito del Magistrato è iscritto alla Massoneria come il padre di Restivo; uno zio di Restivo è parlamentare della Repubblica.
L’inchiesta si trasferisce e passa a Salerno.
Il collaboratore sarà dichiarato inattendibile, il pubblico ministero prosciolto da ogni accusa.
I sospetti su quel ragazzo, Danilo Restivo, però restano e si rafforzano.
D’altronde Danilo aveva strane abitudini: ossessivo, porta con sé sempre delle forbici con le quali è solito tagliare di nascosto ciocche di capelli alle ragazze.
Viene anche condannato per false informazioni al pubblico ministero, ma nessuna prova viene rinvenuta circa il suo coinvolgimento nella scomparsa di Elisa.
Una mail a firma “Elisa” viene fatta recapitare alla famiglia e dice che Elisa sta bene e vive in Brasile: si scoprirà che quella mail è partita da un internet point di Potenza e che a scriverla è stato proprio Danilo Restivo.
I familiari di Danilo fanno quadrato; il ragazzo, dopo vari trasferimenti in Italia, si stabilisce in Inghilterra, a Bournemouth, sede tra l’altro di un’importante loggia massonica, e lì vive con la moglie.
Nel novembre del 2002, a Bournemouth, una vicina di casa di Danilo, la sarta Heather Barnett viene seviziata ed uccisa a coltellate e ritrovata con una ciocca di capelli in mano. Immediati i sospetti su quello strano italiano che viene anche arrestato dalla polizia inglese, ma poi rilasciato perché mancano le prove che sia lui l’assassino. Filomena e Gildo continuano ad indagare, ad evitare che Elisa sia dimenticata ma purtroppo tutto sembra ristagnare tra omertà e sviamenti delle indagini.
E quando l’oblio sulla sorte della ragazza sembrava incombere definitivamente, una mattina di marzo del 2010, il corpo di Elisa viene scoperto, apparentemente per caso, in un sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza.
La cercavano ovunque, lei non si era mai mossa dal luogo del suo ultimo appuntamento con Restivo.
Il corpo di Elisa, occultato da una mano che si è anche preoccupata di aprire un foro nel sottotetto per evitare i miasmi della decomposizione, comincia a parlare ai periti.
Parla e racconta delle coltellate ricevute, della ciocca di capelli strappata, e soprattutto delle tracce di DNA di Danilo Restivo.
Ora le prove ci sono, per la giustizia italiana ma anche per quella inglese che, grazie all’analogia dei due casi, condanna all’ergastolo Restivo per l’omicidio della povera sartina.
Anche il processo italiano si conclude con la condanna a trent’anni di carcere.
Restivo evita l’ergastolo in Italia perché i reati “di contorno” si sono nel frattempo prescritti anche grazie ai silenzi di chi sapeva .
Si scopre infatti che il viceparroco aveva visto qualche mese prima quei resti ma che si era “dimenticato” di riferirlo al Vescovo.
Provoca sdegno pensare che mentre i resti della povera Elisa giacevano in quel sottotetto, nella Chiesa della Santissima Trinità si svolgevano le funzioni religiose, si distribuiva l’Eucarestia, si ricevevano confessioni e si dispensavano assoluzioni dai peccati da parte di chi, il parroco, per decenni, con moltissima probabilità, sapeva ed ha taciuto.
Si sarà sdegnata ovviamente anche la mamma di Elisa, la religiosissima Filomena, che ha preteso che i funerali si svolgessero all’aperto , non all’interno di una chiesa omertosa che per 17 lunghissimi anni è stata la tomba di sua figlia Elisa, una delle prime vittime di femminicidio in Italia
Il ricordo di GILDO CLAPS :
“L’ultimo compleanno che hai festeggiato è stato il #16esimo, #23annifa. Eri felice, insieme alle amiche più strette, ai tuoi genitori e ai tuoi adorati fratelli, spegnesti le ultime candeline della tua esistenza.
Ma ovviamente non potevi nemmeno lontanamente immaginarlo… e neanche i tuoi potevano mmaginare che 8 mesi più tardi, un assassino ti avrebbe strappata via da tutti loro.
Eri felice pensando che tra 2 anni avresti compiuto 18 anni; eri così entusiasta di prendere la patente, così da poter andare dove ti pareva. Ma la patente non l’hai presa, 18 anni non li hai compiuti…
I seguenti 17 compleanni, li hai #festeggiati in un posto buio, sporco, freddo…
Eri stata portata lì, massacrata e abbandonata… ma i tuoi ancora non lo sapevano… e il giorno del tuo compleanno si chiedevano dove fossi… non potevano neanche farti gli auguri perché non c’era una tomba su cui portarti un fiore…
Gli ultimi 6 compleanni, invece, li stai #festeggiando in un posto pieno di sole, di fiori e soprattutto di tanto amore.
Non meritavi di festeggiare il compleanno in una tomba o in un sottotetto… oggi che avresti compiuto #39anni, a correrti incontro e a metterti le braccia al collo per farti gli auguri ci sarebbero state le tue nipotine, che per colpa di un assassino, stanno crescendo senza di te… e chi sa, forse avresti avuto anche dei figli…
Buon compleanno, noi ti festeggiamo lo stesso… anche se non ci sei fisicamente!”
La versione del vescovo di Potenza monsignor Agostino Superbo al processo per il ritrovamento dei resti di Elisa Claps nella chiesa della Trinità. L’audio integrale sul sito web del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno. https://www.facebook.com/groups/116917835005883/permalink/797316486966011/
C’è sempre il #Vaticano la #Chiesa ed i relativi #Preti nei fatti di #cronacanera nazionali dove sono coinvolti ragazze e donne con aree di culto et relativi annessi trasformati in alcova e/o scena del crimine ! Con l’ASSORDANTE silenzio e depistaggi di tutta la #chiesacattolica e suoi pastori !
Per non perdere mai la memoria Vi riporto alcuni dei casi più eclatanti :#CasoOrlandi La sparizione di #EmanuelaOrlandi (nata a Roma il 14 gennaio 1968) è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma il 22 giugno 1983; la vittima, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze misteriose all’età di 15 anni. Quella che all’inizio poteva sembrare come una “ordinaria” sparizione di un’adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell’evento a tutt’oggi non è ancora stata definita. Alla scomparsa di Emanuela fu collegata la quasi contemporanea sparizione di un’altra adolescente romana, #MirellaGregori scomparsa il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata.
#CasoClaps resta aperto il giallo del ritrovamento. I preti negano i sospetti Articolo inserito il: 08/07/2011 – 10:21 Chiuso il lungo capitolo dell’inchiesta sull’omicidio di #ElisaClaps e ottenuto il rinvio a giudizio per Danilo Restivo (con rito abbreviato), la Procura di Salerno sta approfondendo l’indagine parallela sulle modalità del ritrovamento del corpo della ragazza potentina. Ufficialmente sono stati alcuni operai a scoprire il cadavere il 17 marzo dell’anno scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità. La famiglia Claps ritiene, invece, che quella sia stata ”una messinscena” e che il corpo sia stato trovato prima. Sono due le ipotesi e vedono coinvolti sacerdoti stranieri. Il corpo potrebbe essere stato scoperto qualche settimana prima del ritrovamento ufficiale, ma taciuto. Il vice-parroco brasiliano don #WagnoOliveiraSilva interrogato dalla polizia di Potenza, messo a confronto con una donna delle pulizie, Margherita Santarsiere, ha dichiarato che la donna gli riferì di aver trovato un cranio. Durante l’interrogatorio la donna prima ha fatto delle ammissioni poi ha negato risolutamente. E così ha fatto poi in pubblico insieme alla figlia, Annalisa Lo Vito, indicata dal vice parroco come presente al momento del ritrovamento. Questa ricostruzione mette in imbarazzo la Chiesa potentina perché il vice parroco avrebbe avvisato l’arcivescovo, monsignor #AgostinoSuperbo che però non capì (fu scambiata la parola ‘cranio’ con ‘ucraino’, una giustificazione che la famiglia Claps respinge con molta forza). Oltre alla smentita dell’arcivescovo, c’è anche quella del parroco, don Ambroise Atakpa, del Togo. E’ stato lui a chiamare gli operai per riparare le infiltrazioni nel sottotetto. Lui stesso, inoltre, nega di aver mai commissionato dei lavori di pulizia nel sottotetto. Nella seconda ipotesi al vaglio degli inquirenti il ritrovamento dei resti risalirebbe addirittura al 2008. In quell’anno muore don #MimìSabia storico parroco. Per pochi mesi la chiesa è guidata dal sacerdote congolese don #GuyNoelOkamba attualmente nel suo Paese, già sentito dagli inquirenti. Durante la sua breve permanenza si sarebbero svolti dei lavori che comportarono una radicale pulizia di alcuni ambienti, tra cui il sottotetto. In quella circostanza – maggio del 2008 – furono tolti dal sottotetto tegole e materiali di risulta. Gli inquirenti vogliono capire se è stato quello il momento in cui il cadavere è venuto fuori dal nascondiglio visto che era stato occultato proprio sotto una catasta di materiali edili e tegole. Infatti quando sono stati trovati i resti erano coperti solo da qualche tegola. Ma anche il prete congolese ha negato questa ricostruzione.
#CasoGuerrinaPiscaglia Perquisite le auto di due preti: sequestro di persona La donna aveva detto al prete di volersi separare Donna scomparsa, perquisite le auto dei sacerdoti Analisi dei Ris all’interno delle utilitarie alla ricerca di tracce di Guerrina Piscaglia Rimini, 4 settembre 2014 – «Guerrina? Non la conosco». E butta giù il telefono il sacerdote di Ca’ Raffaello con cui invano abbiamo cercato di parlare. Non perché sia sospettato di qualcosa, ma perché di certo le indagini sulla scomparsa della donna stanno lambendo la piccola canonica e i preti, di colore, che l’hanno frequentata negli ultimi mesi. I carabinieri dei Ris, giunti da Roma con tanto di cani molecolari capaci di fiutare la pur minima traccia di odore, non si sono limitati a ispezionare canonica e casa del marito. Con l’utilizzo anche del luminol, composto chimico che serve per individuare eventuali tracce di sangue, hanno pure dettagliatamente controllato le due auto utilizzate dai sacerdoti. E’ stato trovato qualcosa? «No comment» esce dalla bocca di un inquirente. E in ogni caso tutti reperti prelevati sono adesso nel laboratorio romano dei Ris e qualsiasi ipotesi sarebbe prematura. Una pura illazione. Perché la canonica? Le voci di paese, che vanno prese per quello che sono, dicono che Guerrina Piscaglia, originaria di Novafeltria, avrebbe frequentato un po’ troppo spesso uno dei sacerdoti e questo può non voler dire nulla ma è stato sufficiente per allargare le indagini anche a quella cerchia. D’altra parte gli inquirenti considerano la ricerca della donna scomparsa una priorità assoluta e, Ris a parte (dotati di strumenti tecnologici che altri non hanno), i carabinieri aretini stanno lavorando pancia in terra per trovare la chiave di volta di una vicenda sempre più ingarbugliata. Lo scenario privilegiato resta a oggi quello dell’allontanamento volontario ma è allo stesso tempo valida ogni altra ipotesi. Diverse cose non tornano. Guerrina era attaccatissima al figlio disabile, come conferma l’avvocato Francesca Faggiotto che assiste i familiari: «Non lo lasciava un secondo, lo aveva sempre seguito con cura estrema, era la sua ragione di vita». E allora com’è possibile che da oltre quattro mesi la donna non abbia mai cercato un contatto? La famiglia, che avvalora l’autenticità dei tre sms inviati alla suocera, ha una tesi: Guerrina è andata via di sua volontà, ma adesso viene tenuta lontano con la forza. Ma gli inquirenti ci credono poco come continuano a dubitare che i vari personaggi della storiaccia possano, uno di loro, aver commesso un fatto di sangue. Non torna con i profili, non torna nemmeno con gli alibi. Niente torna, a ben vedere. Anche del fantomatico venditore ambulante che a bordo di un’auto scassata saliva fino a Badia Tedalda e a Ca’ Raffaello nulla si sa. Da quelle parti non si sarebbe fatto più vedere, lo cercano nella Valtiberina umbra, dalle parti di Assisi, perfino a Rimini, ma per adesso è come cercare un fantasma. Insomma, l’unico punto fermo è che Guerrina è sparita da quattro mesi con pochi spiccioli in tasca, un cellulare e un caricabatteria. In vista anche altre battute di ricerca nei boschi della zona ma con poche speranze. E intanto il mistero diventa sempre più fitto. Scomparsa, la verità del frate: la conoscevo ma non l’ho più vista. Le indagini su Guerrina: è caccia all’ambulante che non si trova più da quando lei è sparita Padre Graten: ero amico di famiglia, insegnavo anche al figlio l’uso del computer. Mi aveva confidato che voleva lasciare il marito, ho cercato di dissuaderla. Si, è vero i Ris mi hanno controllato l’auto ma è routine PADRE GRATEN Alabi, è uno dei frati della canonica di Cà Raffaello. Originario del Congo, è arrivato due anni fa in Italia, inviato in missione proprio nel piccolo paese in provincia di Arezzo, ma in terra di Romagna, isola amministrativa del Comune di Badia Tedalda; padre Graten, 45 anni, ha preso i voti 10 anni fa, conosce bene Guerrina, oltre al marito Mirko e il figlio Lorenzo. Lunedì scorso i carabinieri del Ris hanno ispezionato tutta la canonica per trovare qualche traccia della donna, scomparsa dal primo maggio e hanno controllato persino le auto dei sacerdoti. Ma perchè proprio in chiesa? «L’ultima volta Guerrina — risponde il frate — è stata vista proprio qui da noi, ci sono diversi locali, oltre agli uffici e la cucina, anche altre case. I carabinieri sono venuti con i cani e l’appoggio di un elicottero, almeno credo, perchè io non ero presente, ero in visita pastorale con il vescovo, c’erano gli altri frati». I militari hanno ispezionato anche le auto dei religiosi: «Certo, almeno credo». Guerrina con il marito frequentava spesso la chiesa anche per avere un aiuto dai frati per quanto riguarda il figlio disabile Lorenzo di 23 anni. Questo il racconto di padre Graten: «Seguivamo un pò il figlio che voleva imparare ad utilizzare il computer e per questo veniva da noi, mentre il marito è un nostro buon amico, sempre disponibile, è stato proprio Mirko ad accompagnarmi il primo maggio ad un funerale e poi a Sestino. Non si tira mai indietro, così come suo padre Benito, una persona gentile che ci aiuta a tagliare l’erba e la legna, una famiglia davvero rispettabile con la quale abbiamo un ottimo rapporto. Non possiamo dire assolutamente nulla di loro, delle bravissime persone in tutti i sensi». Guerrina soltanto una volta e con il marito accanto si era lasciata andare ad una confidenza con il sacerdote: «Era venuta in chiesa — ricorda padre Graten — con il marito e parlando disse che avrebbe cercato un altro marito». Lei cosa rispose? «Rimasi male, anche perchè non aveva mai fatto un discorso del genere, la rimproverai richiamandola ai suoi principi di cattolica e di moglie e poi che che la chiesa non era certamente il luogo più adatto per certe affermazioni. Sinceramente non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere, tuttavia alla fine non ho dato peso più di tanto al suo discorso, sinceramente non ci ho più pensato». In passato si era mai confidata con lei? «Era preoccupata per il lavoro perchè Mirko è in cassa integrazione ma nulla di più. Per questo motivo l’avevo aiutata e così le avevo trovato un lavoro, come donna delle pulizie per alcune ore al mese alla casa di riposo; lavoro che successivamente ha lasciato per motivi di salute, in quanto era stata operata ad un ernia ed era andata a passare la convalescenza dalle sorelle a Nova Feltria». Guerrina Piscaglia è stata vista l’ultima volta, nel pomeriggio del primo maggio, uscire dalla chiesa e avviarsi sulla statale, poi è sparita e di lei più nessuna notizia, soltanto tre sms, lo stesso giorno della sua scomparsa alla suocera Giovanna Cermoni dove aveva scritto che sarebbe tornata per riprendersi il figlio. «Nel giorno della sua scomparsa — ricorda ancora padre Graten — abbiamo provato con il marito di rintracciarla al telefono, ma non c’è stata nessuna risposta, anche se il giorno dopo mi risulta che era in piazza a Nova Feltria con una sua amica». L’eventuale relazione con il venditore ambulante? «Ho visto qualche volta questi personaggi, non saprei cosa dire in proposito. E’difficile capire cosa sia successo effettivamente, come una persona possa essere sparita in questo modo, siamo tutti in apprensione e speriamo che la vicenda si concluda nel migliore dei modi». Non si è fatta mai viva con lei? «Assolutamente no». Intanto mercoledì 10, la vicenda di Guerrina Piscaglia approda su Rai 3 nella popolare trasmissione «Chi l’ha visto?», dalla quale la famiglia spera di avere qualche informazione per rintracciare la donna. Una vicenda che ha scosso la piccola comunità di Cà Raffaello, circa 150 anime, dove le giornate passano tranquille senza grandi emozioni, tutti si augurano che Guerrina Piscaglia torni a casa per riabbracciare il figlio Lorenzo e il marito Mirko Alessandrini.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti ImpostazioniACCETTO
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.