LA BRUTTA DISAVVENTURA DI RAMONA ED AMBROGIO
L’indifferenza che ci circonda è terrificante
Ramona Di Cataldo ci RACCONTA la DISSAVENTURA in TRENO
“Buonasera a tutti!
Ieri a me e ad Ambrogio è successa una cosa molto grave, voglio raccontarlo per aiutare altri non vedenti a non dover vivere una simile disavventura.
Dopo esser scesi a Genova Piazza Principe con la freccia bianca, gli addetti all’assistenza ci hanno fatto salire sul regionale veloce per Torino Porta Nuova.
Dopo esser saliti visto che non c’era l’aria condizionata nella carrozza assegnataci siamo stati spostati in un’altra in cui c’era.
Il capotreno non l’abbiamo visto e una volta arrivati a destinazione Ambrogio ha trovato strano che nessuno arrivava, io pensavo che sarebbero arrivati, invece no.
Ad un certo punto abbiamo sentito chiudere il treno, l’aria condizionata non c’era più e non c’era più gente.
Quando ho capito che qualcosa non andava ho cominciato a correre per tutto il treno, urlando e tirando pugni dappertutto, facendomi pure male ad una mano.
Ambrogio continuava a chiamare la Sala blu per rintracciare l’assistenza, nessuno rispondeva.
Il treno stava andando in deposito.
Due addetti al treno da fuori hanno sentito le mie urla, erano un uomo e una donna.
Io urlavo ripetutamente che avrei denunciato e lui con fare maleducato mi diceva di stare calma e che non dovevo denunciare nessuno, mi ha esordito ad tirare giù una leva per far si che si aprisse, altrimenti finivamo per stare nel treno. Io non la trovavo, allora ha fatto provare ad Ambrogio che per fortuna ci è riuscito.
Dopo aver preso le valigie ed essere scesi, lui urlando diceva che doveva andare in un altro treno e che dovevo ancora ringraziare che mi avesse aiutata a scendere.
Io continuavo ad urlare che avrei denunciato e che essendo non vedenti non sapevamo come fare visto che in quel punto non avevamo un riferimento più preciso, supplicavo se per favore ci potevano accompagnare al posteggio taxi visto che si trovava proprio da quelle parti.
Lui con fare sempre scorbutico diceva alla collega di farmi stare calma e che dovevamo arrangiarci con la polizia ferroviaria, lei alla fine ci ha accompagnato al taxi dicendo che era assurdo che nessun passeggero non ci avesse sentito ed aiutato.
L’assistenza ha chiamato Ambrogio alle 20 e 3 minuti dopo che il treno era giunto a destinazione alle 19,30 dicendogli che ci avevano cercato per tutto il treno senza trovarci.
Loro i nostri numeri ce li avevano quindi non hanno scusanti, gli assistenti di Genova invece sono stati i primi a sbagliare visto che è molto probabile che non hanno avvertito l’assistenza di Torino di averci spostato di carrozza.
Infine il capotreno per legge deve essere sempre avvertito della presenza di persone disabili su un treno.
Siamo andati dai carabinieri per sporgere denuncia.
Purtroppo il maresciallo non poteva, ci sarà domani.
Un caso così ci ha confermato l’addetta che è penale.
Mentre le raccontavo mi sono messa a piangere per il nervoso.
Denunceremo le assistenze e il capotreno.
Andremo fino in fondo senza pietà.
Potevamo morire soffocati dal caldo se non urlavo.
Ho cercato di mantenere il controllo più che potevo, in quel momento pensavo solo a come salvarci.
Meno male che siamo due persone sveglie.
Credetemi è stato terribile.
Vi abbraccio!”
Domenico Leccese