GLI ALBERI MALATI VANNO TAGLIATI
Bisogna solo avere il coraggio di agire con tempestività per la salvaguardia della pubblica et privata incolumità
Complimenti al Sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro
#Rubiera #viaMelato Domani mattina si terranno i lavori di rimozione della quercia in via Melato. Questo provocherà certamente diversi disagi alla circolazione – dovremo chiudere la strada e l’area circostante – per quasi tutta la giornata. Non è, naturalmente, un lavoro che si può fare di notte. Del resto, è davvero un problema di sicurezza. Sotto riporto il cartello che abbiamo esposta da un po’ nei pressi della pianta: sì, è davvero un peccato.
Dal 2014, ogni anno, è stato condotto un test – avvalendosi di uno studio specializzato – per controllare la stabilità della grande quercia di via Melato. Purtroppo, quest’anno, nonostante le “cure” l’albero non ha superato l’esame: le lesioni – interne e non – non consentono di garantire la stabilità di sicurezza. E’ diventato pericoloso, soprattutto in caso di vento forte.
Ci è stato dunque prescritto, purtroppo, il suo abbattimento. Al suo posto, nelle immediate vicinanze, saranno piantati – nella stagione opportuna – a cura della stessa ditta esecutrice – “un frassino e due platani acerifolia di ottima qualità, circonferenza 18-20 cm”.
“Rubiera Via Melato è chiusa. Sarà riaperta nella giornata di domani, una volta ripristinate le condizioni di sicurezza.
Da via Mari si accede dal lato Palasport.
Domattina sarà necessario usare gli altri percorsi a disposizione.…
La grande quercia a cui siamo tutti affezionati, purtroppo, non ha superato i test di stabilità a cui da qualche anno la sottoponevamo.
Impossibile anche il suo recupero o la sua cura: in caso di vento forte – nei prossimi giorni potrebbe esserci – c’è il serio rischio che si spezzi e cada.
Dobbiamo quindi necessariamente provvedere alla sua rimozione. Al suo posto saranno piantati due platani acerifoglia e un frassino.”
GLI ALBERI MALATI VANNO TAGLIATI bisogna solo avere il coraggio di agire con tempestività per la salvaguardia della pubblica et privata incolumità!
Il SINDACO Emanuele Cavallaro oggi scrive:
“Stamattina, mentre portavo Cristiano a scuola, ho visto la piccola #quercia che sta crescendo nel nostro giardino.
Non l’ha mica piantata nessuno: chissà come, una ghianda è finita lì. Pian pianino la piantina è cresciuta ed adesso si riconosce.
Bisognerà pensare a dove traslocarla, perchè è in una aiuola di pochi centimetri. Chissà, magari un uccello ha portato fin lì una ghianda della quercia che oggi, dolorosamente, verrà tagliata perchè purtroppo diventata pericolosa e, purtroppo, irrecuperabile anche secondo i test più sofisticati – dalla tomografia ai sensori di movimento -.
In tanti state scrivendo dei ricordi della vostra infanzia legati a quell’albero meraviglioso.
A pensarci bene, è sempre questione di ghianda.
Gli alberi sono esseri meravigliosi, che dedicano la propria vita a cercare di raggiungere il cielo e nel farlo ci donano ossigeno e trasformano cose inanimate in vita.
Da questo punto di vista, molto più utili – certamente – di diversi esseri umani, che non sanno alzare gli occhi da terra e passano l’esistenza a preoccuparsi di se stessi senza dare nulla agli altri.
La condanna dell’albero, appunto, è nella ghianda.
Nel senso che dove è cascata lui cresce. E da lì non si può più muovere.
E’ costretto a fare ombra e a dare ossigeno anche a chi gli è antipatico. Chissà che pazienza deve avere, un albero. Chissà cosa scriverebbe se avesse un blog. O postasse i suoi pensieri.
Quanti segreti conosce, un maestoso esemplare come quello. Baci rubati, nascite, furti, nefandezze si consumano intorno a lui.
Ma lui, paziente, fa quello che deve fare. Punta al cielo. Con grande pazienza. E ci dà da respirare. Poi arriva anche per lui la malattia. Un po’ della sua chioma comincia a seccare.
Diventa sempre più vecchio, trema.
Fino a che – come per tutto ciò che vive – non resta che imparare ad accettare la fine.
Come dice Camilleri, quando nasci ti danno un biglietto. E in quel biglietto è compreso tutto: una giovinezza meravigliosa, gli anni della maturità, la vecchiaia e la morte. Non si può temere nessuno di questi passaggi, è tutto compreso. E’ tutto dentro quella ghianda che un uccellino ha fatto cadere un mattino, tanti anni fa. Ma pure la vita continua: in centinaia di ghiande che nei decenni sono finite in centinaia di posti diversi. Qualcuna avrà attecchito. Altre querce stanno crescendo. Sì, noi lì ripianteremo altri alberi.
Ma la pazienza della quercia ha sicuramente generato altra vita. Come la genererà anche dopo, quando diventerà cibo per altre piante. Cosa che, tra l’altro, prima o poi capiterà anche a tutti noi esseri teoricamente senzienti.
Stamane sono passato e ho chiesto alla ditta di tenere da parte il legname più interessante. La base no, purtroppo è marcia.
Ma sicuramente ci sono tante altre parti che potrebbero essere utili a qualche scultore o artigiano.
Se siete interessati, scrivetemi. Anche questo sarebbe un modo di ringraziare la quercia e quello che, in tutti questi anni, ha saputo donarci.”
Una scultura al posto della quercia secolare?
Domenico Leccese