DONATELLO GENOVESE: IMPRESSIONI SUL XXXIV CONGRESSO NAZIONALE FORENSE
IMPRESSIONI SUL XXXIV CONGRESSO NAZIONALE FORENSE Finalmente rientrato a Potenza da Catania, sede del 34mo Congresso nazionale della libera avvocatura.
IMPRESSIONI SUL XXXIV CONGRESSO NAZIONALE FORENSE
Finalmente rientrato a Potenza da Catania, sede del 34mo Congresso nazionale della libera avvocatura.
È stata una bella esperienza, la mia prima partecipazione ad un congresso nazionale, anche se a tratti faticosa ed estenuante.
Centinaia di colleghi, provenienti da tutt’Italia, presenti in loco per discutere dei problemi che affliggono la professione e del mondo con cui quotidianamente si confrontano gli avvocati: la società civile, le sue istituzioni, i poteri dello Stato: la magistratura, il potere legislativo, quello amministrativo.
La maggior parte degli avvocati investiti di una delega da parte dei loro colleghi e deputati a dibattere e a decidere sui temi congressuali; ma anche avvocati in rappresentanza di associazioni forensi (come nel mio caso) e molti presenti a titolo personale.
Ho visto e sentito colleghi di vaglia, animati da una seria passione per le sorti della libera avvocatura, partecipare con seria dedizione ai lavori congressuali; ma anche tanti desiderosi soprattutto di mettersi in mostra.
Si è dibattuto di argomenti assai importanti, di proposte di riforma del settore della giustizia, del processo, dell’ordinamento professionale, dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla professione.
Sono intervenuti nel dibattito, oltre a numerosi avvocati provenienti da ogni parte d’Italia, l’attuale ministro della giustizia ed esponenti della magistratura e del mondo accademico.
I delegati hanno avanzato proposte (mozioni), che sono state messe ai voti, con l’ausilio di sistemi di votazione elettronica; molte di esse sono state approvate.
È stato quindi eletto l’OCF, l’organismo congressuale forense, chiamato ad elaborare le proposte approvate, a costituire un luogo di dibattito permanente sui temi oggetto di discussione e ad attuare quanto deliberato dall’assemblea.
Il congresso nazionale, che si tiene ogni due anni, è un importante momento di confronto e di condivisione dei temi che stanno a cuore alla libera avvocatura.
Peccato solo che esso sia dominato da esponenti delle istituzioni forensi (ordini locali; consiglio nazionale; cassa di previdenza forense) e che il mondo delle libere associazioni, cuore pulsante dell’avvocatura, abbia una presenza piuttosto esigua.
Mi auguro che l’esito dei lavori congressuali porti quella ventata di novità di cui si avverte vivamente il bisogno.
Arrivederci a Lecce, sede del prossimo congresso, tra due anni.
Divulghiamo la voce della libera avvocatura, che si tenta (inutilmente) di soffocare, con metodi degni di Ceausescu. Far eleggere il nuovo CNF dai COA uscenti è profondamente antidemocratico, così come è antidemocratico che il CNF sia costituito tramite un’elezione di secondo grado. Peraltro già circola il nome del papabile potentino, nell’ottica di un reciproco scambio tra i COA lucani (Cassa vs. CNF). Vergognoso!
Domenico Leccese