GUARDIE MEDICHE VS REGIONE: SCONTRO FINALE
Caso indennità: a breve la decisione della Corte dei Conti
Scontro finale stamane alla Corte dei Conti di Basilicata, nel processo sulle indennità dei medici della continuità assistenziale, tra il procuratore Carlo Picuno e gli avvocati difensori degli oltre 10 imputati tra politici, funzionari e dirigenti dell’ex Giunta regionale De Filippo. Per la Procura la vicenda ha prodotto un presunto danno erariale di oltre 18 milioni di euro, suddivisi in oltre 13 milioni di euro per le 300 guardie mediche del Potentino e più di 5 milioni e 100mila euro per le 150 del Materano. L’accusa in aula ha ribadito l’illegittimità delle indennità di servizio, 5 euro orari in più per rischio, usura auto e assistenza pediatrica, sottoscritte nell’accordo del 2008. In quanto erogazioni non giustamente giustificate e date a pioggia. Inoltre le indennità contestate, vanno dal 2012 al 2017, sarebbero per la magistratura contabile una duplicazione dell’indennità “onnicomprensiva” già riconosciuta dal contratto collettivo nazionale.
Le difese, però, hanno puntato a smontare in toto il castello accusatorio. E conti alla mano hanno inteso dimostrare che grazie alle indennità la Regione ha risparmiato ingenti risorse economiche. È stato inoltre messo in risalto come la convenzione nazionale affidi alla contrattazione regionale la definizione dei modelli organizzativi e delle modalità di erogazione di determinate indennità da plasmare sulle peculiarità territoriali socio-orografiche. È evidente come ogni regione abbia le sue caratteristiche e trattare le indennità in maniera unitaria e unica per tutta Italia sarebbe, hanno detto le difese, dividere le risorse in parti uguali tra diseguali. Anche tecnicamente con i 5 euro aggiuntivi non è stato sforato, hanno rimarcato le difese, quel 30 per cento del totale della retribuzione oraria entro il quale ogni Regione poteva riconoscere ulteriori emolumenti.
Adesso manca solo la sentenza