PER MIMMO LUCANO DA ARRESTI DOMICILIARI A DIVIETO DI DIMORA IN RIACE
Mi sembra come un processo politico. Adesso non posso stare a Riace come se fossi pericoloso.
Cosa ho fatto di male per non stare nel mio paese dopo che ci ho messo l’anima?
Riace revocati arresti domiciliari al sindaco Mimmo Lucano per lui divieto di dimora nel Comune
“Mi sembra un processo politico”
l Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, arrestato lo scorso 2 ottobre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I giudici del Riesame hanno accolto parzialmente il ricorso degli avvocati Antonio Mazzone e Andrea D’Aqua che avevano chiesto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip su richiesta della Procura di Locri nell’ambito dell’inchiesta “Xenia”
Per il sindaco di Riace sono stati sostituiti i domiciliari con il divieto di dimora nel Comune
Il provvedimento è stato notificato poco fa a Mimmo Lucano e alla sua compagna Tesfahum Lemlem
Nei confronti di quest’ultima, invece, il divieto di dimora che le era stato disposto dal gip di Locri è stato sostituito con l’obbligo di firma
“Da una parte sono contento perché è come sentire di nuovo la libertà
È il primo commento di Lucano appena ricevuta la notizia
Ma dall’altra il fatto di non potere stare a Riace, mi sa di un impedimento politico. Che senso ha?
Non lo so. Sono contento ma allo stesso tempo amareggiato. Continua la battaglia, ormai non ci possiamo tirare indietro.
Che cosa avevo fatto?
Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’affidamento del servizio di raccolta di rifiuti?
Mi sembra come un processo politico. Adesso non posso stare a Riace come se fossi pericoloso.
Cosa ho fatto di male per non stare nel mio paese dopo che ci ho messo l’anima?
Continuo a dire che non mi sono mai pentito di quello che ho fatto.
Speriamo che presto riusciamo a fare altri passi avanti.
La verità piano piano si fa strada
RIACE NON SI ARRENDE
Divieto di dimora a RIACE. È una beffa enorme tirata a Mimmo Lucano. Ma non l’ha tirata il destino.
È stato il Tribunale di Reggio Calabria che l’ha tirata al Sindaco del paese, il quale non è uno ndranghetista un amministratore corrotto o colluso, è un Sindaco che ha fatto il bene dei suoi cittadini senza approfittarsi di un solo soldo; un Sindaco che ha avuto il coraggio di andare contro le regole pagando di persona. Quando,invece, il Ministro dell’interno va dicendo “…non si possono tollerare irregolarità nell’uso dei fondi pubblici” e dimentica che il suo partito ha fatto sparire 49 milioni degli italiani.
È un disegno sottile e perfido quello seguito dal potere, con lungimiranza e perseveranza. Tutto si tiene: le ispezioni mandate da Minniti, lo zelo degli ispettori -come gli uomini del Re un tempo- la sospensione dei finanziamenti, le accuse assurde del Procuratore -le ricordiamo bene-, le decisioni del Gip,gli arresti domiciliari, la grande manifestazione del 6 ottobre, la circolare che dispone il trasferimento degli immigrati, l’apparente marcia indietro del Viminale sulle uscite volontarie, la paura e la determinazione della gente a restare, le dichiarazioni di Mimmo che il Progetto Riace continuerà anche senza lo Stato e…Il divieto di dimora il confino l’esilio. Tutto si tiene!
L’ obiettivo è quello di arrestare il Modello Riace; coloro che lo hanno assecondato sono incuranti del dramma procurato ai 200 immigrati lì accolti.
Che tristezza le immagini del Sindaco che all’alba lascia il suo Paese senza sapere quando potrà tornarvi. È Il volto di un uomo provato, teso nei lineamenti, immagine di un uomo semplice, essenziale, un contadino fiero e austero. Mi porta a Rocco Scotellaro nei lineamenti e nella vicenda: anche Rocco era Sindaco, anche lui fu arrestato per una storia di aiuti alla povera gente, anche per lui pochi indizi bastarono al Procuratore perché ne disponesse l’arresto; Rocco si inventò la “questua laica” per costruire l’ospedale a Tricarico, Mimmo si è inventato “l’euro di Riace”.
Però, però, per Rocco ci furono grandi intellettuali da Levi a Mazzarone a Rossi Doria. Per Mimmo le uniche voci autorevoli che si sono alzate sono Saviano, Fiorello,Gad Lerner.
Che tristezza vedere il paese deserto e svuotato di quella quotidianità colorata e umana che fino a ieri lo aveva animato.
Ma Riace non si arrende, mai come ora lo slogan coniato per la grande manifestazione del 6 ottobre va urlato e affermato; mai come ora dieci cento mille Riace devono sorgere a sfidare tutto ciò che si manifesta come un nuovo fascismo.
Ritenere poi che la magistratura,con il divieto di dimora, abbia voluto dare una misura restrittiva più lieve dei domiciliari significa o voler continuare la beffa o non aver capito niente di questa vicenda.
Ha invece capito tutto è la magistratura di Reggio Calabria: eh sì, il vento tira forte oggi !
Certo, essa ha applicato ciò che è previsto per chi non rispetta le regole, per chi non obbedisce. Ma è altrettanto certo che è una magistratura che non crede che “l’obbedienza non è più una virtù “.
Ma cosa ha fatto Minimo Lucano per meritare l’arresto, l’allontanamento, il confino?
Provvedimenti assurdi, ritenuti eccessivi dalla gran parte del Paese; ritenuti giusti soltanto da chi si incarta nella intolleranza e vuole ORDINE.
Ma perché tanto zelo repressivo verso l’uomo che ha aiutato i disperati a sopravvivere, il suo paese a rivivere. Certo, che Riace possa diventare il modello di accoglienza e integrazione è troppo: può essere un pericoloso precedente, è troppo per questo governo di destra (magari fosse veramente populista). Lucano va fermato. Tipi come Lucano e Scotellaro vanno fermati, non con i manganelli ma con pretestuose e insignificanti irregolarità amministrative.
Santi in Paradiso Lucano non ne ha, ma lui continuerà a battersi contro l’oscurantismo e il razzismo. Non è solo in questa lotta, sono con lui tutti coloro che hanno a cuore i valori dell’uguaglianza e della tolleranza; tutto quel grande arcipelago di associazioni, movimenti e organizzazioni, gruppi e realtà che di quei valori ne fanno alimento quotidiano.
Allora alla lotta affinché venga ritirato questo assurdo provvedimento; alla lotta affinché Il Modello di Accoglienza e Integrazione di Riace trovi sempre più seguito.
Altre voci si aggiungeranno, “usciranno dalle paglie della cova” dal silenzio assordante e cambieranno le leggi e le regole, si da poter dire con Scotellaro:
“..nei sentieri
Non si torna indietro
altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
l’alba è nuova,è nuova.
Filippo Pugliese
Acli Provinciali Potenza
Domenico Leccese