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UN MORTO OGNI TANTO

Voltare le spalle alla verità, nullificare la memoria invece che farne la ragione di un riscatto, fa sì che siano invece solo le voci dei più forti a essere sentite.

Ed oggi è il grande giorno: mi consegno a voi.

Per fare saltare in aria me, avrebbero fatto saltare in aria “tutti, tutti, tutti”: è quello che hanno detto i boss e che racconto nel mio libro, per la prima volta.

Ho avuto paura per la mia vita, quel giorno, e per ciò che avrebbe potuto essere. Ed oggi vi consegno quella mia paura. Ancora una volta.

Questo libro nasce da quella paura, nasce da quell’attentato scoperto dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura in cui dovevo saltare in aria, con una bomba, insieme alla mia scorta.

 

Nasce dalla voglia di dirvi ciò che so e che qualcuno avrebbe voluto impedirmi di raccontare.

Ma il mio non è un racconto autobiografico: è un libro d’inchiesta.

Ecco ciò che so e che qualcuno avrebbe voluto impedirmi di raccontare.
Cosa? Di mafiosi senza scrupoli che fanno a pezzi una persona e la gettano, pezzo per pezzo, nelle campagne. Di deputati collusi, di politici votati dai mafiosi, di imprenditori che si incontrano su yacht di lusso.

Di un territorio che diventa baricentro d’Italia.

Vittoria, Augusta, Siracusa. Sono Trapani, Milano, Roma e Bologna.

Sono convinto che denunciare, indagare, raccontare, reagire al malaffare è prendersi cura della propria terra.

Voltare le spalle alla verità, nullificare la memoria invece che farne la ragione di un riscatto, fa sì che siano invece solo le voci dei più forti a essere sentite.

Adesso, comunque andrà, so che voi mi aiuterete a diffondere verità che in tanti, troppi, non vogliono vedere.
Perché “un morto ogni tanto” non scuote le coscienze. O almeno è ciò che sperano.
Sta a noi decidere. Se potete condividete, aiutatemi. La gente deve sapere cosa accade.

Paolo Borrometi

 

 

 

 

 

 

DOMENICO LECCESE

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