L’IMPRONTA DEL MINISTRO NITTI A MURO
Il centenario presentato a Roma e le opere volute per il Mezzogiorno
Il prossimo 23 giugno, giorno in cui ricorre il centenario dell’avvio del governo presieduto da Francesco Saverio Nitti dal 1919 al 1920, sarà la data delle celebrazioni di “Nitti politico”, una figura complessa e forse poco nota ai lucani di oggi, nonostante il 23 giugno del ‘19 fu nominato dal Re Vittorio Emanuele III presidente del Consiglio dei Ministri, carica che ricoprì per 333 giorni e, in un secondo brevissimo intermezzo, fino al 10 giugno del ‘20, per essere sostituito dal 5^ Governo Giolitti . Il programma, dopo l’evento di a Roma, sarà presentato a breve all’Università della Basilicata a Potenza. Nitti è stato il primo meridionalista ad assegnare all’industrializzazione un ruolo prevalente nella risoluzione della questione meridionale, tanto da dichiarare: “io voglio fare la prima prova di quella che deve essere la trasformazione del Mezzogiorno, dal punto di vista economico…” .
Ma Nitti, nato a Melfi, lascia una sua impronta indelebele di avanguardista a Muro Lucano, con la Diga artificiale e il Ponte del Pianello, l’Istituto Zootecnico e le numerose vie di comunicazione Nel 1904 Nitti si candidò a deputato nel collegio di Muro e fu un trionfo: 1323 voti su 1337. Una delle sue prime attività fu dunque l’instituzione una commissione di inchiesta sulla Basilicata e sulle condizioni della popolazione, varando un piano di lavori pubblici. A Muro fu rivolto il suo primo pensiero, tanto da voler incentrare in questa zona della regione un crogiolo di innovazioni che avrebbero dovuto trasformare il Mezzogiorno, a partire dalle opere di Muro. Il Ponte del Pianello ad oggi è uno dei primi esempi di collegamento stradale sospeso in cemento armato costruito in Italia, con una altezza di 105 metri, ancora oggi serve la cittadinanza con onore, e costò circa 84.378 Lire, subendo un rincaro del 10% a causa della lievitazione dei prezzi dovuta proprio al conflitto bellico europeo, che caratterizzò il quadriennio ‘15-‘18. Si trattò anche in questo caso di un’opera colossale, considerando i tempi e le attrezzature dell’epoca. Il ponte ha da poco festeggiato con amministrazione e cittadini i suoi primi 100 anni, celebrati anche con un convegno di relatori illustri, mentre la diga, ormai in disuso, fu il primo bacino artificiale costruito al Sud, con uno sbarramento alto 54 metri, un’opera costata alla Stato 700.000 lire, oggi visitabile nei suoi condotti. Il segno lasciato da Nitti è oggi fonte di attrazione da perte di turisti e studiosi dell’acheologia industriale, così come da studiosi, uno tra tutti il dott. Corrado Ocone, filosofo e saggista italiano, Direttore scientifico della Fondazione Einaudi che ha visitato Muro Lucano proprio questa estate.