URSULA FRANCO : ANALISI INTERVISTA RILASCIATA DA MARIUS UNGUREANU A GIANCARLO MAGALLI
In questa nuova intervista, Marius Ungureanu ha mostrato ancora una volta di avere una priorità: crearsi un alibi in merito agli abusi. In tutte le interviste da lui rilasciate, il suo interesse primario non è mai stato quello di aiutare a capire come siano andati i fatti che hanno condotto alla morte di sua figlia Maria Ungureanu ma allontanare i sospetti da sé riguardo alle violenze sessuali cui la sottoponeva.
Analisi di una breve intervista rilasciata da Marius Ungureanu a Giancarlo Magalli
Lunedì 26 novembre Marius Ungureanu ha rilasciato la seguente intervista a Giancarlo Magalli:
Giancarlo Magalli: (…) quella sera, voi eravate in un albergo? Dove eravate? In un… ? No, quando è successo, voi eravate a casa.
Si noti che Magalli chiede a Marius dove fossero “quella sera” e precisa “quando è successo”, poi si risponde “voi eravate a casa”.
Marius Ungureanu: No, iooo… io… io stavo lavorando, il giorno.
Marius, invece di rispondere a tono, prima nega e poi afferma “iooo… io… io stavo lavorando, il giorno” riferendosi non a “quella sera” ma a “il giorno”. Ne vedremo presto il motivo.
Si noti il balbettio sul pronome personale “io”, un significativo segnale di stress.
Giancarlo Magalli: Lei stava lavorando.
Marius Ungureanu: Mia moglie stava… stava lavorando di giorno.
Giancarlo Magalli: Ecco, Maria, la bimba dov’era?
Marius Ungureanu: Questaa… il giorno steva, diciamo, la mattina fino a mezzogiorno con… è stata con mia moglie a casa, poi il pomeriggio io comunque non vengo a casa perché stavo lavorando…
Ancora una volta, Marius, invece di rispondere a tono, afferma “poi il pomeriggio io comunque non vengo a casa perché stavo lavorando…”.
Ogni parola non necessaria presente in una dichiarazione ha una storia da raccontare.
Perché Marius, invece di rispondere alle domande di Magalli, riferisce che lui stava “lavorando”? Perché il suo goal non è aiutare a capire cosa sia successo a Maria quella sera ma crearsi un alibi per il pomeriggio di quel giorno, pomeriggio in cui Maria venne abusata.
Giancarlo Magalli: Perché stava lavorando, certo.
Marius Ungureanu:… giustamente, poi… ehhh… da là io non saccio niente, so soltanto la sera quando so venuto ehh… io so’ arrivato a casa prima delle sette, perché… stava il tempo brutto e non ci stava la gente dove lavoravo io e sono andato un poco prima eee… dietro di me stavaaa… cioè… ehm… le persone che… faceva freddo, giustamente, pioveva in quella sera (a Marius vengono suggerite dal suo avvocato le parole “avete mangiato”) e siamo arrivati a casa, stavano tutte e due a casa, abbiamo mangiato e lei, cioè, in tempo di mangiare, no? Io sono andato a prendere… eh… tipo i panini col kebab… un roba… comunque il tempo dieci minuti, massimo dieci minuti, andare e ritorno, che non ci stava la gente dove si facevano questi panini e lei mi ha detto così: “Papà vado un poco se si fa la processione e torno subito”, mentre che tornavo io è tornata anche lei, a mangiare… ha mangiato diciamo di più di metà, è rimasto un pezzo, poi mi ha detto che “Voglio andare ancora una volta a vedere la processione se si fa e torna”, mi ha dato un bacio sulla guancia, qua e quella…
Marius, invece di rispondere alle domande di Magalli, cerca di crearsi un alibi in merito agli abusi ed è invece il suo tentativo di affrancarsi dalle violenze che ci aiuta a collocarle con precisione. In questa intervista, senza che gli sia stato chiesto, Marius Ungureanu afferma infatti “io so’ arrivato a casa prima delle sette”, all’indomani dei fatti ha riferito agli inquirenti: “Verso le 19.30 circa mia figlia Ungureanu Luana Maria (…) mi chiedeva di uscire per recarsi alla funzione in chiesa di San Anselmo. Verso le 20.00 circa mia figlia Luana Maria faceva ritorno a casa (…)”.
Pertanto, Marius Ungureanu ebbe il tempo di abusare di sua figlia da “prima delle sette” a “Verso le 19.30 circa”.
In riferimento al panino è interessante l’affermazione di Marius “ha mangiato diciamo di più di metà, è rimasto un pezzo”, una dichiarazione che non possiamo non confrontare con quelle rilasciate da lui e da sua moglie Andrea Elena all’indomani della morte di Maria:
Il 20 giugno 2016, Marius Ungureanu ha riferito agli inquirenti: “Ricordo che mia figlia Luana Maria mangiava un panino con kebab e insalata. Subito dopo aver consumato il suo panino (…)”.
Si noti che, all’epoca dei fatti, Marius Ungureanu non ha fatto menzione di eventuali avanzi di panino lasciati da sua figlia.
L’8 agosto 2016, Andrea Elena Ungureanu ha riferito agli inquirenti: “(…) la bambina era uscita da qualche minuto avendo finito di mangiare il panino con il kebab“.
Si noti che anche Andrea Elena Ungureanu ha riferito che sua figlia finì di mangiare il panino.
Vi chiederete il perché Marius abbia riferito a Magalli che Maria non finì il suo panino? Lo ha fatto per tentare di anticipare l’ora della sua morte. L’orario di morte di Maria, stabilito dai consulenti medico legali della procura di Benevento, esclude infatti che Daniel e Cristina Ciocan si trovassero ancora a San Salvatore Telesino mentre la bambina moriva.
Si noti la difficoltà che incontra l’Ungureanu nel rispondere “eee… dietro di me stavaaa… cioè… ehm… le persone che… faceva freddo”. Marius Ungureanu è in difficoltà perché non è concentrato sulla risposta da dare alla precisa domanda di Magalli ma pensa a come inserire informazioni quali “stava il tempo brutto” e “faceva freddo, giustamente, pioveva in quella sera” che gli servono per supportare la fantasiosa pista dell’omicidio da parte di un fantomatico pedofilo cui addebitare anche le violenze sessuali.
Marius riferisce a Magalli “mi ha dato un bacio sulla guancia qua” per dipingere il rapporto tra lui e sua figlia come un rapporto normale, lo fa sempre allo scopo di difendersi dalle accuse di essere l’autore delle violenze.
Giancarlo Magalli: Ed è stata l’ultima volta…
Marius Ungureanu: L’ultima volta che l’ho vista.
Giancarlo Magalli:… che lei l’ha vista.
Giancarlo Magalli: (…) Però voi in famiglia avevate notato un cambiamento? Cioè, era cambiato il carattere di Maria? Era… era più triste? Più dispiaciuta o…?
Marius Ungureanu: No, quandoo… c’aveva dolore dalla pancia… ehm… chiamava da scuola, mia moglie andava a prenderlo e lo portava a casa però questa è roba diciamo di due giorni massimo e poi stava sempre sorridendo com… felice.
Si noti l’imbarazzo dell’Ungureanu dopo la parola “quando”, la pausa gli serve per prendere tempo per pensare a cosa dire per continuare ad allontanare i sospetti da sé per quanto riguarda le violenze sessuali.
Si noti che ancora una volta Marius Ungureanu non risponde a tono alla domanda di Magalli ma cerca velatamente di difendersi dalle accuse di essere l’autore delle violenze sessuali e lo fa cercando di far passare il messaggio che Maria fosse stata abusata da soli “due giorni”, ciò gli permette di giustificare il suo silenzio e quello di sua moglie in merito ai segnali fisici di abuso sessuale manifestati dalla giovane Maria, Marius è però contraddetto dall’esame medico legale che ha concluso che gli abusi datavano da tempo e pertanto i coniugi Ungureanu non potevano non aver notato i segnali primari di abuso presenti sul corpo della giovane Maria.
Giancarlo Magalli: Non vi ha mai parlato di niente?
Marius Ungureanu: No, in casa non ha mai parlato di niente.
Giancarlo Magalli: Di cose inquietanti che potevano accadere?
Marius Ungureanu: No, no.
CONCLUSIONI
In questa nuova intervista, Marius ha mostrato ancora una volta di avere una priorità: crearsi un alibi in merito agli abusi.
In tutte le interviste da lui rilasciate, il suo interesse primario non è mai stato quello di aiutare a capire come siano andati i fatti che hanno condotto alla morte di sua figlia Maria ma allontanare i sospetti da sé riguardo alle violenze sessuali cui la sottoponeva.
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